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[Recensione] Io che amo solo te di Luca Bianchini

Creato il 09 giugno 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Io che amo solo te di Luca BianchiniTitolo: Io che amo solo te

Autore: Luca Bianchini

Editore: Mondadori

ISBN: 978-8804630463

Prezzo: 16,00€

Numero Pagine: 262

Voto:

[Recensione] Io che amo solo te di Luca Bianchini

Trama: Ninella ha cinquant’anni e un grande amore, don Mimì, con cui non si è potuta sposare. Ma il destino le fa un regalo inaspettato: sua figlia si fidanza proprio con il figlio dell’uomo che ha sempre sognato, e i due ragazzi decidono di convolare a nozze. Il matrimonio di Chiara e Damiano si trasforma così in un vero e proprio evento per Polignano a Mare, paese bianco e arroccato in uno degli angoli più magici della Puglia. Gli occhi dei 287 invitati non saranno però puntati sugli sposi, ma sui loro genitori. Ninella è la sarta più bella del paese, e da quando è rimasta vedova sta sempre in casa a cucire, cucinare e guardare il mare. In realtà è un vulcano solo temporaneamente spento. Don Mimì, dietro i baffi e i silenzi, nasconde l’inquieto desiderio di riavere quella donna solo per sé. A sorvegliare la situazione c’è sua moglie, la futura suocera di Chiara, che a Polignano chiamano la “First Lady”. È lei a controllare e a gestire una festa di matrimonio preparata da mesi e che tutti vogliono indimenticabile: dal bouquet “semicascante” della sposa al gran buffet di antipasti, dall’assegnazione dei posti alle bomboniere – passando per l’Ave Maria -, nulla è lasciato al caso. Ma è un attimo e la situazione può precipitare nel caos, grazie a un susseguirsi di colpi di scena e a una serie di personaggi esilaranti: una diciassettenne che deve perdere cinque chili e la verginità; un testimone gay che si presenta con una finta fidanzata; una zia che da quando si è trasferita in Veneto dice “voi meridionali” e un truccatore che obbliga la sposa a non commuoversi per non rovinare il make-up. Io che amo solo te è un romanzo sulle gioie segrete, sull’arte di attendere e sulle paure dell’ultimo minuto. Tra ironia e commozione, quello di Luca Bianchini è un avventuroso viaggio sull’amore, che arriva – o ritorna – quando meno te lo aspetti, ti rimette in gioco e ti porta dove decide lui. Come il maestrale, che accompagna i tre giorni di questa storia, sullo sfondo di una Puglia dove regnano ancora antichi valori e tanta bellezza.

Recensione: Il romanzo di Bianchini si svolge in un arco temporale di due giorni e mezzo e io l’ho letto in due giorni e mezzo. Fin dall’inizio il narratore onnisciente si sposta da un personaggio all’altro per farceli conoscere, con tutte le loro stranezze e manie: la mia preferita, quella che appare secondo me più vera di tutti, nella sua apparente superficialità, è Annunziata detta Nancy che non riesce a perdere quell’ultimo mezzo chilo e sogna che il ragazzo le dica “dove credi di andare, baby?”. Poi ci sono sposi, parenti, fotografi, truccatori, fratelli e amanti. Ognuno di loro ha qualcosa da raccontare, anche chi ha una presenza molto marginale come Giancarlo Showman. Di alcuni avrei preferito sapere qualcosa in più, per esempio il fratello di Ninella, anche perché si può dire che sia il motore di tutta la trama. Un altro personaggio che avrei gradito conoscere meglio è Orlando, il fratello dello sposo, omosessuale non dichiarato. Ho trovato estremamente commovente e realistica l’ultima scena in cui compare.

Bianchini è riuscito a trasferire sulle pagine l’atmosfera di Polignano a Mare, che appare come una parte integrante del romanzo. La nota dolente, non tale da compromettere il piacere della lettura, riguarda lo stile: ritengo che nei dialoghi l’autore abbia davvero abusato dei puntini di sospensione, che spesso non ci fanno capire la reazione dei personaggi. Quando parlo di abuso di puntini, voglio dire che molte, troppe battute di dialogo erano costituite solo dai puntini di sospensione, quindi non mi è stato possibile capire che cosa significassero, quale fosse davvero la reazione dei personaggi, come mai restassero in silenzio.

Un’altra cosa che non ho gradito è stata la presenza di poco conflitto: nonostante le situazioni difficili, i personaggi perdevano la calma molto raramente. Per quanto siano tutti piuttosto caratterizzati, quindi, li ho trovati a volte poco credibili come carattere. Sottolineo a volte, perché complessivamente credo appunto che l’autore sia stato molto bravo a renderli vivi con piccole manie e tanti difetti.

In definitiva è quindi una lettura che consiglio, leggera ma in grado di offrire dei momenti toccanti, con una miriade di personaggi che vi faranno sentire lì a Polignano a Mare.


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