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Recensione "La maledizione di Ondine" di Valentina Barbieri

Creato il 28 giugno 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Antonella Albano Autore: Valentina Barbieri
Titolo: La maledizione di Ondine
Casa Editrice: Valentina Barbieri Youcanprint Self-Publishing
Serie: I Guardiani dei portali
Pagine: 282
Prezzo brossura: € 10,90
Prezzo e book: € 1,99
Data di uscita: 18 marzo 2013
Trama: Ondine è una giovane sensitiva in grado di percepire una dimensione in cui gli spiriti vagano, anelando il modo per tornare nel mondo dei vivi. Cercando una spiegazione razionale e scientifica, Ondine, insieme all’amico Francesco, indaga su eventi paranormali. La verità inizia a venire allo scoperto quando a Londra incontra Benjamin Law, un giovane e affascinante prete in grado di passare dall’Altra Parte. Grazie a lui, Ondine viene a conoscenza di oggetti posseduti e assiste a un terribile esorcismo. Le informazioni su un antico Ordine dei Guardiani portano Ondine e Benjamin a Praga, alla disperata ricerca di Lysandra Novacek, l’ultima discendente della famiglia a capo dell’Ordine. Tra spiriti e luoghi antichi, scontri e battaglie epiche, Ondine viaggerà per l’Europa, per scoprire se è l'amore o la vendetta a vincere la morte. “Quando attraversi le porte che separano il mondo dei vivi da quello dei morti, devi essere sicura di poter tornare indietro…”
RECENSIONE
«Ora, se mi permetti, ti rivelo come stanno le cose. Non esiste nessun dio. Questo universo è formato solo da tre delle undici dimensioni esistenti. Non c’è nessuna anima da salvare. La nostra coscienza si trasforma in altro, così come la vita che conosciamo noi. L’Altra Parte è una dimensione di passaggio, dove gli Inconsci, ancorati a questa vita, si aggrappano per non giungere alla dimensione che spetta loro.»
Questa frase, tratta da questo agile romanzo di Valentina Barbieri, dice parecchio della protagonista Ondine e del sistema che l'autrice riesce a costruire nel primo tomo della trilogia I guardiani dei portali, di cui si attendono i due volumi restanti. Quel “ti rivelo”, rivolto a Benjamin Law, l'altro sensitivo che come lei comunica con i trapassati, sta a mostrare quanto Ondine sia volitiva, non poco saccente, istintiva nelle sue reazioni, oltre che arroccata sulle sue posizioni atee e scientiste. Il fatto che il coprotagonista sia il cristiano Ben aggiunge sapore e contenuto alla storia. Che lei rimanga delle sue idee o che nel resto della trilogia si apra al dialogo con la fede di Ben, nello scenario complesso di un aldilà che rifletta le credenze generalmente condivise, può fare la differenza quanto allo spessore della narrazione. Nel primo caso la saccenza sarà un difetto, e non solo della protagonista, ma della visione generale, nel secondo il confronto potrà essere fecondo e aggiungerà sapore e consistenza al tutto, elevando il livello dei romanzi, da semplice storia paranormal a qualcosa di più legato a un sistema di pensiero che abbia una base culturale.  Di fatto il mondo creato dall'autrice è piuttosto interessante; tolta l'impressione di assistere a trasmissioni tipo Misteri o Voyager, il mondo proposto dal romanzo è complesso e ben costruito. I mattoni che lo compongono sono variegati e raccogliticci di tutto ciò che è esoterico e new age, dalla metafonia all'aura, alle anime (ma non chiamiamole così, che a Ondine fa impressione) che devono essere aiutate ad oltrepassare la soglia, come in serie televisive tipo Ghost Whisperer o Medium. Eppure trovano luogo anche la fisica e la scienza: è chiaro che l'autrice si è documentata a dovere. Piace anche lo spazio europeo della storia con Londra, Praga e la Romania a fare da sfondi all'azione. Gli Indigo Kids, i Cavalieri dell'Apocalisse. Valentina Barbieri usa tutto in modo intelligente. Ondine non è una protagonista banale, il suo carattere particolare la salva dall'essere piatta, e i comprimari funzionano, come il migliore amico, il giovane prete e gli altri. Di fatto si continua a leggere con speditezza perché si vuole sapere che succederà nel procedere della narrazione, dunque l'autrice sostiene bene la tensione. Lo stile forse non ha un’impronta molto personale, di buono c'è che è semplice e scorrevole, forse però risulta un po' piatto, ancora poco legato a una precisa identità autoriale. In un esordio ci può stare e si può ben sperare che migliori in seguito. Un altro difetto rilevabile lo si incontra, al livello della trama e della caratterizzazione, dopo l'incontro con la carismatica Lysandra. Dovrebbe essere carismatica, la si vuole tale, ma la sua leadership, come anche tutti gli eventi collegati all'acme finale in cui avviene lo scontro fra bene e male, per intenderci, sembrano poco curati, troppo affrettati rispetto agli avvenimenti iniziali. Insomma quando gli eroi affrontano il cimento conclusivo vien da pensare che qualcosa debba ancora succedere perché si ha la sensazione che manchi qualcosa di fondamentale e invece no: il libro è alla fine. Probabilmente ciò è dovuto alla natura di trilogia della narrazione: la storia narrata ne La maledizione di Ondine è solo l'inizio e il clou deve ancora venire, eppure è un peccato, sarebbe stato bello ottenere qualcosa di più, perché le premesse erano buone. Ma, insomma, attendiamo il seguito e già quest’attesa dice bene di questo romanzo e della sua autrice. L'AUTRICE
Valentina Barbieri ha ventiquattro anni e studia all'Università degli Studi di Milano. Appassionata di libri, soprattutto di fantascienza e fantasy, scrive per necessità, poiché i suoi personaggi – ha affermato in un’intervista – premono nella sua mente. Ha pubblicato un racconto, Arèl, nell’Almanacco Fantasy di Lettere Animate. La maledizione di Ondine è il suo primo romanzo, auto pubblicato, afferma, per poter avere un contatto più diretto con i suoi lettori. Il seguito della trilogia I guardiani dei portali potrebbe vedere la luce già quest’autunno.

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