Recensione: La ragazza delle arance, di Jostein Gaarder

Da Flavialtomonte

Questa settimana mi sono dedicata interamente alla lettura di uno delle opere di Jostein Gaarder dal titolo sublimeLa ragazza delle arance” 

La lettura è stata rapida e coinvolgente, apparentemente semplice nella scrittura ma efficace per i temi trattati (credo che non poteva essere narrata altrimenti). Jostein Gaarder non è il solo autore del libro, c’è qualcun’altro che prende vita sin dalle prime pagine: il padre.
Non aspettatevi una storia dai colpi di scena ma dai grandi misteri che si svelano meticolosamente tra le righe del racconto. È il padre stesso a trasmetterci l’attenzione a non insinuarsi troppo a fondo  nelle vite degli altri, e questo libro non è mai invadente.

Nonostante si è già detto che gli autori del libro sono due non si tratta di un libro a quattro mani, ma di una lettera scritta dal padre prima della sua morte per il proprio unico figlio, e a questo proposito vorrei riportare un pensiero dell’autore sulla concezione di avere un figlio:

Dare la vita a un bambino non significa solamente fare a questo bambino il grande dono del Mondo. Significa anche riprendersi lo stesso inconcepibile dono.

E anche questa osservazione sul perché veniamo al mondo:

Perché se c’è il mondo, allora le frontiere dell’improbabile sono già state scavalcate.

Il libro – come è scritto sulla copertina – «è un gioioso inno alla vita, un invito al carpe diem, a consumare fino in fondo ogni giorno che viene dato» anche quando il tempo che ci viene offerto è poco, anche quando Dio ha stabilito la prematura fine della vita, anche quando il tempo da dedicare alle persone che amiamo scarseggia ogni giorno, anche quando ci sentiamo sconfortati e disgustati da questa vita del “dai-e-togli”.

Vi starete chiedendo cosa centri La ragazza delle arance con la lettera di un padre e gli aforismi sulla vita.
Jan Olav scrive una lettera al proprio figlio Georg che ha 4 anni quando la vita di Jan viene strappata al figlio e alla moglie a causa di una malattia lenta e inguaribile. È ovvio che Georg non potrà ancora leggerla né capirla, se non quando avrà 15 anni, fino ad allora la lettera resterà nascosta in cantina, nel passeggino. 
È proprio da qui che comincia il lungo e intenso racconto della Ragazza delle arance, la ragazza che il padre incontra per caso sul tram di Oslo, in Norvegia e che diventerà la protagonista della lettera e allo stesso tempo del libro.


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