La lettura è stata rapida e coinvolgente, apparentemente semplice nella scrittura ma efficace per i temi trattati (credo che non poteva essere narrata altrimenti). Jostein Gaarder non è il solo autore del libro, c’è qualcun’altro che prende vita sin dalle prime pagine: il padre.
Non aspettatevi una storia dai colpi di scena ma dai grandi misteri che si svelano meticolosamente tra le righe del racconto. È il padre stesso a trasmetterci l’attenzione a non insinuarsi troppo a fondo nelle vite degli altri, e questo libro non è mai invadente.
Nonostante si è già detto che gli autori del libro sono due non si tratta di un libro a quattro mani, ma di una lettera scritta dal padre prima della sua morte per il proprio unico figlio, e a questo proposito vorrei riportare un pensiero dell’autore sulla concezione di avere un figlio:
Dare la vita a un bambino non significa solamente fare a questo bambino il grande dono del Mondo. Significa anche riprendersi lo stesso inconcepibile dono.
E anche questa osservazione sul perché veniamo al mondo:
Perché se c’è il mondo, allora le frontiere dell’improbabile sono già state scavalcate.
Il libro – come è scritto sulla copertina – «è un gioioso inno alla vita, un invito al carpe diem, a consumare fino in fondo ogni giorno che viene dato» anche quando il tempo che ci viene offerto è poco, anche quando Dio ha stabilito la prematura fine della vita, anche quando il tempo da dedicare alle persone che amiamo scarseggia ogni giorno, anche quando ci sentiamo sconfortati e disgustati da questa vita del “dai-e-togli”.
Vi starete chiedendo cosa centri La ragazza delle arance con la lettera di un padre e gli aforismi sulla vita.
Jan Olav scrive una lettera al proprio figlio Georg che ha 4 anni quando la vita di Jan viene strappata al figlio e alla moglie a causa di una malattia lenta e inguaribile. È ovvio che Georg non potrà ancora leggerla né capirla, se non quando avrà 15 anni, fino ad allora la lettera resterà nascosta in cantina, nel passeggino.
È proprio da qui che comincia il lungo e intenso racconto della Ragazza delle arance, la ragazza che il padre incontra per caso sul tram di Oslo, in Norvegia e che diventerà la protagonista della lettera e allo stesso tempo del libro.