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Recensione "Lost Grace" di Bree Despain

Creato il 09 ottobre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Valentina Coluccelli Recensione Titolo: Lost Grace Titolo originale:  Series: Dark Divine Book: 2# Autrice: Bree Despain Casa editrice: Sperling & Kupfer Pagine: 352 Prezzo: 17,90 Data uscita: 18 settembre 2012 Quarta: A volte solo la morte può ridare la vita. E salvare un amore che sembrava impossibile. Lo sa bene Grace Divine che, in una notte di luna piena, ha compiuto il più crudele dei sacrifici: pur di salvare Daniel, di cui è disperatamente innamorata, ha rinunciato per sempre all'affetto del fratello Jude e ha condannato la propria anima alle fiamme della dannazione eterna. Ora dentro di lei si nasconde un mostro. Silenzioso, crudele e assetato di sangue. Un mostro pronto a risvegliarsi in qualunque momento. Ma Grace è decisa a non arrendersi. Vuole ritrovare la serenità perdendosi negli occhi scuri di Daniel e vivere finalmente quell'amore per cui ha sacrificato se stessa. Una notte, però, mentre Grace e Daniel stanno guardando le stelle cadenti, dimentichi di tutto e tutti, accade qualcosa che turba la tranquillità appena conquistata: Grace riceve un'inquietante telefonata. È Jude che, con voce concitata, la avvisa di un imminente pericolo e la esorta a non fidarsi più di nessuno. Nemmeno di Daniel. Ed è forse per paura o per i misteriosi giochi del destino che Grace stringe amicizia con Talbot, un ragazzo dal fascino enigmatico arrivato in città da poco, che sembra sapere tutto di lei e della maledizione che pesa sulla sua anima. E mentre il sentimento tra i due si trasforma in qualcosa di più, Grace sente il proprio cuore vacillare. Daniel è sempre più lontano, e il mostro addormentato dentro di lei è sempre più vicino. Pericolosamente vicino.
RECENSIONE Bree Despain sembra avere un particolare talento nel trovare titoli per i suoi romanzi. Come il titolo Dark Divine, romanzo d’apertura della sua Dark Divine series, possedeva un’evidente forza evocativa e descrittiva nell’ossimoro che in modo così chiaro delineava il continuo dualismo di Oscuro e Divino che ne caratterizzava l’intera narrazione, così The Lost Saint è capace di anticiparci da subito il percorso narrativo di questo secondo volume. Pur perdendo forse parte della propria ambivalenza, è stato efficacemente parafrasato dall'editore italiano con Lost Grace. A perdersi – o a rischiare di farlo –, infatti, sono sia la protagonista Grace come persona, perché incalzata dalla natura demoniaca del lupo che ha dentro di sé, sia lo stato di grace in cui ha sempre vissuto, il suo animo integerrimo e limpido, il suo amore per la propria famiglia e per Daniel, la sua fede in Dio e nell’uomo. La battaglia di Grace per conciliare da una parte la voce del lupo che ha dentro di sé e che vuole prendere il sopravvento con la sua rabbia e la sua violenza e dall’altra la voce che, solida, l’ha guidata per tutti i suoi diciotto anni di vita, caritatevole, comprensiva e speranzosa, non è l’unico tema portante del romanzo. Lost Grace, infatti, segue quella che pare essere una sorta di “regola del secondo libro” delle saghe paranormal romance young adult: l’amore faticosamente conquistato nel primo volume dalla protagonista, viene apparentemente e temporaneamente – ma pur sempre dolorosamente, ahimè – perso, perché la controparte maschile si allontana da lei – pur amandola ancora – per proteggerla da una minaccia esterna o da se stesso (giusto per citare qualche esempio, mi vengono in mente i secondi volumi della Hush Hush series di Becca Fitzpatrick, della Immortals series di Alyson Noël, della Twilight saga di Stephenie Meyer). Così, ritroviamo Grace felicemente legata al suo Daniel, per amore del quale aveva sacrificato la propria anima e la fiducia di suo fratello in Dark Divine, solo per una manciata di pagine, prima che ombre misteriose ma anche semplici e ordinarie incomprensioni fra loro, inizino a costruire un muro di segreti che rischia di separarli e che fa avanzare entrambi per una propria strada che li porterà quasi alla perdita non solo l’uno dell’altra, ma di tutto quello che amano e desiderano.
Sì. È questa la differenza tra loro e noi. Noi siamo ancora capaci di amare. Il lupo cerca di cancellare l’amore, di scacciarlo dal tuo cuore, cerca di costringerti a distruggere tutto ciò a cui tieni, ma se riesci ad aggrapparti a quell’amore e alla tua fede, allora sei più forte di qualunque mostro. Nessun potere esterno, nessuna forza, nessuna malvagità può trasformarti in lupo se ti aggrappi a quell’amore.
Ma per una “regola” tipica dei secondi volumi che l’autrice segue (pur con una propria originalità), ce n’è un’altra che invece pare rovinosamente ignorare: l’utilissimo, se non doveroso, riepilogo dei fatti precedentemente avvenuti. È un po’ presuntuoso da parte dell’autrice dare per scontato che il lettore – soprattutto a un anno di distanza dalla pubblicazione del precedente capitolo – ricordi alla perfezione non solo la particolare mitologia creata (non troppo complessa, ma sicuramente diversa dai soliti schemi), ma anche i fatti e i personaggi. Personalmente, ho vissuto i primi capitoli nel buio. Io che solitamente mentre leggo ho un vero e proprio film che mi scorre nella mente, con tanto di fermi immagine, primi piani, panoramiche, voci abbinate a ogni personaggio, ho “visto” solo visi nebulosi che non riuscivo mai a mettere a fuoco, perché non ricordavo la fisionomia, i capelli, l’età dei due protagonisti principali come dei comprimari; e l’autrice, già poco generosa nel primo libro, qui non ne ha mai dato nemmeno un indizio. Inoltre, non avevo più chiari, al di là dell’atmosfera generale e di alcuni dettagli, il world building, la successione degli eventi e la loro conclusione. Un autore dovrebbe ricordare che non sempre è possibile per un lettore riprendere in mano i libri precedenti (magari avuti in prestito, ad esempio), e che comunque un libro anche se parte di una saga dovrebbe essere “finito” e autosufficiente Nonostante queste difficoltà personali e nonostante il libro che per l’intera prima parte non brilla per ritmo e si proponga un poco noioso, nell’insieme è un seguito abbastanza riuscito. Soprattutto grazie all’inserimento di due nuovi personaggi che si presentano entrambi al contempo come possibili alleati determinanti o antagonisti definitivi: il giovane Urbat Talbot, che avvicinerà Grace nel momento di maggiore difficoltà, e fratello Gabriel, mentore di Daniel e antico Urbat, già conosciuto in Dark Divine ma solo attraverso le sue missive. Anche se un lettore smaliziato coglierà quasi dal primo momento quale ruolo spetterà all’uno e quale all’altro, l’autrice riesce comunque a confondere le acque grazie alla narrazione in prima persona attraverso la protagonista, che offre una lettura condizionata dei due uomini capace di fuorviare anche il lettore. Come per il primo libro, in una narrazione che rimane curiosamente sempre un poco fumosa e indefinita, le scene che acquistano improvviso colore e nitidezza sono quelle tra i due protagonisti. Per quanto semplici e prive di particolari virtuosismi poetici, sanno far sentire le classiche farfalle nello stomaco. Anche a chi dalla fascia young adult è uscito da un pezzo. Un buon risultato!
Doveva essermi venuta un’espressione colpevole perché Daniel abbassò lo sguardo e si mise una mano sulla fronte. Fu percorso da un tremito, come se stesse provando un dispiacere immenso, e si accasciò contro la parete.“No, Daniel. No”.Volevo correre da lui e gettargli le braccia al collo, ma avevo paura che mi respingesse. In quel momento mi resi conto che qualunque legame avessi creato con Talbot, qualunque istinto mi avesse spinta verso di lui, era vuoto e sterile paragonato a ciò che provavo per Daniel. Il pensiero di aver causato quella sofferenza mi devastava.
DARK DIVINE SERIES Recensione 1. Dark Divine (2009) * Dark divine (Sperling & Kupfer 2011) 2. The Lost Saint (2010) * Lost Grace (Sperling & Kupfer 2012) 3. The Savage Grace (2012) * ancora inedito Recensione L'AUTRICE Bree Despain ha sempre adorato raccontare storie. Ma la sua passione ha davvero preso forma solo durante gli anni del college, quando Bree ha dedicato un intero semestre a scrivere e dirigere spettacoli teatrali per i ragazzi meno fortunati della periferia di New York e Philadelphia. Ora vive a Salt Lake City con il marito e i figli.

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