In quest’episodio continua il tanto atteso progredire degli eventi messo in moto la settimana scorsa o meglio, per farla semplice, succedono cose: Peggy viene scoperta e arrestata dai colleghi, non senza prima aver scoperto l’identità di Ida Emke/Dottie ed essersi fatta mettere al tappeto (chi di labbra colpisce di labbra perisce?), Leviathan arriva fin dentro agli uffici dell’SSR e uccide un altro agente, Jarvis è un fuggitivo, Angie un’attrice di grande talento (nonché l’amica che tutti vorremmo avere) e Miriam è in coma da quando degli uomini hanno oltrepassato l’atrio del Griffith senza che lei potesse fare alcunché per fermarli.
Ma, come dicevano le fiabe di Beccogiallo quando ero piccola, vediamo per ordine come andarono i fatti.
L’episodio ha inizio con un flash-back/racconto dal dottor Ivchanko (lo psicologo), in cui i membri di Leviathan, chiedono a un gruppo di scienziati di unirsi a loro, pena la morte, gentilmente somministrata dalla nostra amatissima Dottie. Dalle vicende raccontate sommate all’incontro con la bambina assassina della settimana scorsa, Peggy intuisce che dietro l’omicidio di Collega Scemo (ho già ri-dimenticato il suo nome) e il brutto scherzo tirato a Howard potrebbe esserci una donna. Come ci dice Ivchanko, usare le donne come agenti porta il vantaggio di essere sottovalutati dal nemico. Dooley dà finalmente credito all’Agente Carter perché segua la sua pista anche se questo bel momento di fiducia dell’SSR in Peggy dura poco.Dooley e Ivchanko decidono di diventare BFF (e chi non aveva avuto il presentimento che lo scienziato nascondesse qualcosa, con tutto quello screentime dedicato?). Devo dire che me l’avevano quasi fatta quando Dottie si è appostata col fucile ma evidentemente per la nostra biondina un semplice cannocchiale è troppo mainstream. Ma gli standard di sicurezza dell’SSR non andrebbero rivisti? Ivchanko sembra tra l’altro essere un pezzo grosso, a questo punto dovremmo presumere che lo scopo del messaggio alla macchina da scrivere magica fosse proprio di farlo arrivare in America come collaboratore di giustizia? A meno che lui non sia riuscito a mettersi in contatto in qualche modo per fissare l’appuntamento, Dottie doveva sapere già che lui sarebbe stato lì, forse anche prima dell’SSR. Quale sarà l’oggetto da recuperare? Il sangue di Steve? Altre ipotesi? Scopriamo che lo psicologo è un mentalista migliore anche di Patrick Jane: quasi ipnotizza Dooley per poi ripiegare su un novellino da cui si fa rivelare le uscite vicine e la collocazione delle invenzioni Stark, per poi eliminarlo dopo un magnanime ultimo bourbon.
Intanto Peggy e Jarvis si dedicano alla ricerca dell’agente di Leviathan controllando le donne con cu
i Stark è stato negli ultimi sei mesi. L’inglesina si vendica di Jarvis divertendosi a guardarlo mentre viene schiaffeggiato (anche se prova a proteggerlo, l’ultima volta) e i nostri trovano una pista da seguire nell’appartamento di Ida Emke, una ballerina adesso svanita nel nulla.Il tempo per ulteriori indagini purtroppo viene a mancare quando l’SSR scopre il doppio gioco di Peggy e prova ad arrestarla. Lei ha modo di provare le sue capacità mettendo fuori combattimento tre agenti, più Jack Thompkins, anche se dubito che la cosa le farà guadagnare punti. Jarvis si dà alla macchia e Daniel Sousa la lascia scappare perché non riesce a spararle (I ship this). La mossa più intelligente, quindi, non è andare al Griffith per recuperare la fiala di sangue di Capitan America. Ovviamente sopraggiungono i colleghi, così Peggy scappa dal cornicione. Ma il tizio che si era arrampicato fino all’appartemento di Peggy nel terzo episodio era il nonno dell’Uomo Ragno? Non ricordavo che stesse così in alto! Per fortuna Angie non fa domande e agisce: la voglio come coinquilina!
Vi lascio col promo del prossimo (e penultimo) episodio:
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