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In questi giorni qua nel blog e altrove si è parlato tanto di Park Chan Wook visto che il suo ultimo film (ma primo americano), Stoker, ha diviso nettamente i suoi fan e la critica tra delusione tremenda (il 70%) o ennesima conferma della sua grandezza (un 30% nel quale mi ci metto anche io).
Credo sia giusto allora riprendere questo Mr Vendetta perchè, oltre ad essere il capostipite della non ufficiale trilogia, costituisce il giro di boa di Park che dal film successivo, l'immenso Oldboy, non solo sarà conosciuto in tutto il mondo ma diverrà un maestro di tecnica cinematografica come pochi nel pianeta.
Qui invece c'era ancora poco stile, pochi virtuosismi, poca tecnica ma tanta sostanza, un film che ammicca meno e più genuino, una pellicola con tanta voglia di raccontare una storia e di iniziare ad analizzare, e Park lo fa sempre in un modo tremendo e senza speranza, che razza di strano, pericoloso e terribile animale è l'uomo.
Questo è senz'altro il film più triste dei 3, quello dove la vicenda di vendetta si affianca a un grande degrado, a un'aura malinconica, allo spietato destino.
Mentre in Oldboy e Lady Vendetta infatti di destino ce n'era ben poco, anzi, tutto era perfettamente architettato, costruito, e sia le cause che gli effetti della vendetta estremamente legati al libero arbitrio, qua i personaggi e le vicende sono molto più complessi, sfaccettati, nessuno è troppo buono o troppo cattivo ma tutti i personaggi principali si ritrovano travolti dagli accadimenti ben oltre la loro volontà.
Così è per Ryu, il ragazzo sordomuto protagonista del film (indimenticabili i suoi capelli verdi) che per salvare la sorella malata prima vende il proprio rene (venendo truffato), poi rapisce la bimba di un milionario per avere i soldi per il trapianto. Quello che accade alla bimba è l'ultima cosa che voleva.
E così è per Park Dong, il padre, una persona mite che all'improvviso si vede prima la figlia rapita e poi (lui crede) uccisa barbaramente.
La disperazione di entrambi, la povertà, l'handicap e la situazione della sorella per Ryu, la perdita della figlia per Park, porterà nel film a una spirale di sangue e violenza che nel secondo tempo deflagrerà in maniera incredibile (come sarà anche per Lady Vendetta).
Non c'è felicità nel film, solo dolore, disperazione e morte, praticamente per tutti.
Park ci va giù pesante col suicidio della sorella, con la morte della bambina in campo lungo, con le torture, con l'assassinio di Ryu. E' un film che grida dolore dal primo all'ultimo minuto, cinico ma tremendamente umano e verosimile, altro che Oldboy o Lady Vedetta che costringono, impossibile negarlo, lo spettatore a una grandissima sospensione dell' incredublità (anche se a mio parere restano comunque superiori però).
E sequenze come loro che salgono quelle scale di pietra visti dalle finestre di dentro, lui che mette i sassi sul corpo della sorella mentre la bambina dietro annega, quei rumori dell'autopsia, il massacro dei mercanti di organi o l'abbraccio immaginario tra il padre e la figlia sono il segnale che qui, già qui, stava uscendo uno dei più grandi registi degli ultimi 15 anni.
Da recuperare subito.
( voto 8,5 )
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