Titolo: Noi siamo grandi come la vitaAutore: Ava Dellaira
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo: 16,90
Pagine: 320
Data pubblicazione: 03 Giugno 2014
Tutto inizia con un compito assegnato nei primi giorni di scuola: "Scrivi una lettera a una persona che non c'è più". E così Laurel scrive a Kurt Cobain, che May, la sua sorella maggiore, amava tantissimo. E che se n'è andato troppo presto, proprio come May. Per Laurel, la sorella era un mito: bella, perfetta, inarrivabile. Era il sole intorno a cui ruotava tutto, specie da quando i genitori si erano separati. Perderla è stato indescrivibile, qualcosa di cui Laurel non vuole parlare. Sulla carta, invece, Laurel si lascia finalmente andare. E dopo quella prima lettera, che non consegnerà all'insegnante, continua a scriverne altre, indirizzandole a Amy Winehouse, Heath Ledger, Janis Joplin e altri idoli della sorella scomparsa. Soltanto a loro riesce a confidare cosa vuol dire avere quindici anni e sentire di avere perso una parte di sé, senza nemmeno potersi aggrappare alla famiglia perché è andata in mille pezzi. Soltanto a loro può confessare la paura e la voglia di avventurarsi in quel mondo nuovo che è la scuola, la magia di incontrare amiche che ti fanno sentire normale e speciale al tempo stesso. Finché, come un viaggio dentro di sé, quelle lettere porteranno Laurel al cuore di una verità che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Qualcosa che riguarda lei e May. Qualcosa che va detto a voce alta: solo così Laurel potrà superare quello che è stato, imparare ad amarsi e trovare il coraggio di andare avanti.
Perdere un familiare è sempre traumatico, perderne uno vicino ancora di più. Laurel non perde una persona qualunque, perde la sorella che ammira, adora, ama. Perde la sorella che ha sempre invidiato e ammirato, la perde prematuramente, brutalmente. Tant'è che diventa difficile parlare, aprirsi, confidarsi. Quanto può essere doloroso, scoprire da un giorno all'altro che la persona perfetta a cui facevi riferimento, non c'è più? Quanto è fragile una vita? Tanto, troppo. La trama di "Noi siamo grandi come la vita" è cruda quanto il suo contenuto. A Laurel viene distrattamente assegnato dall'insegnante il compito di scrivere una lettera ad una persona morta, un compito che non consegnerà a termine. Ma non perché Laurel si trovi in difficoltà a scrivere, lei scrive, scrive, scrive tutti i giorni indirizzando le sue lettere a persone famose ormai andate, chi per suicidio, chi per droga, chi prematuramente come la sorella. Sono lettere troppo personali, sfoghi troppo dettagliati, per poterli semplicemente consegnare ad una persona "sconosciuta". Perché te ne sei andata May? E' stata colpa mia, May? Perché non ho fatto nulla per impedirlo...May?Nel suo inconscio Laurel si ritroverà ad aprirsi e capire che il processo della vita è fragile così come l'animo umano. E nello scrivere e ripercorrere il passato, Laurel sarà finalmente in grado di liberarsi e crescere senza più l'ombra della sorella.
Ammetto che l'approccio con il libro non è stato dei migliori, non riuscivo a capacitarmi del perché. Ma poi percorrendo insieme alla protagonista i suoi sbagli e le sue insicurezze, ho capito che in realtà la sensazione di estraneità era dovuta proprio dalla difficoltà di accettare l'ossessione della protagonista per la sorella, una sorella che da alcune descrizioni appariva tutt'altro che una buona sorella. Nell'adolescenza è facile nascondersi nei gesti altrui, cercare di imitare, riproporre o eguagliare comportamenti di una figura portante, sia che siano giusti o sbagliati. E per me Laurel continuava a ripercorrere gli sbagli di May senza che nessuno fosse in grado di fermarla o accorgersene. Ma a conclusione non ho potuto che aprire finalmente gli occhi insieme alla protagonista, un effetto forse voluto dall'autrice: la rivelazione del tutto insieme alla crescita interiore di Laurel.Se cercate un libro in grado di trasmettere subito emozioni, non aspettatevi di ritrovarle già tra le pagine iniziali del libro. Il ritmo è di una particolarità incredibile, quasi formativo, accarezza il lettore nel senso di disagio tra le lettere epistolari (così è formato l'intero libro) che Laurel scrive, portandoci a conoscerla solo lentamente e rivelando a conclusione il mistero e il fardello che si nasconde all'interno della protagonista. Un processo che effettivamente si riflette perfettamente nella realtà umana.
Cara Laurel,a libro finito posso dirtelo anch'io. Ora sono finalmente fiera di te. Ora ho capito i tuoi problemi e i tuoi dispiaceri. Ho capito la tua paura. Ho capito l'ossessione per tua sorella.Sai, cercare di imitare qualcun'altro non porta alla risoluzione dei nostri problemi. Ti sei fatta trasportare troppo dagli eventi, hai fatto sbagli, sei stata più volte sottomessa. Ma poi hai saputo ritrovare la tua forza. Sei cresciuta, insieme ai tuoi pensieri. Sei cresciuta, grazie anche alla fiducia dei tuoi amici. Al primo amore. Alla voglia di continuare a vivere, a tornare a vivere veramente. Senza l'oscurità dei ricordi di una colpa di morte non tua. Non avevo ancora capito, ma Si. Sono fiera di te.
4/5