Risulta però assai gradevole, mentre l'onda che si rivolta piano sulla riva e il chiacchiericcio dell'umanità varia che popola questo anomalo ecosistema, fanno da rumore di fondo, scorrere queste pagine lievi che raccontano di una Liguria degli anni quaranta dove la vita da bagnante non era affatto dissimile da quella odierna.
Una vicenda semplice da cui traspare bene la fatica di vivere di Pavese, il suo inscindibile legame con le sue colline lasciate a malincuore per questa vacanza in cui il disagio traspare continuamente e in cui si sottolinea, se mai ce ne fosse bisogno, il deficit interpretativo per quell'universo femminile così misterioso e di certo non solo per lui incomprensibile.
Una insondabilità che si ritrae da ogni tentativo di decifrazione, quasi che la donna sia, come probabilmente è, una specie diversa ed aliena e che rimane così sospesa in un'area estranea, destinata a non entrare mai in contatto, in sintonia. Una sessantina di pagine che vi riempiranno l'oretta necessaria a digerire il croissant prima di scivolare tra le onde che in questa stagione si fanno via via più frizzanti e frescoline.
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