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RECENSIONE Le autrici italiane ci credono e ci provano: lo Urban Fantasy può essere anche il loro campo, devono solo farsi conoscere. Non per niente stanno comparendo sempre più titoli di questo genere anche nella nostra lingua, soprattutto romanzi autopubblicati che hanno dalla loro anche l’incentivo del piccolo prezzo, più che abbordabile. A questa categoria appartiene il libro d’esordio di Silvia Tessari, Petali di sangue, disponibile su Amazon in formato digitale, ma anche in versione cartacea. Un romanzo Urban Fantasy che potrebbe però essere definito più un Paranormal Romance – vista la parte da leone che recita la storia d’amore, pilastro incontrastato del libro – e che focalizza l’attenzione non tanto sulla componente paranormale – che si amalgama perfettamente nella trama, riuscendo a risultare ordinaria, un elemento della normale vita di tutti i giorni – quanto sugli eventi in sé, che si dipanano linearmente, senza contraddizioni. L’autrice riesce ad utilizzare tutti i tasselli del puzzle nello svolgersi della trama, riuscendo però a creare una storia né scontata né troppo prevedibile. La storia d’amore si sovrappone all’investigazione, facendo deragliare il treno dal binario delle indagini per occuparsi, invece, di eventi del tutto personali. Un amore a tratti quasi adolescenziale, che fa sorridere e riporta con la mente ai tempi delle prime cotte, quando ogni piccolo litigio era una tragedia che assorbiva tutta l’attenzione fino alla sua risoluzione.
Lo stile è giovane, condito da una certa genuina ingenuità e solarità che arrivano a contagiare alcuni personaggi, specie la protagonista Giosy, senza scadere nella stupidità. I personaggi sono sempre coerenti nelle scelte e nei comportamenti, anche se fa sorridere pensare che un vampiro pluricentenario, signore di tutti i vampiri, abbia appreso così poco dagli anni vissuti da arrivare a essere imprudente quanto un ragazzino. Ma la forza trascinante di Petali di sangue è proprio questa innocente spontaneità, che rende vivace la narrazione anche nei momenti critici, anche se a volte risulta un po’ forzata, specie quando drappeggiata sul signore delle creature della notte, che forse, alla fin fine, risulta essere il personaggio meno riuscito proprio perché poco si adatta a quest’aura di avventatezza.
L’editing è piuttosto curato e si trovano pochi refusi, anche se, ancora una volta, il romanzo avrebbe bisogno di una revisione più approfondita della grammatica e dei tempi verbali, che risentono delle solite inflessioni tipicamente regionali e di alcune sviste riguardanti congiuntivi e condizionali. Un esordio che, come tale, ha i suoi punti deboli ma che, grazie allo stile frizzante, si fa apprezzare e regala momenti piacevoli.