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Recensione "Sanctus" di Simon Toyne

Creato il 09 settembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Provate ad espugnare la cittadella di Ruin e carpirne i segreti, ma solo se sarete degni potrete essere un “Sanctus”.
Cari lettori, oggi vi propongo la recensione di un thriller mozzafiato per vivere quest'ultima parte d’estate in compagnia di suspance, storia, religione e mistero. Caso editoriale del momento, venduto in 29 paesi, nonostante l’autore sia un esordiente, “Sanctus” ha fatto molto parlare di se tra gli appassionati del genere e non. Simon Toyne, ormai considerato il nuovo Dan Brown, racconta di aver avuto l’idea dell’ambientazione durante un viaggio con la sua famiglia in Francia. In una notte in cui imperversava una burrasca furiosa, dopo aver attraversato la manica, si ritrovò ai piedi dell’imponente cattedrale di Rouen, che illuminata a sprazzi dai fulmini, emanava fascino e mistero impareggiabili. Trovata la chiave nel setting ideale, i molti appunti e fogli sparsi, ricchi di scene ed idee raccolte nel corso degli anni, si sono incastrati perfettamente, creando quel magico libro a cui aspirava. Rouen si è trasformata in Ruin, luogo di fantasia in una Turchia che con il suo bagaglio di magico mistero orientale si adatta particolarmente agli scopi della trama. Così è nato “Sanctus”, un thriller dal ritmo serrato che cattura e coinvolge sin dalle prime pagine.
Una cittadella con un santuario dalla struttura inespugnabile, un segreto custodito gelosamente da millenni, un ordine elitario di monaci pronti a difenderlo ad ogni costo.
Titolo: Sanctus Autore: Simon Toyne Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 480
Prezzo: € 19,90
Trama:
Ruin, Turchia. Un monaco si getta dalla cima del più antico luogo di culto della Terra e va incontro a morte certa. La sua sagoma si staglia per un attimo contro il cielo, ma il suo spettacolare volo a braccia spalancate, quasi a formare una croce, non è un suicidio. È un atto simbolico, e grazie ai media ne è testimone in diretta il mondo intero. Ma pochi possono comprenderne il significato. Per Kathryn Mann, biologa che studia da tempo le origini della vita, forse è la fine di una lunga attesa. Per Liv Adamsen, giornalista americana, è l'inizio di un pericoloso viaggio dentro la sua stessa identità, che la porterà molto lontano. A proteggerla, un uomo misterioso di cui conosce solo il nome: Gabriel. A guidarla, la voce del suo stesso sangue. Per i monaci del monastero di Ruin, infine, potrebbe voler dire la rovina di ciò che hanno costruito finora. E sono pronti a tutto per impedire che accada.  
Il sacrificio di un uomo e il coraggio di una donna stanno per riportare alla luce una terribile verità, che attende il suo momento da millenni. Ma l'umanità è pronta a sapere?
RECENSIONE Quando si sceglie di scrivere di un particolare genere, nel quale altri hanno già brillato, creando magari un fenomeno editoriale, il rischio di scadere in una banale scopiazzatura è alto. Non è questo il caso di Simon Toyne con la sua opera prima dal titolo Sanctus(pubblicato in italia da Sperling & Kupfer) che sebbene sia stato definito il nuovo Dan Brown, si discosta completamente dall'autore statunitense de Il Codice Da Vinci, sia come stile di scrittura che come ritmo narrativo. La scelta di organizzare la trama in brevissimi capitoli caratterizzati da diversi punti di vista, che però mantengono una linea temporale comune, invece di disorientare il lettore, crea un’aspettativa ed una tensione che cattura sin dalle prime pagine. 
Siamo ai giorni nostri, nella misteriosa ed inespugnabile cittadella di Ruin, in Turchia, dove da secoli, protetto dal solido abbraccio della roccia, un ordine monastico custodisce gelosamente un segreto che, se rivelato, sconvolgerebbe l’umanità. Molte sono state nel corso degli anni le supposizioni su cosa fosse racchiuso nei recessi più oscuri di quella solida pietra: la tanto ambita e ricercata coppa che in quell’Ultima Cena Gesù condivise con i suoi Apostoli, la croce di legno sulla quale morì agonizzante dopo tre giorni e tre notti, o addirittura il suo corpo perfettamente conservato e occultato dalla Chiesa. Dicerie, storie, leggende, che hanno alimentato il turismo e la vendita di magliette. Nonostante le varie supposizioni, non esiste alcuna certezza che al suo interno sia nascosto davvero una reliquia sacra, perché nessuno che non fosse un monaco vi è mai entrato. E, forse, è proprio questa segretezza che alimentare il mistero. 
“...questo posto sacro e misterioso impone che gli unici che possano circolare tra le sue mura siano i sacerdoti e i monaci che lo abitano. Persino i bastioni, ricavati dai fianchi della Montagna, non sono opera di scalpellini o costruttori: sono stati creati da coloro che vivono lì dentro..."
Un ordine monastico rigido e severamente impostato secondo una struttura piramidale, al cui vertice stanno i pochi che, dopo un lungo e doloroso periodo di preparazione e abnegazione, sono giunti a indossare la verde tonaca dei Sanctus, soli custodi del Sacramento. Quando uno di questi monaci si mostra all’esterno e il suo suicidio viene trasmesso in mondovisione, scoppia un caso senza precedenti. 
“L’immagine, zoomata al massimo, mostrava la figura sgranata di un uomo coperto da una specie di tonaca monacale verde. I capelli lunghi e biondi scompigliati dal vento svolazzavano intorno al suo viso barbuto. Era perfettamente immobile sul bordo, con le braccia aperte e la testa piegata verso il basso, nella posa di una croce umana, o di una solitaria, vivente, effigie del Cristo.”
Vista la teatralità del gesto, appare chiaro che qualcosa di più si cela dietro il suicidio, ma sono pochi coloro che hanno la capacità e la conoscenza per recepire il vero messaggio. Kathryn Mann è tra questi. Da tutta la vita aspetta un segno di tale portata, sicura che la profezia che fa tramare i monaci chiusi nella Cittadella, stia per compiersi.
Indizi da seguire, nodi da sciogliere, profezie da decifrare, sparatorie ed esplosioni, tutto sciorinato con un ritmo che non concede respiro e che cattura fino alla fine.
Lo stile di Simon Toyne, scorrevole e privo di fronzoli, permette di godere pienamente una storia appassionante, lasciando il lettore a pagina 461 con la voglia di continuare a vivere quell'avventura appena conclusa. L'unica nota stonata risiede nella risoluzione del mistero che, in linea con lo stile narrativo di tutta la vicenda, passa davanti agli occhi in modo talmente veloce e concitato da non lasciare il tempo di elaborare e gustare ciò che il lettore ha agognato di conoscere dal primo capitolo. Nonostante ciò, Sanctus resta una buona lettura che non lascerà delusi anche gli affezionati conoscitori del genere.  L’AUTORE: Simon Toyne, nato a Manchester, ha lavorato per vent’anni come sceneggiatore e regista cinematografico e televisivo, firmando molti grandi successi. Sposato e con due bambini, nel dicembre del 2007 prende una decisione coraggiosa per un padre di famiglia: lascia il posto fisso e decide di trasferirsi per qualche mese in Francia per realizzare il sogno di tutta una vita, scrivere un romanzo. È stato proprio al suo arrivo lì, guidando di notte sotto una pioggia battente, che un’immagine ha folgorato la sua fantasia: la cattedrale di Rouen, le cui guglie si stagliavano contro il cielo livido squarciato dai lampi. È nata così l’idea della Cittadella di Sanctus. Oggi Toyne trascorre parte dell’anno in Francia e parte nel Sussex, e sta già lavorando al suo secondo romanzo.  Il suo sito è: www.simontoyne.net  

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