Si fa presto a scendere in politica tanto quanto si fa presto a dire boiate, anzi, le due cose spesso sono conseguenti, inscindibili, e si fa presto, ma questo adesso lo avrà capito, a sputtanarsi in rete. Mi stupisce che sia, proprio lui che bene o male è sempre stato a contatto con quel mondo giovane e che di tendenze e di cambiamenti se ne dovrebbe intendere, caduto così leggermente in questo dirupo perculatorio. A me Red Ronnie non è mai stato particolarmente antipatico, fin dai tempi di Roxy Bar ed Help – lo dico per fugare ogni dubbio su un eventuale pregiudizio che poi mi si potrebbe imputare- ma questo non lo salva dall’essere biasimato.
Ho sempre sopportato mal volentieri quelle figure del mondo dello spettacolo (provengano essi dalla Tv, dal cinema, o dalla musica) che ad un certo punto della loro vita artistica e professionale sono entrate a piè pari in politica, o ci hanno provato. Con questo non voglio dire che non possano supportore un’idea, appoggiare una determinata linea o pensiero politico o che non possano usare la loro personalità in vista per premere sulla e attraverso la politica, ma da qui ad entrarci a piedi pari, appunto, è cosa differente secondo me. A suo tempo criticai tanto i girotondi di Moretti quanto l’entrata in campo di Grillo, tanto per fare due nomi.
Red Ronnie, consigliere della Moratti ha fatto proprio una cagata pazzesca e a dirlo non sono io, ma la rete (e non solo). E’ scivolato esattamente allo stesso modo della sua consigliata: ha detto una balla su una cosa che, per quanto marginale (ma siamo poi sicuri?) possa essere al discorso politico più alto, ha finito comunque per travolgerlo, perché se dici una cosa non vera o parzialmente non vera in rete nel giro di mezz’ora questa è facile che venga smascherata, criticata, perculata e tu con lei.
E’ parte della forza della rete, anzi è forse uno dei suoi ruoli più socialmente utili, è in un certo senso anche un meccanismo di autodifesa del e dal basso, uno dei pochi che ci siano rimasti. Ma questo Red avresti dovuto saperlo (voglio ribadirlo), visto che, a quanto ne so, avevi accettato anche il ruolo di consulente di internet e nuove tecnologie per il Comune di Milano nello staff politico del sindaco Letizia Moratti.
C’è un momento, nel proprio percorso professionale artistico in cui due sono le possibilità: o continui a fare quello che stai facendo nell’attesa che il mondo si dimentichi di te determinando la tua fine in attesa poi di essere rispolverato da quell’effetto memorabilia/amarcord di cui tu sei certo uno dei massimi esperti, o ti ritiri al momento giusto a testa alta quando sei ancora in tempo per non concedere spazio ai rimorsi e agli errori e aspetti, comunque buono buono, sulla tua poltrona di essere rispolverato da quell’effetto memorabilia/amarcord, e non Pisapia.
Non lo hai fatto. Ma di peggio, nel lanciare quell’attacco non hai nemmeno considerato (ma non ne sarei troppo sicuro) che, a proposito di giovani e musica, è stata proprio la giunta Moratti ad estirpare, quasi fossero erbe infestanti, tutta una realtà di locali e circoli dove i giovani, quei giovani che ora ti perculano, potevano trovare e dare libero sfogo. Ma questo va annoverato nelle fila degli errori politici e pure grossolani, e gli errori politici si sa, li paghi a caro prezzo.