In data 10 luglio scrissi un post, letto da pochissimi in realtà, nel quale esprimevo tutti i miei pensieri più negativi dopo aver risposto sul sito del Partito Pirata ad un articolo pubblicato sul sito dell’On. Laura Boldrini. Un post decisamente “cattivo”, non lo nego, che poi ho oscurato visto che qualcuno dall’alto mi ha concesso la possibilità di replicare nello stesso sito (ancora ringrazio).
Il problema permane, ed è per questo che mi siedo sulla sedia ed investo 5 minuti di tempo per confidarmi nuovamente in questo blog: il Partito Pirata nel quale milito non è stato invitato a prendere parte alla Commissione parlamentare per l’”Internet Bill of Rights” promosso dalla stessa Presidente della Camera. Quello stesso Partito Pirata che, data la sua internazionalità, potrebbe fornire una visione consolidata e matura dei problemi del web e di come risolverli. E’ nelle sue tematiche core, per diamine!
Ignorato, snobbato, messo da parte. Come ad un cagnolino, con la pubblicazione nel sito dell’On. Boldrini gli è stato tirato un biscotto come contentino.
Non mi piace la situazione, forzata da trattati internazionali. Non mi piace una Commissione che, nonostante contenga diversi nomi importanti, sarà infine probabilmente composta da poteri forti, gente impreparata, ed interessi economici. E’ stato detto che sono stati convocati i rappresentanti delle associazioni: noi cosa siamo?
Allo stesso Partido Pirata brasiliano è toccata una triste esperienza: loro sono riusciti a contribuire fin dal principio alla stesura del testo, anche tramite la “Carta de Olinda“, per poi vederselo ritoccato e rivisto in peggio dalle varie istituzioni politiche. In Italia, nemmeno ci fanno contribuire alla stesura del testo… solo alle sue revisioni, forse. L’unica “speranza” è che si concretizzi il tweet che segue.
L’articolo originale che scrissi non l’ho tuttavia cancellato, ed intendo recuperarne il finale.
I diritti digitali non sono diritti civili di serie B, e qualcuno sta mistificando troppo questa faccenda. Fu così che, in perfetto stile Orwelliano, i buoni diventarono cattivi ed i cattivi finirono (come sempre) a legiferare schifezze ingiuste.