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Renato Fucini, Il Battello

Da Paolorossi

Dopo una nottata d’inferno, nevica sempre. I faggi, nudi e stecchiti, agitandosi sotto la furia del vento, si frustano tra loro con le cime, mandando uno strepito secco come di scheletri combattenti nel buio per l’aria. Fra poco spunterà il giorno. Lo dice quell’albore squallido che si affaccia laggiù in fondo dalla parte di levante; ma che trista giornata si prepara per i taciturni abitatori della montagna! La scala del misero albergo risuona ai colpi d’un passo grave e ferrato.
— O che volete andare in giro anche stamani, Battello, — domandò dal letto la padrona.— Io dico che siete impazzato!
— O che oggi non si mangia, Mariannina? Dio ci assista. Sempre avanti, Savoia!

E con questa risposta fra il desolato e il burlesco, il Battello, curvo sotto il peso del suo grosso carico di mercanzia, si sbacchia l’uscio dietro le spalle e via, nel buio, fra la neve che lo accieca e il vento che lo tribola, frugandolo fino alla carne, attraverso agli strappi della giacchetta sempre umida dalla pioggia dei giorni passati.
— Donne, il Battello! — grida quel martire, passando vicino alle prime casette affumicate.
Nessuno risponde. Dormono.
— Avanti, avanti!

Campagna toscana inizi '900 - Anziano al lavoro - Foto tratta da

Campagna toscana inizi ’900 – Anziano al lavoro – Foto tratta da “Come eravamo-Lucca” – Ed. Il Tirreno

Sul far del giorno, la bufera rinforza e il freddo diventa più acuto. Il Battello non se ne accorge. Anzi ha caldo, anzi è sudato, e la fronte gli cola a goccia a goccia.
— Avanti, avanti!

La salita è di una asprezza diabolica; l’andare è un pericolo, fra la neve sempre più alta e insidiosa, su per quei dirupi e per quei viottoli tracciati dalle pecore lungo gli orli delle forre profonde. Ecco un’altra casetta!
— Donne, il Battello.
— Ce n’avete salacche. Battello? — domanda una donna dallo spiraglio d’una finestra.
— Sì; levate ora dal mare.
— O matasse di cotone?
— Anche quelle. Specialità della casa; prodotti di Parigi.

Dopo un quarto d’ora il primo affare è fatto, e il Battello riprende la via, tastandosi nelle tasche della giacchetta i tre soldi e le due uova che ha guadagnato. Anche le uova! perchè lui, dove i suoi clienti non abbiano da pagarlo con danari, si adatta a far cambio della merce con polli, cacio, agnelli, castagne e che so io. Ma le uova sono pericolose. La settimana passata, rotolando in un burrone, se ne schiacciò addosso una dozzina, e tutto il guadagno della giornata andò in fumo. La luce del giorno è finalmente comparsa; una luce bianca e diffusa come in una notte di luna. La neve è quasi cessata, ma il vento si scatena più indemoniato che mai, e il freddo si fa sempre più intenso. Dalla fronte del Battello cola abbondante il sudore che, scorrendogli a gore per la faccia, si rappiglia in gelo all’estremità della barba.
— Avanti, avanti!

La neve del terreno, che già arriva al ginocchio, comincia a indurire. Fra poco, se il freddo aumenta ancora, sarà capace di reggere alla superficie il peso del suo carico e quello del suo carico di mercanzia.
— Allora sarà un andare da principi, — pensa rallegrandosi il Battello. — Dio ci assista! Dio ci assista! Sempre avanti, Savoia!

Campagna toscana inizi '900 - Intere generazioni vivevano nella stessa casa - Foto tratta da

Campagna toscana inizi ’900 – Intere generazioni vivevano nella stessa casa – Foto tratta da “Come eravamo-Lucca” – Ed. Il Tirreno

Era il suo grido di guerra favorito. Ma quelle invocazioni si dispersero, non ascoltate, fra gli urli della bufera che, dopo una breve sosta, incominciò a turbinargli dintorno più minacciosa e più folta.Girò tutto il giorno, facendo sentire ad ogni casa il suo grido:
— Donne, il Battello — che da ultimo pareva un lamento; cadde più volte, rovesciando la merce del corbello; si riposò sfinito a ridosso dei castagni spaccati; soddisfece la fame con una coda d’aringa e si dissetò succhiando la neve.
— Donne, il Battello…. Donne, il Battello….

A notte fitta, la padrona del l’alberguccio dove era alloggiato il Battello, e un gruppo dei suoi conoscenti, stavano seduti davanti al fuoco, parlando impensieriti di lui e della sua famiglia lontana.
— Eccolo! — gridò a un tratto la padrona.
— È lui, è lui!
— Questa, sì, è la sua voce! — gridarono gli uomini.

Il Battello, appena rientrato nella via maestra e visto ormai assicurato il suo ritorno, veniva avanti cantando un’ottava della Gerusalemme. Entrò acclamato nella cucina calda e piena di fumo, si alleggerì del suo peso, e girandosi allegro intorno alla fiamma, annunziò i buoni affari della giornata, dichiarando che quella sera voleva fare scialo. La padrona intese, e si mise subito all’opera. Lo scialo del Battello voleva dire una farinata gialla col soffritto di porri, e un’aringa intera sul treppiede.

Note : 

Con una metafora immaginosa, Battelli, in alcuni luoghi dell’Appennino, quei venditori ambulanti i quali, venuti dal piano, corrono la montagna per tutto l’inverno, con un grosso corbello dietro le spalle, a vendere mercerie, terraglie, salumi, ecc.

 

( Renato Fucini, Il Battello, tratto da “All’aria aperta” 1897 )

 


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