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Renzi: “Parole, parole parole…”

Creato il 03 dicembre 2013 da Margheritapugliese

Dal 25 al 27 Ottobre si è svolta la tre giorni renziana alla Leopolda a Firenze, prima stazione ferroviaria del capoluogo toscano, inaugurata nel 1860, oggi adibita a sede di meeting e congressi.

Matteo Renzi ha concluso l’annuale incontro con i suoi sostenitori con un appello, di circa un’ora, nel quale ha esposto le sue idee e proposte per cambiare l’Italia e il Pd. Ha iniziato parlando della storia della kermesse fiorentina, intesa come “la più grande occasione di rendere ragione del tempo che mettiamo nella politica”, “luogo,spazio, nel quale la politica ci lega, ci accomuna, ci entusiasma”, insomma un ricredere nella politica.

Successivamente ha risposto alle critiche della nomenclatura del Pd, riguardo l’assenza di bandiere del partito, dicendo:”L’obiettivo non è mettere una bandiera ma cambiare il Paese. Il problema è che non ci sono croci sul simbolo del Pd. Vogliamo aprire,allargare la Leopolda per portare a votare il Pd chi non lo ha mai fatto o che non lo rivoterebbe”.

In seguito ha cominciato ad esporre i suoi quattro punti, quattro impegni, accompagnati dalla parola d’ordine che è “semplificare”. Il primo riguarda l’Italia, come uscire dalla crisi e come rendere più chiara la vita politica e amministrativa. Renzi propone una riforma costituzionale per il superamento del bicameralismo perfetto perchè “sta bloccando la semplificazione e la produzione normativa”, un “costante ping pong”, quindi propone la cancellazione del Senato trasformandolo nella Camera delle Regioni, composta dagli amministratori locali e di conseguenza senza pagare i 315 senatori attuali.

Inoltre indica la riforma del Titolo V un “errore del centro-sinistra (2001)” perchè c’è un eccesso di potere concorrente tra Regioni e Stato su questioni che dovrebbero avere la cabina di regia a Roma, come Energia e Turismo. Insieme a questa riforma ci dovranno essere le cancellazioni delle Province (Renzi è stato presidente della Provincia di Firenze dal 2004 al 2009), delle comunità montane, dei consorzi di bonifica, ritenuti tutti enti inutili, da eliminare per diminuire i posti di nomina politica.
Altro punto importante è il tipo di legge elettorale che renda governabile e stabile il nostro Paese. Il primo cittadino di Firenze indica in quella “dei sindaci”, prevista nei comuni italiani, con doppio turno, quale modo migliore per sapere subito il vincitore, quali numeri ha per governare e che, soprattutto, “responsabilizza e fa governare per 5 anni”.

Si scaglia contro le larghe intese, “mai più giochini alle spalle degli italiani”, non ricordando che i suoi parlamentari (circa 200) stanno tenendo in piedi il Governo Letta. Infine parla della “ineludibile” riforma della giustizia, poichè “il sistema giustizia è una vergogna”, “un cittadino può essere messo in galera, senza possibilità di difendersi” (quale codice penale consulta costui???Ndr) e fa l’esempio dell’ex a.d. di Fastweb Silvio Scaglia, assolto in primo grado dopo aver fatto 3 mesi di carcere e 9 di arresti domiciliari.

Ma insomma: questo signore sembra non conoscere nulla di procedura penale, o fa finta di non saperlo, perchè se sfogliasse il codice vedrebbe che agli art. 273 e 274 ci sono scritte:”sussistenza di gravi indizi” e “esigenze cautelari”, queste ultime si intendono come i motivi per i quali una persona viene fermata, messa ai domiciliari o in carcere.
E’ bene ricordarlo: le cause per cui una persona può essere incarcerata sono tre: inquinamento delle prove, pericolo di fuga, reiterazione del reato. Quindi la carcerazione preventiva non è paragonabile ad una condanna nel processo, poichè il giudice può valutare quei “gravi indizi” diversamente dal Gip che dispone l’arresto, intendendoli non sufficienti per configurarsi in un reato.

Poi Matteo Renzi, proseguendo nel suo appello, arriva al secondo punto, riguardante l’Europa. E qui ha ripropone la contrapposizione tra l’idea dell’Europa dei popoli e l’Europa dei populismi, costituita dal FN di Marine Le Pen e i vari partiti euroscettici.

Ha imputato all’Europa una “inconcludenza politica”, poichè ha tralasciato situazioni tragiche come l’emergenza migratoria a Lampedusa,” conseguenza della fine della primavera araba”, o come quella che sta vivendo la Libia,ora in mano a gruppi terroristici di Al Qaeda, e ha continuato a parlare del rispetto dei vincoli di Maastricht, una “discussione tecnocratica” che non si occupa dei problemi delle persone

In vista delle prossime elezioni europee, previste per maggio 2014, e il successivo semestre europeo italiano, Renzi propone: costituzione di un servizio civile europeo, un’unica scuola di diplomazia europea, spese militari a livello europeo(quindi esercito europeo), politiche sociali uniformi in tutti gli Stati membri, basta appelli dell’Europa sull’emergenza lampedusana e quindi “mandi navi a Lampedusa a pattugliare, insieme a noi, le coste del Mediterraneo, dia risposte alle famiglie e ai morti di Lampedusa, si carichi dell’emergenza sociale che questo rappresenta”, poiché l’isola siciliana è “la porta dell’Europa” e quindi deve essere valorizzata, aiutata e non lasciata sola. Successivamente passa al terzo punto del programma che riguarda il lavoro, introdotto da slogan come “la sinistra che non cambia è destra” oppure ” non sei di sinistra se non aiuti a creare lavoro”.

Il Sindaco di Firenze elenca statistiche sul Pd e le caratteristiche del suo elettorato e ambiti professionali, dove è più forte e dove meno. “Il Pd è il primo partito tra i lavoratori pubblici e pensionati, il secondo tra gli studenti (???, Ndr), terzo tra disoccupati,operai e lavoratori autonomi”.
Poi passa alla critica del suo partito perchè prende pochi voti “nella seconda regione italiana” costituita da 6 milioni persone (disoccupati e rassegnati), senza i quali non si possono vincere le elezioni, e i motivi sono da ricercare nello scarso entusiasmo e poca speranza che trasmette il Pd, ma anche perchè “diamo l’impressione di parlare di lavoro senza avere davvero la voglia di cambiare”.

Il cambiamento renziano parte da un “Job Act”, una proposta legislativa sul lavoro che sarà presentata nei prossimi mesi (precedentemente al primo maggio, festa dei lavoratori) dalla componente parlamentare che fa capo al sindaco di Firenze. In questo documento ci sarà lo stravolgimento dell’attuale sistema della formazione professionale “come in Germania e in Alto Adige” (senza spiegare nulla in concreto, Ndr), più efficienza dei centri dell’impiego che in Italia trovano lavoro solamente al 3% dei ragazzi mentre in Svezia la percentuali sale al 41%, semplificazione del “codice del lavoro”, costituito da più di duemila norme, “non credibile e non attraente per gli investitori stranieri”, quindi propone di scrivere solamente 60-70 articoli e tradurli in inglese (senza parlare del contenuto di essi, Ndr).
Infine c’è il quarto ed ultimo punto che riguarda l’educazione, la volontà di far crescere il Pil nazionale ripartendo “dagli asili nido, istruzione, dignità, cultura, scuola”, in particolare quest’ultima deve essere un fondamentale punto di rinascita, in quanto si deve ricominciare “a credere sugli insegnanti e interpellarli prima di fare riforme”.

Fino a qui la cronaca dell’evento svoltosi a Firenze durante lo scorso fine settimana.

Ora passiamo ad analizzare l’inconcludenza, la mancanza di concretezza delle proposte di Renzi, capace solamente ad esporre slogan astratti, inconsistenti. Il futuro segretario del Pd (forse anche futuro premier italiano) non ha messo nella sua “agenda” temi importanti, fondamentali che cambierebbero davvero l’Italia, come: lotta alla mafia, non intesa solo dal punto di vista militare(come è stato fatto sempre in Italia), ma soprattutto nelle sue ramificazioni nell’economia reale e nei suoi rapporti con politica e professionisti (spesso complici o,addirittura, al servizio di essa),oppure la lotta all’evasione fiscale (120 miliardi all’anno) e al sommerso italiano, pari a 250 miliardi di euro all’anno, oppure la cancellazione dalla nostra Costituzione di quell’abominevole vincolo europeo chiamato pareggio di bilancio, che non consente per i prossimi decenni spesa sociale in nome della stabilità contabile.
Inoltre non vi è traccia dello stop ai cantieri di alcune “grandi opere” inutili come il Tav in Val di Susa, il Terzo Valico tra Genova e Milano, il Muos a Niscemi, oppure dare diritti civili e sociali alle coppie omosessuali o di fatto (non sparando solamente slogan) , oppure di una vera progressività fiscale, come stabilito dalla nostra Carta, secondo la quale chi ha di più deve dare di più, della lotta alla corruzione che costa annualmente 60 miliardi di euro alle casse statali.

Ma questi temi , e altri ce ne sarebbero da elencare, Matteo Renzi li ha tralasciati.
E intanto a sinistra del Pd non si muove nulla, se non l’avvicinamento di Sel al sindaco di Firenze.
NON VOGLIAMO MORIRE DEMOCRISTIANI!


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