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Renzi passato al rasoio di Occam

Creato il 02 dicembre 2013 da Albertocapece

matteo_renziE’ da ieri che mi tormento per capire cosa abbia voluto intendere Renzi  quando ha arroncigliato le palle d’acciaio di Letta, lasciate momentaneamente incustodite e le ha montate sulla sua oratoria da scafato chierichetto di se stesso, uscendosene fuori con una sorprendente dichiarazione:  ”Il Pd deve tirare fuori il coraggio, l’orgoglio, la responsabilità. Non può soltanto inseguire ciò che fa il Governo o il resto della maggioranza, deve iniziare a dire le cose che secondo noi servono e su questo essere molto duro”.

Ho cercato lumi sulla migliore stampa, ma non ho trovato spiegazioni degne del momento che attraversa il Paese per una dichiarazione che avrebbe avuto un senso con Berlusconi in maggioranza (e che non è mai stata fatta), ma che ora è priva di significato visto che il governo è  in mano al Pd, se si eccettua la pattuglia degli alfaniani. Così mi è sembrato ovvio fare un elenco  di possibili significati, seguendo la sistematica Scolastica di Guglielmo di Occam.

Ambito cognitivo : Renzi non è stato informato  che oggi è il Pd a governare sia pure con con l’ausilio di pattuglie di ventura, ma in una formula sostanzialmente monocolore.

Ambito mediatico: è una serie di parole che fa bella figura in vista delle primarie dell’8 dicembre ed è oltretutto magnificamente ambigua perché suona vagamente anti berlusconiana ai piddini autoctoni e anti alfaniana ai pidiellini che andranno nei gazebo. In più dà l’impressione di stimolare l’orgoglio di un partito che di fatto non esiste più nella sua funzione di rappresentanza dell’elettorato.

Ambito personale: mettere a cuccia Alfano, il traditore, come omaggio al Berlusconi furioso oltre che maggior contractor delle aziende di famiglia del sindaco.

Ambito partitocratico: avvisare Letta che è ora di un rimpasto di governo perché la componente alfaniana ha troppi ministri (cinque tra cui uno, Quaglierello di osservanza quirinalizia) ed è ora che vadano sostituiti con qualche renziano.

Ambito politicante: avvisare Letta che col sindaco alla guida del partito sarà lui a gestire la conversione neo democristiana, che il nipote non osi tentare un’unificazione ciellina, margheritina e alfaniana sotto di sé, altrimenti farà in modo di staccare la spina. Il resto, le tre proposte inconsistenti, come obiettivo per un anno, sono fuffa allo stato puro, solo titoli di un menù, ma senza una cucina di elaborazione politica.  Basti pensare che ogni riforma elettorale vedrebbe l’insanabile contrasto tra Pd e i fuorusciti, mentre troverebbe una sponda in Forza Italia.

Ambito politico: un modo indiretto e astuto di riportare in gioco Berlusconi mettendo un nuovo carico sul governo Letta – Napolitano già traballante sotto il peso del’immobilismo e dei contorcimenti contabili. E forse un discorso al nipote perché suocero intenda che il Cavaliere ha bisogno di un po’ di “solidarietà” istituzionale.

Sono solo alcuni dei possibili significati del non senso nel quale viviamo immersi.


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