Non ho mai amato la Lega. Ho sempre considerato il leghismo una forma perversa di egoismo territoriale. Ciononostante, molte delle politiche leghiste le ho sentite mie: dalla lotta alla criminalità organizzata, alla esigenza di regolamentare i flussi migratori. Certamente però non ho mai condiviso gli eccessi leghisti, come il separatismo, la buffonata chiamata “Padania” e il pregiudizio radicato negli italiani del nord di un sud fatto di abusi edilizi, falsi invalidi e mafia. Forse perché io al sud ci vivo o forse perché il nord non è poi così vergine come i leghisti ci hanno sempre voluto far credere.
Ma è chiaro che nonostante non abbia amato il partito di Bossi, esso ha rappresentato, in questo turbolento ventennio, una delle poche e vere opposizioni al sistema. Con le sue politiche politicamente scorrette ma giuste, ha demolito l’ipocrisia della sinistra, l’ha rivoltata come un calzino e l’ha denudata davanti al popolo. Il centrodestra, in questi termini, deve parecchio al leghismo, seppure oggi l’impressione pare essere quella di una presa di distanza e di un atteggiamento freddo e distaccato nei confronti dei guai giudiziari che hanno ridotto il fenomeno leghista a una controfigura di se stesso.
E su questo aspetto, la tempesta giudiziaria, che vorrei soffermarmi. Perché la mia impressione è che la Lega abbia subito un tracollo giudiziario troppo preciso e chirurgico per essere frutto del caso. Per carità, non metto in discussione — almeno finché non si sarà pronunciato un giudice — le indagini dei magistrati, ma è chiaro che i guai leghisti sono esplosi in un contesto politico davvero particolare, e quando avrebbero dovuto essere prese decisioni cruciali. A partire dal Fiscal Compact per finire con le amministrative comunali che hanno coinvolto molte grandi città del nord, tra cui Parma.
Direte: il solito complottismo. La giustizia è la giustizia. Ebbene, rispondo: non proprio. Se è vero che la giustizia è la giustizia è anche vero che troppo spesso qui in Italia assistiamo a vortici giudiziari che poi, puntualmente, finiscono in un nulla di fatto. A titolo di esempio: è di oggi la notizia di un Berlusconi completamente prosciolto dall’accusa di appropriazione indebita e frode fiscale per l’affare Mediatrade. Ed è di pochi giorni fa il deposito della motivazione sulla sentenza del caso Mills che dichiarò il reato di corruzione a carico del Premier prescritto. Entrambi le sentenze hanno censurato l’operato del pool di Milano. Ciononostante, domandiamoci: questi processi, quanto hanno pesato, negli anni, sugli equilibri e i rapporti politici di questo paese? Quanto hanno condizionato l’orientamento politico degli elettori e le scelte di fondo delle forze al Governo?
Le risposte probabilmente le conoscete. Non potrebbe essere diversamente. Perciò, tornando alla Lega: Fiscal Compact, nuovi equilibri politici, spread, pressione dei poteri finanziari, governo retto e guidato da un uomo legato a doppio filo alle banche, e poi dall’altra parte, una delle poche opposizioni a questo Governo — la Lega appunto — che puntualmente finisce sotto i riflettori per una laurea in Albania, per una ristrutturazione della casa di Bossi, per un investimento in Tanzania. E quanto sono costati, al partito di Bossi, in termini di immagine e voti, questi scandali, ripresi a titoli cubitali sui quotidiani nazionali?
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Parecchio. Troppo. La verità è che oggi la Lega è un cumulo di macerie, e credo e sono convinto che Bobo Maroni non avrà né la forza né il carisma per riportarla ai suoi antichi splendori padani. Perciò, salvo miracoli, il leghismo sarà destinato a sfumare sempre più nell’anonimato e nel folklore degli irriducibili, perché lo scandalo giudiziario (o meglio la sua eccessiva amplificazione mediatica1) ha colpito con efficacia nel segno. Ha prodotto il suo risultato naturale: rendere inoffensiva una forza politica scomoda. E la Lega, con Monti al Governo e la democrazia sospesa, era una forza politica scomoda.
Concludo con una constatazione. Ho parlato in altri post precedenti del disegno volto a eliminare (o almeno a rendere inoffensivo) politicamente ed elettoralmente la sfera di destra/leghista dell’arco politico. Ebbene, a conti fatti il disegno è riuscito. Mai come ora il partito berlusconiano è ai minimi termini di consenso (anche a causa sua), e mai come oggi la Lega rischia di scomparire definitivamente. Perciò prepariamoci al peggio. Prepariamoci ad anni di sinistra, governi tecnici, e ancora sinistra, e prepariamoci alle peggiori nefandezze buoniste che questa classe di politicanti ex comunisti ed ex democristiani combineranno a nostro danno per radicarsi sempre più nel potere.
- Non accaduta per esempio in relazione ai ben più sostanziosi scandali che hanno colpito la sinistra: dallo scandalo Penati alla Sanità Pugliese. ↩
di Martino © 2012 Il Jester