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Resilienza

Da Anna
Resilienza
 “Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici”Gibran
La perdita di una persona cara o del lavoro, una malattia o un incidente gravi sono esempi di esperienze di vita che possono turbare gli equilibri psicologici di una persona; in coincidenza di questi eventi sono in molti a provare emozioni forti ed un senso di profonda Resilienzaincertezza. Generalmente, col tempo, le persone trovano il modo di adattarsi bene a queste situazioni.Ma cos’è che consente l’adattamento alle avversità? 

La “resilienza” Resilienza è un termine derivato dalla scienza dei materiali e indica la proprietà che alcuni materiali hanno di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione.In ingegneria, la resilienza è la capacità di un materiale di resistere a sollecitazioni impulsive, infatti diversi materiali che resistono bene a carichi statici (materiali tenaci) possono offrire scarsa resistenza a carichi improvvisi (causati ad esempio da urti). La resilienza, più precisamente è definita come l'energia per unità di volume assorbita da un materiale durante la deformazione elastica (a differenza della tenacità, in cui si considera la deformazione plastica fino a rottura). La resilienza dipende oltre che dalla natura del materiale, dalla temperatura, dalla rapidità di applicazione del carico, dalla presenza e dalla forma di intagli.  Un materiale con bassa resilienza presenta un comportamento fragile.In ecologia e biologia la resilienza è la capacità di autoripararsi dopo un danno. La resilienza di un ecosistema indica la sua capacità di tornare ad uno stato simile a quello iniziale dopo avere subito uno stress. Lo stress può essere dovuto ad un evento di tipo antropico (ad es inquinamentodisboscamentocambiamento climatico, l'invasione da parte di una o più specie aliene) o di tipo naturale (ad es. un evento atmosferico, un incendio, una frana). Gli ecosistemi mediterranei di tipo naturale (ad es. la macchia mediterranea), caratterizzati da forte variabilità di molti fattori ambientali, hanno evoluto una forte resilienza ad eventi naturali quali gli incendi, le forti mareggiate, il crollo di costoni rocciosi e le specie tipiche di questi ambienti riescono a ricolonizzare velocemente le aree distrutte o fortemente degradate da questo tipo di eventi. Di contro, molti ambienti tropicali (ad es. la foresta pluviale o le barriere coralline), i cui parametri ambientali sono rimasti quasi immutati per millenni, non hanno la capacità di rigenerarsi a seguito di stress anche molto meno degradanti di quelli descritti sopra. In generale si pensa che in un ecosistema ad una maggiore variabilità dei fattori ambientali corrisponde una alta resilienza delle specie che vi appartengono. In caso di specie animali e vegetali, quando queste presentano alti tassi di resilienza vengono definite specie r-strateghe.

Caratteristiche delle persone resilienti

Le persone con un alto livello di resilienza riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. L’esposizione alle avversità sembra rafforzarle piuttosto che indebolirle. Esse tendenzialmente sono ottimiste, flessibili e creative; sanno lavorare in gruppo e fanno facilmente tesoro delle proprie e delle altrui esperienze.Bisogna concepire la resilienza come una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto all'esperienza, ai vissuti e, soprattutto, al modificarsi dei meccanismi mentali che la sottendono.Secondo Susanna Kobasa, una psicologa dell’università di Chicago, le persone che meglio riescono a fronteggiare le contrarietà della vita, quelle più resilienti appunto, mostrano contemporaneamente tre tratti di personalità:- l’impegno;- il controllo;- il gusto per le sfidePer impegno s’intende la tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività. La persona con questo tratto si dà da   fare, è attiva, non è spaventata dalla fatica; non abbandona facilmente il campo; è attenta e vigile, ma non ansiosa; valuta le difficoltà realisticamente. Perché ci sia impegno è necessario avere degli obiettivi, qualcosa da raggiungere, per cui lottare e in cui credere.Per controllo s’intende la convinzione di poter dominare in qualche modo ciò che si fa o le iniziative che si prendono, ovvero la convinzione di non essere in balia degli eventi. La persona con questo tratto per riuscire a dominare le diverse situazioni della vita è pronta a modificare anche radicalmente la strategia da adottare, per esempio, in alcuni casi intervenendo con grande tempestività, in altri casi indietreggiando, prendendo tempo, aspettando.L’espressione gusto per le sfide fa riferimento alla disposizione ad accettare i cambiamenti. La persona con   questo tratto vede gli aspetti positivi delle trasformazioni e minimizza quelli negativi. Il cambiamento viene vissuto più come incentivo a crescere che come difficoltà da evitare a tutti i costi, e le sfide vengono considerate stimolanti piuttosto che minacciose. La persona generalmente è aperta e flessibile.Impegno, controllo e gusto per le sfide sono tratti di personalità di cui si può avere consapevolezza e perciò possono essere coltivati e incoraggiati.


Fonti
Cyrulnik B. I brutti anatroccoli. Le paure che ci aiutano a crescere. Frassinelli, 2002
Cyrulnik B e Malaguti E.; Costruire la resilienza; Centro studi erckson; 2005
Casula c. Consuelo; Giardinieri, principesse e porcospini; Francoangeli; 2008Groopman J; “anatomia della speranza”; Vita e Pensiero; 2004Short D. e Casula C. Consuelo; Speranza e resilienza; Francoangeli; 2009Trabucchi P.; “Resisto dunque sono”; Corbaccio; 2007Walsh Froma; La resilienza familiare; Raffaello Cortina editore; 2008



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