Credit: UCSB
Un team internazionale di ricercatori che comprende James Kennett, professore di Scienze della Terra all’Università della California di Santa Barbara, ha scoperto del materiale fuso in un sottile strato di roccia sedimentaria in Pennsylvania, nel South Carolina, e in Siria. Secondo i ricercatori, il materiale – che risale a circa 13.000 anni fa – si è formato a temperature comprese tra 1.700°C a 2.200°C, ed è il risultato di un impatto cosmico sulla Terra. Questi nuovi dati sono gli ultimi a sostenere con forza la controversa ipotesi di Younger Dryas Boundary (YDB) , che propone un impatto cosmico avvenuto 12.900 anni fa, al momento della comparsa di un insolito periodo climatico freddo chiamatoYounger Dryas. Questo episodio si è verificato in corrispondenza della grande estinzione della megafauna del Nord America, tra cui mammut e bradipi giganti di terra, oltre alla scomparsa della cultura preistorica. Evidenze morfologiche e geochimiche del materiale fuso confermano che non possiede un’origine vulcanica, né tantomeno umana. “La temperatura molto elevata appare identica a quella prodotta in noti episodi di impatti cosmici come il Meteor Crater in Arizona“, ha detto Kennett. “Le temperature estreme richieste – continua – sono uguali a quelli di una bomba atomica, sufficientemente alta per fare fondere la sabbia e farla bollire.” La prova che il materiale abbia origine cosmica si estende su tre continenti e copre quasi un terzo del pianeta, dalla California all’Europa occidentale, e persino in Medio Oriente. Dal momento che i siti citati distano tra loro anche 10 mila chilometri, è molto probabile che esistano tre o più grandi epicentri d’impatto, probabilmente causati da uno sciame di oggetti cosmici, frammenti disgregati tra un asteroide o da una cometa. Le scoperte dei ricercatori appaiono negli Atti della National Academy of Sciences.
fonte: meteoweb.eu