Sabato 28 maggio alle ore 16 verrà inaugurato il riallestimento del Museo d'arte contemporanea "Giuseppe e Titina Dal Verme" del Castello di Zavattarello (Pv). Se mi volto indietro a due anni fa, quando ho iniziato a occuparmi di questo museo, quasi non lo riconosco più. È cresciuto a vista d'occhio, come un bambino, come un figlio. Le opere in esposizione sono aumentate da una trentina a 75, con l'apertura di una nuova sezione di sculture, inaugurata lo scorso aprile. Ed ora ecco il nuovo allestimento, realizzato grazie al contributo di Regione Lombardia, che è più funzionale e scientifico del precedente, con un nuovo ordinamento delle opere e pannelli informativi e didattici. Già ho raccontato che spesso, durante le visite al Castello, capitava che alcuni visitatori storcessero il naso di fronte alle opere d'arte contemporanea. Invece ultimamente, da quando si sono aggiunte le sculture di Aldo Gambuzzi ed è stato completato il rinnovo dell'allestimento museale, sembra che la gente sia più interessata alle opere del Museo, o quantomeno non ho più visto espressioni di disgusto sui volti, ma curiosità, attenzione e persino piacere. Nel contesto adatto, con la giusta presentazione, con qualche parola di spiegazione, è come se il mistero della creazione artistica avesse riacquistato il suo arcano fascino, persino riguardo a opere enigmatiche o provocatorie. A parer mio, i visitatori sono più aperti nei confronti del museo perché sentono e percepiscono che il museo è più aperto nei loro confronti. Lo scambio è divenuto veramente a doppio senso, è stato come infranto l'invisibile muro che fino a non molto tempo fa pareva separare senza via di scampo opere e pubblico, persino il museo e il castello. Ora la simbiosi è completata, contenitore e contenuto dialogano e convivono senza traumi nè stonature, e il pubblico se n'è accorto e ha apprezzato. Non ci resta altro da fare se non impegnarci a proseguire lungo questa via di crescita.
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