Valico di Ponte Chiasso
di Sabina Barca
COMO, 17 giugno 2011 – La notizia è rimasta sotto traccia. Ieri il ministro ticinese Marco Borradori, presidente della Regioni Insubria, ha decretato un ultimatum: “Governo e Parlamento del Canton Ticino hanno chiesto a Berna di bloccare i 54,9 milioni di franchi, 45,7 milioni di euro, di fondi di ristorno dei frontalieri in pagamento il prossimo 25 giugno finché non sarà applicata la mozione votata all'unanimità dai parlamentari italiani per cancellare la Svizzera dalla lista nera dei paradisi fiscali – incalzando - Non vogliamo trattenere i fondi fiscali dei lavoratori poiché rientrano in accordi internazionali. Ma chiediamo che siano depositati su un conto vincolato, finchè alle parole non seguano i fatti”.
Le dichiarazioni del ministro ticinese sono avvenute durante l'assemblea generale della Comunità di lavoro di confine.
E chiarisce che, nel caso in cui, non pervenga alcuna risposta da Berna e/o da Roma, decideranno il da farsi.
Il denaro in questione è indispensabile per i Comuni e Provincie di confine; sono le imposte alla fonte di 50.000 lavoratori italiani impiegati nel Ticino che nel 2010 non hanno versato Irpef e addizionali in Italia.
La lista dei paradisi fiscali è stata fortemente voluta dal Ministro R. Tremonti il quale, da tempo ha nel merito un braccio di ferro con la Svizzera in particolare con la Lega Ticinese, ormai anti-italiana.
Gli spropositi del leader Giuliano Bignasca, detto il “nano”
Il G. Bignasca, versione del Borghezio padano, non perde occasione per minacciare l'espulsione di almeno 18 mila lavoratori padani tra Varese e Como accusati di rubare il lavoro agli svizzeri. Dopo la vittoria politica di aprile, vinta appunto con la frase: “via gli italiani dalla Svizzera” il nano, sopranome del Bignasca, forte della vittoria schiacciante e della maggioranza ottenuta nel parlamento confederato, ha subito lanciato un monito: “Tremonti trema! Basta fiscovelox, le tasse dei frontalieri devono rimanere in Ticino, basta attacchi al segreto bancario!”
Dopo la dichiarazione del ministro elvetico, è evidente che, nonostante il far finta della Lega Nord e del ministro Tremonti, la lega ticinese non ha perso tempo.
E' la politica di fazioni, da borgate che le rispettive leghe predicano, così in pochi km si consuma una crude rivalsa razziale fatta da nemici stranieri. Un déjà-vu per noi italiani.
Cresce l'odio per i lavoratori italiani: “padani terroni della svizzera”
L'ostilità ticinese verso il lombardi (vedi) è forte, tanto da impegnare forum in internet (vedi) dove con accanimento si esprimono giudizi contro gli italiani. Nel forum pausa caffè si legge da tale raoulbel “secondo me hanno ragione!!! I padani vanno lì a rubargli il lavoro, e i svizzeri pagano le tasse!!!
E buon per loro che almeno i padani non gli scopano le donne!!!”
In risposta 5maggio2002.7 dice; “l'hanno presa alla larga … ma è al colosseo che mirano … fidati … gia gli abbiamo dato l anfiteatro romano di verona … che queste bestie chiamano arena … aho, mica è un pollo ... BESTIE. e se mi girano le palle me lo smonto e me lo riporto a casa. perche me piace, d estate me fa ombra e c ho er giardino ventilato - e prosegue - vanno li solo a portare delinquenza, e hanno voglia di fare nulla … conosco la figlia di un ticinese … al quale padre crollò la fabbrica … e questi frontalieri l hanno fatto fallire perche non lavoravano mai … ora li odia … ma solo il 90 per cento”.
Chissà se domenica a Pontida Bossi parlerà di questo ai suoi padani, e sarà in grado di rassicurali.
PUBBLICATO DA DAZEBAONEWS
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