“Mi spiace di non poter portare tutte le mie conoscenze in Italia. Sì, mi spiace proprio. Non credo riuscirò a tornare nella Penisola. Obiettivamente -ora come ora- la vedo dura. E neanche voglio, perché la mia posizione attuale è un sogno“. Raccoglie così “Giovani Talenti” lo sfogo di Serena Ivaldi, 32enne ricercatrice presso l’Inria francese, a Nancy.
La robotica segna fin dall’infanzia le passioni di Serena: all’università l’aspetta Ingegneria Informatica, che conclude con il massimo dei voti. Subito dopo, avvia il percorso di dottorato in “Tecnologie Umanoidi”, all’Istituto Italiano di Tecnologia.
“Alla fine del dottorato, ho scelto di partire per un post-doc all’estero. Tentennavo un po’“, ricorda ancora oggi Serena, che però -alla fine- fa la scelta che segnerà la sua vita. Conscia che, nel campo della ricerca, un’esperienza oltreconfine è di fatto imprescindibile, per forgiare un curriculum di livello superiore.
Se l’obiettivo iniziale era partire, per poi fare ritorno… questo “lieto fine” non si è ancora concretizzato. Tre anni di post-doc a Parigi, poi sei mesi in Germania, fino al recente rientro in Francia, presso il centro di ricerca di eccellenza transalpino. L’unico tentativo di rientro nella Penisola finisce per scontrarsi con la sostanziale inaccessibilità delle pochissime posizioni aperte, nel settore della ricerca a livello nazionale.
In Francia Serena sperimenta invece un contesto di concorsi molto più aperto, competitivo e trasparente, che le permette l’approdo all’Inria: “la robotica tricolore è conosciuta nel mondo. Però i posti sono limitati, e da italiana mi fa male vedere che molti giovani ricercatori di successo non lavorano qui, ma all’estero. Trovo anzi molto triste, quando torno a casa, il sentirmi accusata di aver “abbandonato” il Paese, o di essere fuggita per una mia convenienza“, riflette dalla Francia Serena.
Ospite della puntata è Giorgio Metta, direttore dell’ICub Facility, presso l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Con il professor Metta, che ha alle spalle anni di lavoro all’estero, proviamo ad andare al cuore dei problemi della ricerca italiana: perché offre così poche possibilità ai giovani?
Nella rubrica “Expats” vi raccontiamo di un nuovo esperimento di radio web, nata per informare la vasta comunità di emigrati italiani in Gran Bretagna. Musica e informazioni utili, per i giovani connazionali Oltremanica. Ne scopriamo di più, con Filippo Baglini, direttore e fondatore di “LondonOne Radio”.
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La discussione di marzo: “Il premier Matteo Renzi ha recentemente dichiarato: “Sono vent’anni che i talk show parlano delle stesse cose, dei cervelli all’estero. Danno l’immagine che l’unica industria che funzioni e sia vincente è l’industria della lagna, invece quella che vince è l’industria della ricerca e dell’innovazione”. E’ così, secondo voi? Parlare di cervelli all’estero equivale a “lagnarsi”?”
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Alla prossima puntata: sabato 21 marzo, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24