La domenica di Che Tempo che fa ci regala un misto di riflessione e cultura. Due mondi a confronto nel preserata di Rai3. Luca Mercalli meteorologo a impatto zero, non perde l’occasione per parlarci della nostra produzione di immondizia. I rifiuti in Italia crescono più rapidamente del Prodotto interno lordo, ogni persona produce 520kg di rifiuti all’anno. “È molto facile fare rifiuti – afferma Mercalli – però quando finiscono nel posto sbagliato possono fare molti danni, un pezzetto di plastica, apparentemente innocuo, di pochi grammi, può uccidere un pesce o un uccello marino e alla lunga può entrare nella catena alimentare e creare tossicità anche all’uomo”.

E non c’è crisi che tenga, infatti i rifiuti — di qualsiasi natura essi siano — crescono ogni anno, anche a fronte della crisi economica in atto ormai da anni. Le strategie di prevenzione sono poche, poco diffuse e scarsamente efficaci; riguardano quasi esclusivamente il settore degli imballaggi e riescono a malapena a limitare l’aumento dei consumi di questo settore merceologico che cresce ad un ritmo doppio rispetto ai rifiuti urbani. “Rispetto agli altri paesi europei, l’Italia ha molto da fare – prosegue Mercalli- paesi virtuosi come l’Austria che ha il primato del riciclo, mentre noi siamo al 35% del differenziato, una cifra minima, che semplicemente significa, che raccogliamo in modo separato ma, non è detto che sia riutilizzabile, l’Austria fa il 68% di vero riciclo”. Dobbiamo impegnarci per raggiungere risultati migliori ma, è evidente che la situazione attuale costringe i Comuni ad affrontare senza strumenti e risorse una situazione in cui non possono fare altro che rivalersi economicamente sui cittadini.
Effettivamente se non è possibile contare su sistemi che disincentivino la produzione di imballo eccessivo e non riciclabile a monte e su quelle legislazioni già operative all’estero che si sono rivelate efficaci, si tratta di dover affrontare “una guerra” senza poter contare sulle armi più efficaci, iniziando per esempio col ridurre i costi sostenuti dai Comuni in modo proporzionale all’effettivo livello di riduzione e riciclaggio raggiunto.

La scrittrice statunitense Patricia Cornwell nel libro Ritratto di un asssassino: Jack lo squartatore – caso chiuso, dopo diverse ricerche, identifica il serial killer nel pittore inglese Walter Sickert. Le prove che l’autrice porta per affermare la sua teoria sono molteplici, ma gli studiosi della vicenda le hanno quasi unanimemente dichiarate poco convincenti. La Cornwell ha dedicato più di un anno allo studio della figura dello squartatore, acquistando persino alcune lettere che Jack lo squartatore scrisse alla polizia londinese, nonché

