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Riciclo e arte a "Che Tempo che fa"

Creato il 26 novembre 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Riciclo e arte a Che Tempo che faLa domenica di Che Tempo che fa ci regala un misto di riflessione e cultura. Due mondi a confronto nel preserata di Rai3. Luca Mercalli meteorologo a impatto zero, non perde l’occasione per parlarci della nostra produzione di immondizia. I rifiuti in Italia crescono più rapidamente del Prodotto interno lordo, ogni persona produce 520kg di rifiuti all’anno. “È molto facile fare rifiuti – afferma Mercalli – però  quando finiscono nel posto sbagliato possono fare molti danni, un pezzetto di plastica, apparentemente innocuo, di pochi grammi, può uccidere un pesce o un uccello marino e alla lunga può entrare nella catena alimentare e creare tossicità anche all’uomo”.

Riciclo e arte a Che Tempo che fa
La causa principale di questa crescita è da addebitare all’aumento di modalità di consumo “usa e getta”. Ma la crescita annua, riguarda non solo i rifiuti urbani, ma anche i rifiuti speciali. “Di questi 520kg per persona ci sono 7 volte tante di rifiuti industriali che ci portiamo dietro alle spalle, che non vediamo, ma ci sono”. Se agli urbani si sommano i rifiuti speciali, si superano abbondantemente i 100 milioni di tonnellate di rifiuti che complessivamente il nostro paese produce ogni anno. Un bel record!

E non c’è crisi che tenga, infatti i rifiuti — di qualsiasi natura essi siano — crescono ogni anno, anche a fronte della crisi economica in atto ormai da anni. Le strategie di prevenzione sono poche, poco diffuse e scarsamente efficaci; riguardano quasi esclusivamente il settore degli imballaggi e riescono a malapena a limitare l’aumento dei consumi di questo settore merceologico che cresce ad un ritmo doppio rispetto ai rifiuti urbani. “Rispetto agli altri paesi europei, l’Italia ha molto da fare – prosegue Mercalli- paesi virtuosi come l’Austria che ha il primato del riciclo, mentre noi siamo al 35% del differenziato, una cifra minima, che semplicemente significa, che raccogliamo in modo separato ma, non è detto che sia riutilizzabile, l’Austria fa il 68% di vero riciclo”.  Dobbiamo impegnarci per raggiungere risultati migliori ma, è evidente che la situazione attuale costringe i Comuni ad affrontare senza strumenti e risorse una situazione in cui non possono fare altro che rivalersi economicamente sui cittadini.

Effettivamente se non è possibile contare su sistemi che disincentivino la produzione di imballo eccessivo e non riciclabile a monte e su quelle legislazioni già operative all’estero che si sono rivelate efficaci, si tratta di dover affrontare “una guerra” senza poter contare sulle armi più efficaci, iniziando per esempio col ridurre i costi sostenuti dai Comuni in modo proporzionale all’effettivo livello di riduzione e riciclaggio raggiunto.

Riciclo e arte a Che Tempo che fa
Dall’educazione del rispetto ambientale al mondo dell’arte, con il professor Flavio Caroli che nella rubrica “misteri dell’arte” affronta tematiche misteriose che riguardano il mondo artistico. E stasera va in scena il mistero dei misteri, il giallo dei gialli, il serial killer per eccellenza, il  leggendario Jack lo Squartatore. E come uniamo il più celebre e sconosciuto “mostro” della storia con il senso del bello artistico? Con un nome:  Walter Richard Sickert pittore inglese morto nel 1942. Contemporaneo degli impressionisti fu a Parigi in contatto con le contemporanee esperienze francesi e in particolare con E. Degas. Visse prevalentemente a Londra, alternando lunghi soggiorni in Francia. Tipo strano, affittava case strane in quartieri strani. Un  intervento al pene lo aveva reso impotente. Accanto alle numerose opere che ritraggono, con tratto sommario dai densi e opachi impasti cromatici, i vivaci ambienti dei music-hall londinesi, ritrae anche paesaggi marini, squarci dai toni caldi di vita vere fermati sulla tela. Poi comincia a dipingere scene inquietanti con colori pastosi e opachi. A partire da “L’omicidio” del 1909 dove il corpo di una povera donna, nuda, con il sesso scoperto viene esposto allo sguardo dell’osservatore. La carne sfatta, domina la scena, mentre di taglio la presenza dell’omicida ci regala una suspence tipica del giallo. Anche il quadro dal titolo “l’Olandese” ci appare misterioso. Il soggetto è una prostituta che non ha pscicologia, il volto assente è tumefatto dall’ombra, mentre il corpo dominante, risulta essere quasi uno scarto di macelleria. Un grandissimo pittore, la cui fama venne oscurata dal sospetto che fosse l’artefice dei numerosi delitti londinesi.

La scrittrice statunitense Patricia Cornwell nel libro Ritratto di un asssassino: Jack lo squartatore – caso chiuso,  dopo diverse ricerche, identifica il serial killer nel pittore inglese Walter Sickert.  Le prove che l’autrice porta per affermare la sua teoria sono molteplici, ma gli studiosi della vicenda le hanno quasi unanimemente dichiarate poco convincenti. La Cornwell ha dedicato più di un anno allo studio della figura dello squartatore, acquistando persino alcune lettere che Jack lo squartatore scrisse alla polizia londinese, nonché

Riciclo e arte a Che Tempo che fa
diverse opere pittoriche di Sickert, tra cui la serie ispirata ai delitti del killer, dipinta vent’anni dopo e il dipinto che raffigura quello che la polizia definì la stanza di Jack, una camera in affitto a Whitechapel. Sospetti che non ebbero effettivi risultati ma che lasciarono al pittore la fama di personaggio inquietante e intenso.


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