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Ricordarsi di ricordare

Creato il 14 dicembre 2012 da Hydepank
Ricordarsi di ricordare

la paura

Oggi ho incontrato per strada un uomo strano. Era appoggiato a un angolo, come se fosse in attesa di attraversare la strada. Ma era come… indeterminato. Fermo sulle gambe, leggermente proteso in avanti col tronco, i capelli a spazzola, rossicci, la giacca di una mimetica militare. Ho pensato, per un attimo: vai, ecco il pazzo che spara anche qua. Ne ho riso con mia moglie. Poi ho pensato che il pazzo-che-spara ogni tanto, come ha detto Barack Obama, riciccia. Loro ci sono abituati, anche se non riescono a mettere un freno alla diffusione fuori controllo delle armi. In media ne hanno più di una a testa. Stavolta è capitato in Connecticut, la dinamica è più o meno la solita, i morti decine, sono piccoli, perlopiù, così aumenta lo strazio. La domanda è la stessa, ogni volta: accade perché loro sono così (eccedono con il possesso di armi) oppure c’è qualche ragione che ci sfugge, legata in qualche modo alla società americana? E, visto che è accaduto anche qua, è possibile che il crescere della paura e del conflitto sociale porti al moltiplicarsi di simili eventi? Si resta, per il resto, attoniti, e non si può fare niente, se non registrare la cosa nella memoria e piangere. Ho scoperto oggi che non ricordavo più la dinamica della strage avvenuta a Firenze l’anno scorso, in cui un folle neonazista aveva ucciso due ragazzi senegalesi, ferendone in modo gravissimo un altro, per poi suicidarsi. Segno che la memoria è più che mai volatile, anche per persone che pensano di mantenere alta l’attenzione su certe questioni. Una cosa da tenere a mente, per ricordarsi di ricordare.


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