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Rifiuti tossici in Valle Bormida, ecco i primi provvedimenti

Creato il 01 dicembre 2010 da Lapulceonline

acna, inquinamento, rifiuti tossiciE’ stato approvato all’unanimità nel Consiglio Provinciale di ieri un Ordine del Giorno sull’Acna, l’azienda con sede nel savonese che per decenni, scaricando i propri rifiuti chimici, ha deturpato gravemente la Valle Bormida.

A far sentire la propria voce soprattutto il consigliere Pd  e sindaco di Rivalta Bormida, Walter Ottria, il quale ha sollecitato una rapida bonifica dell’area colpita e un equo indennizzo per i territori e le popolazioni piemontesi che per oltre un secolo hanno subito l’inquinamento dell’Acna, ponendo anche l’accento sul diritto d’informazione e di tutela di cui gli abitanti del luogo coinvolti godono anche in pieno svolgimento della vicenda.

Con l’approvazione dell’Ordine del Giorno la Provincia di Alessandria ha dunque richiesto “un fermo intervento degli enti locali, della Regione Piemonte e del Parlamento affinché si chiarisca la situazione della bonifica del sito ex-Acna. Nel particolare si tratta della “zona A2” (destinata al riutilizzo) e della “zona A1” (discarica) che conta milioni di metri cubi di rifiuti industriali tossico-nocivi e terre contaminate”; si sono chieste  “garanzie per la tutela della salute della popolazione della Valle Bormida, condannata per i prossimi decenni a convivere con milioni di metri cubi di rifiuti tossico-nocivi”, sottolineando quanto sia necessario dare garanzie per ottenere un costante e attento monitoraggio del sito, anche da parte dell’ARPA Piemonte, e che “l’importo del danno ambientale dovuto alla Valle Bormida piemontese sia stabilito con urgenza e nei termini stabiliti dalla legge e dalle Direttive CE: chi ha inquinato deve provvedere al risanamento e a un equo indennizzo”. (L’Accordo di Programma del gennaio 2007 tra Ministero dell’Ambiente e Regione Piemonte prevede che la sezione programmatica possa disporre di 23.500.000 di euro, oltre al 75% dell’ammontare del danno ambientale in via di definizione da parte del Ministero); si è poi chiesto di “procedere alla nomina dei tre esperti, finora mai nominati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiamati a definire l’ammontare del danno ambientale,  e che “si escluda fermamente la possibilità che l’ex sito Acna possa venire ceduto a titolo di indennizzo per il danno procurato alla Valle Bormida”. “Oltre al danno dell’inquinamento subito per oltre cent’anni”, è inoltre emerso che “d’ora in poi si dovrà gestire un sito che necessiterà di essere attentamente vigilato per decenni”. E poi l’aspetto finanziario della faccenda, in cui si è chiesto al Ministero dell’Ambiente di mettere a disposizione della Regione Piemonte i 23.500.000 di euro previsti dall’Accordo di Programma, “da utilizzare dagli Enti Locali seguendo una definizione concordata degli interventi da realizzare”. Infine-, il Consiglio Provinciale ha sollecitato che in questa fase ” si coinvolgano la popolazione e le Associazioni Ambientaliste con incontri pubblici da effettuarsi nelle tre province della Valle Bormida, in modo da rendere trasparenti e condivise le decisioni future degli enti locali”.

Forti provvedimenti dunque e appoggio a chi, volente o nolente, si è trovato vittima di quello che ha tutti i requisiti per essere definito un vero e proprio disastro ecologico.


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