Riceviamo da una cittadina e volentieri pubblichiamo
STIAMO TUTTI SERENI!
Questa frase detta da Renzi a Letta rischia di diventare il tormentone più duraturo e universalmente valido non solo di questa campagna elettorale ma forse di tutta la storia repubblicana.
C’è poco da stare sereni in realtà, di solito apro il giornale e mi sento male; stamani non so da che parte cominciare.
Non ho voglia di ammorbarmi le meningi di prima mattina e cerco ogni scusa per rimandare, prima il caffè, poi guardo Facebook, i tre account di g-mail… di male in peggio, le cose da curare sono troppe, forse è meglio tornare alla lettura del quotidiano, magari fra un’arrabbiatura e l’altra ci scappa anche una risata.
Apro Repubblica e noto qualche bella pubblicità di moda, donne bellissime e curatissime che propongono occhiali e borse che non potrò mai permettermi, una nuova macchina in promozione proprio sotto un articolino ad hoc sulla “ripresina dei consumi” (ma guarda che combinazione, la semiologia l’hanno inventata loro del resto) e già questo mi rassicura.
Si, inconsciamente mi rassicura; la bellezza del consumismo ha un fascino innegabile, un tempo ha rischiato anche di diventare una sindrome, poi ci ha pensato una crisi economica coi fiocchi a guarirci tutti.
Ecco, adesso posso passare con più animo alla lettura di qualche articolo delle prime pagine e cosa vedo? La più riuscita combinazione di personaggi messa in campo dai poteri forti di questo paese per distruggere i diritti dei lavoratori, l’informazione dei cittadini e la nostra eroica democrazia: Renzi e Napolitano.
Accumunati non solo nello stile delle recriminatorie (tardive) sui facinorosi ultrà che dettano legge allo Stato direttamente dagli stadi ma, cosa molto più preoccupante, insieme nel progetto criminale di attuare importanti riforme costituzionali lampo, in barba al più elementare principio parlamentare: la democrazia elettiva.
Un parlamento dichiaratamente incostituzionale perché votato attraverso una legge elettorale incostituzionale, ha nominato un presidente della Repubblica che per la qualità transitiva degli addendi diventa anche lui incostituzionale… o no?
Forse qualche ricordo di mala matematica riaffiora senza volere, siamo al guazzabuglio, ma ci può stare visto il contesto.
Sempre per restare nell’assurdo e correre il rischio di diventare noiosa, continuo a chiedermi ma come possono permettere i cittadini italiani che un presidente del consiglio non eletto dal popolo possa prendere accordi con un pregiudicato (“Berlusconi “, per chi avesse dubbi vista la grande concentrazione di criminali nei palazzi del potere) per smontare pezzo pezzo il Senato, la legge elettorale e il settore Giustizia?
Ma come è possibile?
Forse è spiegato da qualche parte, in qualche altro articolo che non ho ancora letto. Per questo continuo con più accanimento nella lettura e trovo un bel titolo che forse fa al caso mio: “Il retroscena”[*]
Eccolo là. Qui sicuramente è spiegato tutto, lo dice anche il titolo, bastava cercare, che stupida che sono.
Dunque cerco di farmi uno schema logico, perché così mi hanno insegnato a scuola; per memorizzare alla fine della lettura di un saggio o di un articolo occorre farsi una domanda: “Qual è la tesi che l’autore vuole sostenere?”
È un metodo infallibile, serve anche a capire se ti stanno prendendo in giro (per non dire peggio) o no. Provare per credere.
Certo bisogna avere una normale capacità di sintesi, se non c’è nemmeno quella, l’autore vi darà a bere qualunque raffazzonata dottrina.
Penso di essere almeno normodotata e per questo provo una sintesi:
1) Forza Italia minaccia di non avallare il testo del governo sulla riforma del Senato se non verranno recepite alcune modifiche
2) Renzi pensa che se scende ad un compromesso con Forza Italia i sondaggi vedranno scendere il suo governo e il PD, inoltre Beppe Grillo, detto “lo sciacallo”, udite udite: “Non aspetta altro che un suo passo falso o un compromesso al ribasso”. Quindi nisba, si va avanti a muso duro. Prendere o lasciare.
3) A questo punto interviene in soccorso Napolitano, che si mostra preoccupato “come sempre per lo stallo delle Riforme” (di queste riforme! ) e convoca subito alla cattedra la capoclasse, il ministro Boschi.
Omammina santissima, c’è da STARE SERENI!
Ma un barlume di speranza o almeno di puerile compensazione mi viene dato due righe più sotto da Civati, il grande deluso (più di noi!) che accusa Matteo di essere il nuovo Gattopardo e nel suo ultimo saggio Qualcuno ci giudicherà ci informa che “non ci sta, sogna un cambiamento che parta dal basso e cominci a risanare le zone più buie e malate della Repubblica” e se Renzi non ne sarà promotore, allora lui “dovrà prendere le sue carabattole e provare un’altra strada a lui più congeniale”.
STAI SERENO Matteo Renzi, ci pensa Civati.
[*] La Repubblica, 06 maggio 2014, pag.11, articolo di Francesco Bei e Giovanna Casadio