Quando si spegne una stella, la sua luce si propaga nell’universo ancora per diverso tempo. Anni o decenni. Delle volte anche per secoli.
La natura vuole regalare agli spettatori romantici e innamorati, la luce degli astri, la più preziosa, affinché intere generazione possano goderne. E in una vita ammiriamo e ci emozioniamo per la luce di qualcosa che non brilla più. Oppure, in alcuni casi, possiamo emozionarci per la voce di chi non canta più. Come oggi, a distanza di 20 anni, ancora mi emoziona una di quelle che considero la miglior voce degli ultimi decenni, che con il suo tono, il suo timbro, la sua estensione riesce ad accarezzare e far vibrare le corde della mia anima.
Oggi, 20 anni fa, esalava il suo ultimo respiro Sua Maestà Freddie Mercury.
Il 24 novembre è il giorno più triste per la mia anima musicale. L’addio per un personaggio unico, immenso e inimitabile. E forse irraggiungibile. Perchè in un mondo dove tutto cambia e le correnti sono generate dai media, secondo il gusto o gli affari, il mito resta lì, sospeso, nel punto più alto. Tutto cambia, si rivoluziona, il vecchio lascia il posto al nuovo ma la storia resta la base di ogni esperienza che verrà.
E allora stasera, preso da una forte nostalgia, mi sono riascoltato alcuni brani del grande Freddie Mercury e ho cercato qualche notizia in giro per la rete riguardo il progetto del film su di lui. Non trovando niente di interessante, mi sono soffermato sulla notizia ormai vecchia di due anni, della classifica dei migliori 100 cantanti di tutti i tempi, stilata dalla rivista Rolling Stones e sono rimasto allibito. Avevo sentito parlare di Bohemian Rapsody come canzone del secolo, qualche anno fa ma di questa classifica non sapevo nulla. Forse sarebbe stato meglio così.
1. Aretha Franklin
2. Ray Charles
3. Elvis Presley
…
18 Freddie Mercury
Questo è il podio e già avrei qualcosa da dire. Li faccio passare tutti e 100 e alcuni, nella mia ignoranza musicale sono anche sconosciuti. Ma mi accorgo, per esempio che tra i 100 più bravi manca Frank Sinatra. Ma se lo chiamavano “The Voice” come fa a non essere in classifica?
Ma soprattutto…cosa ci fa Freddie Mercury, riconosciuto internazionalmente come una delle migliori voci, in 18esima posizione?
Indipendentemente dalle classifiche che vanno più in base alle simpatie che all’effettivo valore del cantante, quello che conta è l’emozione che uno prova quando lo sente. Per cui non dirò mai che per me uno è più bravo dell’altro ma che uno mi emoziona più di un altro. E Freddie Mercury ancora oggi mi emoziona più di chiunque altro. Ho ascoltato molta musica, moltissimi bravi cantanti, ottime band ma dal mio punto di vista nessuno potrà mai eguagliare la Regina.
Ci sono periodi in cui ascolto più uno o l’altro, mi piace uno o l’altro ma quello che riesce a toccarmi le corde del cuore è solo lui. Tra gli italiani amo Renato Zero, ma questa è un’altra storia.
Quando parlo di Queen mi viene in mente la prima canzone che io ricordi, “We are the champions” che cantavo a squarciagola da bambino quando giocavo a calcio nel cortile. Non sapevo nemmeno chi fossero i Queen ma quella canzone l’avevo sentita dopo una finale della vecchia Coppa dei Campioni vista alla tv. E poi Radio Ga Ga che piace tantissimo a mia mamma e che da bambino ascoltavo spesso quando la passavano alla radio e lei alzava il volume per sentirla.
Ma non ero ancora amante della musica quindi non nutrivo nessun interesse nel ricercare il cantante e dopo quei due titoli non ricordo altro. Fino al Natale del 1991. I miei genitori, su mia richiesta, mi regalano uno stereo con cd tutto mio e mia sorella completa l’opera con 2 cd: Greatest Hits 1 e 2 dei Queen. Non sapevo nemmeno chi fossero, ma la copertina del secondo mi piaceva. Accesi lo stereo e fu subito amore. Incondizionato. Amavo quella voce, amavo quelle canzone. Me ne accorsi all’istante. Da lì iniziò un’affannosa ricerca di tutti i dischi del passato e tutte le informazioni riguardanti Queen e Freddie Mercury, in un epoca in cui non esistava internet e la biblioteca era l’unica fonte di notizie, peraltro nemmeno aggiornate.
Una mattina, prima della scuola (ero ancora alle medie), durante la colazione su Video Music o una stazione simile mostrano il video di una canzone dei Queen. Vado a cercarla per riascoltarla e quella, in 20 anni, è rimasta per me la canzone simbolo che forse nessuna potrà mai sostituire nè superare: These are the days of our lives. E’ incredibilmente meravigliosa. Unica. Per tanti motivi. Ma soprattutto perchè quelli che si vedono nel video sono gli ultimi primi piani che Freddie concesse alle videocamere prima di essere distrutto dalla malattia. Anche se non è da tutti considerato tale, credo che quello sia stato il suo saluto ai fan (memorabile il suo “I still love you” finale) ripercorrendo in quattro minuti tutta una vita.
Poi ancora Thanks God It’s Christmas, In the laps of the gods, The show must go on, Made in Heaven, A kind of magic, Under Pressure, I’m going slightly mad…e tante, tante altre che hanno piano piano riempito cuore e orecchie con la voce e la musica fino al Concerto per eccellenza, che ho potuto ammirare solo qualche anno più tardi in videocassetta, Live at Wembley che ha segnato la storia del gruppo.
Ecco, in tutto questo periodo rimpiango di non aver assistito ad un concerto e vedere dal vivo le straordinare performance di Freddie.
Lui era, è e sarà sempre la Regina. Il resto…è solo musica.