Magazine Economia
Riflessioni in liberta' sulla Tassazione delle Rendite
Creato il 15 giugno 2011 da Andl @scenaripoliticiVorrei fare qualche considerazione molto spannometrica insieme a voi.
Perche’ il Giappone con 200% di Debito/PIL (tra l’altro in fase di espansione galoppante) paga interessi bassissimi, mentre il Portogallo con un 80% di Debito/PIL sta per fallire e paga gli interessi sul debito a livelli stratosferici?
Ci viene detto che il Giappone e’ un paese solido, con un PIL maggiore, con ampie riserve, etc. a differenza del Portogallo. Ma direi che la causa principale, a mio vedere, e’ che il Giappone e’ indebitato con se’ stesso (specie con le famiglie giapponesi, direttamente o tramite le banche), mentre il Portogallo ha debiti con banche e speculatori esteri.
Seconda domanda: perche l’Italia nei primi anni 90 non e’ fallita, ed oggi col suo 120% di Debito, ha risentito meno di altri dell’allargamento degli spread?
Mi si dira’ che cio’ e’ legato al basso rapport Deficit/PIL rispetto ad altri, tenuto a freno da Tremonti, e per I primi anni 90 per le manovre Amato o per aiuti internazionali. Resta il fatto che l’Italia oggi, ed ancor piu’ allora, aveva un Debito Pubblico detenuto per oltre il 50% dai risparmiatori italiani.
Terza domanda: e’ meglio indebitarsi coi propri genitori, con le banche o con uno strozzino?
Direi che la risposta e’ ovvia. Se ti indebiti con uno strozzino hai Rischi enormi. Idem uno stato se si indebita con banche o istituzioni finanziarie estere, o con la Cina.
Ne capisco, da profana, che l’Italia ha un enorme e strategico interesse, ad aumentare la quota di Titoli del Debito Pubblico in mano a risparmiatori e Banche Italiane, ed a tenere basse le quote di paesi che potrebbero taglieggiarci (Cina, etc) o di finanziarie che potrebbero speculare. Infatti il Risparmiatore Italiano tenderebbe a comprare e vendere titoli con bassa frequenza, tenendo basse le variazioni degli interessi, mentre una finanziaria giocherebbe su rialzi e ribassi ogni giorno. Questo interesse e’ tanto maggiore, in considerazione del fatto che abbiamo un Debito al 120%.
Quarta domanda: poniamo che alziamo le tasse sulle rendite dal 12,5% al 20%, cosa accadrebbe?
Mi rispondo sui soli Titoli di Stato. Questi valgo circa 1500 miliardi dei 1850 del Debito Pubblico Italiano. Diciamo che 800 sono in mano Italiana Iipotizzo siano tutti nelle mani di risparmiatori (cosa che non e’ affatto vera), e che questi rendano 35 miliardi. Per cui con tale increment lo stato incasserebbe ulterior 2,7 miliardi. Siamo sicuri? Di certo le famiglie sarebbero ancor piu’ disincentivate a comprarli (visto che tra l’altro rendono gia’ molto poco). E’ del tutto verosimile che cio’ favorira’ la riduzione della partecipazione delle famiglie alla sottoscrizione del debito, ed alzera’ la percentuale in mano agli “strozzini”, che chiaramente te la farebbero pagare carissima. Personalmente, sono convinta che il costo in instabilita’ ed interessi che ne deriverebbe sarebbe maggiore dei proventi annunciate.
Quinta domanda: prendiamo le tasse sulle rendite sui BOT, CCT e BTP e dal 12,5% le portiamo a ZERO, cosa accadrebbe?
Stessi conti di prima, e salta fuori un’aggravio di circa 4 miliardi per lo stato. Ma stavolta le famiglie sarebbero incentivate ad investire, sostituendosi alla Bank of China ed agli speculator globali.
Scommetto che alla fine risparmieremo in interessi piu’ di quello che spenderemo in mancata tassazione, e renderemo il Debito decisamente piu’ solvibile. Vero e’ che il resto d’Europa applica tasse del 20% circa sui risparmi incluso quelli sui Titoli, ma hanno un Debito dell’85% medio (noi del 120%) ed infatti tale debito e’ per 2/3 in mano straniere (da noi meno della meta’)
Secondo voi, cosa realmente bisognerebbe fare per il bene di questo paese sulla tassazione dei Titoli di Stato?
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COMMENTI (1)
Inviato il 16 giugno a 14:20
Bisognerebbe fare l'esatto contrario di quanto propongono sindacati e confindustria. La Grecia, uno stato quasi sempre governato da coalizioni di centro sinistra e da onnipresenti organizzazioni sindacali, è sul baratro perchè ha vissuto di rendita col debito, finanziando spesa pubblica e posti parassitati nel pubblico impiego. La soluzione in Italia non è certo tassare il risparmio dei semplici cittadini. I miliardari di confindustria la tassazione al 12,5% non l'hanno mai pagata e non la pagheranno neppure se la portiamo al 20. Chi paga sono solo famiglie e piccoli risparmiatori che investono in azioni o titoli di stato. L'Italia dovrebbe fare l'esatto opposto di quello proposto dai sindacalisti: dovrebbe attirare capitali e persone come fa la Svizzera paese in cui la tassazione sui capital gain non esiste. E' ora di finirla di farci prendere in giro da gente come Abete, Marcegaglia, Polverini e Camusso.