La Riforma del Catasto prosegue il suo percorso, ma alcuni ostacoli si stagliano sui lavori parlamentari: secondo le ultime indiscrezioni, infatti, non tutte le condizioni espresse nei pareri delle commissioni Finanze di Camera e Senato sarebbero state recepite. Pertanto il testo, dopo un secondo passaggio in Consiglio dei Ministri la settimana prossima, dovrà tornare in Parlamento per un’altra valutazione.
Un piccolo “stop and go” nel corso dei lavori che definiscono la rinascita delle Commissioni censuarie nel nostro ordinamento: questo non impedirà comunque al decreto delegato di entrare in vigore il 1° novembre 2014: le commissioni censuarie si insedieranno anche in assenza di designazione di uno o più componenti supplenti, entro un anno dall’entrata in vigore del Decreto legislativo, con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Va detto che il primo passaggio della Riforma Catasto 2014 transita per il riordino generale di una fondamentale articolazione istituzionale in materia, ovverosia le Commissioni censuarie.
All’interno del testo del decreto attuativo emergerebbero pertanto alcune modifiche proprio in materia di commissioni: ad esempio, non verrebbe presa in considerazione la richiesta di specificare che la possibilità di chiedere il riesame delle decisioni delle Commissioni censuarie locali in merito alle metodologie di elaborazione dei prospetti delle categorie e classi delle unità immobiliari urbane, e dei relativi prospetti delle tariffe d’estimo di singoli comuni, spetti anche alle amministrazioni comunali e alle organizzazioni maggiormente rappresentative operanti nel settore immobiliare, individuate con apposito decreto delle Finanze.
Le ultime indiscrezioni in merito al decreto attuativo fanno inoltre riferimento all’introduzione della possibilità per le commissioni di nominare un numero di membri supplenti di pari quantità a quelli in carica, esclusa la commissione centrale, che avrà l’organico standard di 25 effettivi e 21 sostituti. Tra i membri di quest’ultima commissione, inoltre, potranno figurare, limitatamente a quelli in rappresentanza di associazioni di categoria del comparto immobiliare, sia docenti che tecnici o professionisti iscritti ad albi o collegi professionali.
Per una visione d’insieme sulle ultime polemiche emerse in merito al processo di revisione leggi l’articolo Riforma del catasto fabbricati: che fine ha fatto la tutela del contribuente? Intervista a Mirco Mion, presidente AGEFIS.
L’obiettivo generale della riforma (come affermato nella legge delega n.23 del 2014) si sostanzia nella necessità di attuare una revisione estimativa equa del catasto fabbricati anche attraverso la definizione degli ambiti territoriali del mercato e la quantificazione del valore degli immobili con l’adozione della nuova “unità di consistenza” costituita dal metro quadrato in sostituzione del vano. Inoltre, proprio attraverso l’operato delle commissioni censuarie si dovrà giungere a generare una base imponibile coerente con l’attuale situazione del mercato.
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