Gli Heat danno il benvenuto a Mike Bibby, vanno anche sul +24, ma poi subiscono il ritorno di Howard e compagni. Denver, sempre priva di Gallinari vince a Utah e centra la quinta vittoria su sei partite dopo la cessione di Carmelo Antohony. Ty Lawson: “Ora non ci sono più mani appiccicose”
- Kirilenko e Smith
Denver, sempre priva di Danilo Gallinari, passa a Salt Lake City, Miami, invece, crolla nella ripresa e si fa superare da Orlando.
Utah-Denver 101-103
Aspettando Danilo Gallinari i Nuggets continuano a vincere. L’azzurro, out anche a Salt Lake City, salterà sicuramente il match di sabato a Los Angeles contro i Clippers, ma potrebbe tornare disponibile per l’importante sfida di giovedì 10 contro i Suns. Denver comunque mostra grande carattere anche contro i Jazz e conquista così la sua quinta vittoria (in sei incontri) dopo l’oramai celeberrima trade della sua stella Carmelo Anthony. Senza Melo i Nuggets sicuramente hanno fatto progressi in difesa e in attacco, come ha dichiarato mercoledì Ty Lawson “non ci sono più mani appiccicose”, una frase chiaramente diretta ad Anthony che testimonia come adesso ci sia più fluidità di gioco. Si sono rifatti il trucco dopo l’All Star Game anche i Jazz cedendo a New Jersey il loro pezzo da novanta Deron Williams, ma a differenza di Denver, attraversano un momento davvero difficile. Gli ospiti iniziano con grande personalità e mettono i difficoltà Utah dal primo minuto. Martin e Nene sotto canestro si fanno sentire, Afflalo e Lawson producono dal perimetro. I Jazz rispondono con i canestri di Devin Harris ma devono inseguire con il fiatone e arrivano al -9 a meta’ del secondo quarto. Con Miles sul parquet i padroni di casa trovano un minimo di continuità in attacco e tornano sotto nella seconda parte della frazione, arrivando comunque al riposo con un ritardo di sette lunghezze. Denver prova ad allungare all’inizio della ripresa ma Utah riesce a rimanere in scia. I Jazz poi cambiano marcia negli ultimi due minuti del terzo quarto. Jefferson e Harris suonano la carica e Utah piazza un parziale di 10-0 trasformando un passivo di otto punti in un vantaggio di due lunghezze. Il pubblico di Salt Lake City si fa sentire e la squadra di casa prova a prendere in mano le redini del match. Coach Karl decide di affidarsi al doppio playmaker nell’ultimo quarto, lasciando sul parquet sia Lawson che l’ex Knicks Felton. Utah non riesce a difendere il proprio vantaggio e Denver a 4’17’’ dalla sirena torna davanti. Un eccellente Afflalo sembra chiudere i conti con la tripla a 11’’ dalla fine che spinge gli ospiti al +5. Harris pero’ risponde dalla lunga distanza e proprio a un secondo dalla sirena Martin rischia di combinare un incredibile pasticcio. Il lungo di Denver, infatti, sulla pressione di Kirilenko, si fa sfuggire il pallone dalle mani sulla susseguente rimessa e in pratica lo regala sotto canestro al russo. Il giocatore di Utah pero’ lo perde e quando lo recupera e trova la retina con un layup la sirena e’ già suonata. Davvero un epilogo incredibile per un match intenso e decisamente divertente.
Utah: Miles 22 (8/14, 0/1), Harris 21, Jefferson 19. Rimbalzi: Jefferson 10. Assist: Harris 9.
Denver: Lawson 23 (5/9, 2/4), Afflalo 19. Rimbalzi: Martin, Nene 8. Assist: Felton, Lawson 5.
- Howard e Quentin Richardson
Miami-Orlando 96-99
Ancora una volta Miami non riesce a chiudere i conti dopo un ottimo primo tempo e si fa rimontare. I Magic zittiscono il pubblico della American Airlines Arena con una ripresa da favola, recuperano un passivo di ben 24 punti nel terzo quarto, e portano a casa l’insperato successo. I padroni di casa, che danno il loro benvenuto all’ultimo arrivato, quel Mike Bibby che dopo essersi accordato per il buyout con i Wizards, e’ approdato a South Beach con grandi ambizioni, nel primo tempo passeggiano contro Dwight Howard e compagni. LeBron James e Dwyane Wade fanno quello che vogliono in attacco e Orlando si deve inchinare. La sola coppia di Miami nei primi due quarti segna 47 punti contro i 45 dell’intero roster di Stan Van Gundy. Miami così va al riposo avanti 63-45 e all’inizio del terzo quarto arriva addirittura al +24. Tutto sembra fin troppo facile per LeBron e compagni ma di colpo i Magic si svegliano. Trascinati dalle triple di un redivivo Jason Richardson, gli ospiti tornano sotto sfruttando anche gli errori in attacco degli Heat. Orlando piazza un’incredibile parziale di 40-9 e trasforma quella che sembrava un’imbarazzante sconfitta in un successo da ricordare. Come troppo spesso le capita, Miami nell’ultimo quarto smette di far girare palla in attacco e si affida all’uno contro uno di James e Wade. I Magic arrivano al +7 ma negli ultimi secondi gli Heat si riavvicinano. Miami a otto secondi falla fine, in ritardo di tre lunghezze, ha l’opportunità di trascinare il match al supplementare ma prima Bosh e poi James trovano soltanto il ferro con buoni tiri dalla lunga distanza.
Miami: James 29 (11/13, 0/2), Wade 28. Rimbalzi: Miller, James 6. Assist: Wade 5.
Orlando: Richardson 24 (3/6, 6/8), Nelson 16, Anderson 15. Rimbalzi: Howard 18. Assist: Nelson 7.