La dislessia dilaga. Colpa del digitale? Colpa dei nuovi mezzi di comunicazione? Colpa di un nuovo linguaggio in codice che lentamente sta prendendo il sopravvento tra giovani e meno giovani? Colpa dei 140 caratteri di un tweet? Colpa dei correttori automatici impostati a caso dei quali ci fidiamo ciecamente? O colpa della Grammatica che ha pensato bene di suicidarsi dopo aver sentito l’ennesimo sfondone? Sto ancora indagando, ma indipendentemente dal “colpevole”, il reato c’è…ovunque!!!
In rete, nelle conversazioni, stampato sui quotidiani così come sulle riviste, nelle mail di lavoro e nelle lettere d’amore scritte a mano. Dov’è finito l’Italiano?!? Gli orrori grammaticali, un tempo segnati con penna rossa e mano pesante, adesso vengono gentilmente chiamati “refusi” (quando sono presenti online) o giustificati come “errori tipografici” (quando ben impressi nero su bianco). In realtà sono sbagli belli e buoni, sintomo di una disattenzione eclatante alla lingua, parlata e scritta. E non si salva nessuno, dalle dichiarazioni riportate sui giornali del caro amato Renzi (lui e la sua culla del Rinascimento) fino ai bigliettini di amanti maldestri.
Ora, tra l’aulico italiano snob del letterato-a-tutti-i-costi e lo sterminio di congiuntivi e condizionali, c’è sempre una sana via di mezzo. Ovvero un ritorno alle origini, alle basi della Signora Grammatica da rispolverare velocemente, da cercare in rete al momento del dubbio, da imparare daccapo! Soprattutto per chi ha l’abitudine di lavorare con le parole, blogger comprese, che dovrebbero limitarsi a didascaliche descrizioni di foto senza bisogno di prodigarsi in inutili discorsi di dubbia correttezza (e utilità)!La situazione, ahimè, non è limitata ai professionisti o allo scritto. Il vero problema sopraggiunge all’orale, quando sarebbe meglio fare scena muta invece di srotolare fior di cappellate. I Tempi Verbali diventano un optional da sorteggiare a caso, l’incoerenza tra soggetto e oggetto è la regola, le preposizioni…quali sono?!? Non sto esagerando, è davvero così. E più gente incontro, con più gente parlo, e più vorrei togliergli il sonoro con un telecomando nascosto. Invece no, mi limito ad inserire il correttore automatico (muto, ovviamente, se no mi si offendono)…E vogliamo parlare di quanto questo vizio moderno possa essere determinante nelle relazioni interpersonali? Di quanto cala precipitosamente il desiderio quando arriva finalmente l’sms di LUI che recita “O voglia di vederti?”!!!-”Ecco, io ho solo voglia di rispedirti in 1° elementare”. Avanti il prossimo, sperando si ricordi qualcosa dei tempi passati sui banchi di sQuola! Che poi, la scuola o l’istruzione, non sono necessariamente i soli fattori determinanti. Anche i laureati, spesso, hanno un pessimo rapporto con la Signora Grammatica. Poverina!Quindi? Facciamo pace con la Grammatica, riportandola in vita in tutto il suo utile splendore o la finiamo di sotterrare?!? A questo proposito, una divertente e concisa mail della “maestra” della ciurma di pirati&sirene può essere illuminante sugli errori comuni&banali. Potete impararla a mo’ di filastrocca o rileggerla fino allo sfinimento
“Gli errori in genere sono i soliti: apostrofi, accenti, cie e gie.
Un’ adorabile insegnante (con apostrofo è donna)
Un adorabile insegnante (senza apostrofo è uomo)
Qual è (senza apostrofo, sempre)
Dà (preferibile con accento se verbo)
Da (senza accento) preposizione
Sé (con accento acuto) è pronome
Se (senza accento) è congiunzione.
Sè (con accento grave) non è nulla, è sbagliato.
Un po’ (con apostrofo, non con accento)
Io sto, egli sta. SENZA accento
Tempo fa (senza accento, fa avverbio)
Egli fa (senza accento, presente verbo fare)
Fa’ (apostrofo, imperativo verbo fare)
Fà (con accento) SBAGLIATO… e così via.“
O in alternativa vi propongo un librino leggero leggero di qualche tempo fa, ma sempre utile e attuale!
More Grammar, More Love!