di Piero Sanzo
Per curiosità e incrollabile fede mi piace verificare costantemente quello che è l’offerta del mondo del lavoro. Siccome sono sempre stato un fautore del cambiamento e non del posto fino alla pensione ficco il naso in quelle che sono le richieste delle aziende.
E dopo gli ultimi anni bui, dove al massimo potevi aspirare a non essere licenziato adesso a sentire gli organi di informazione irregimentati l’ottimismo deve essere il sale della nostra vita, insomma viene sbandierata ai quattro venti una nuova stagione di fiducia e lavoro per tutti.
Crescita, incremento delle assunzioni, fiducia dei consumatori. A sentir loro viviamo un Carnevale di Rio di fiducia e buoni propositi, dove le assunzioni, grazie all’intuizione del Jobs Act dovrebbero fioccare come se piovesse.
E quindi il precario da una vita o chi cerca da tempo un lavoro, irrorato da questa dose di fiducia e attitudine positiva si attende una aumento dell’offerta di lavoro con conseguente pioggia di richieste alla ricerca della giusta professionalità, competenza e caratteristiche con le Aziende pronte a contendersi senza esclusioni di colpi i professionisti migliori.
Minchiate! A parte la naturale regolarizzazione di tutti i poveri del co.co.co e coccodé, sfruttati dalle aziende, che grazie allo sconto li hanno regolarizzati (vedremo poi tra tre anni quando scadono gli incentivi) a me tutta questa sete di ricerca non mi sembra che ci sia.
Quello che noto invece è che grazie alla crisi le aziende che assumono, non tutte chiaramente ancora grazie al cielo ne esistono di serie, hanno puntato al ribasso con pretese assurde e ricompense da prima rivoluzione industriale.
Fatevi un giro tra le offerte di lavoro anche se non siete alla ricerca, scoprirete un mondo bizzarro.
Aziende che ricercano figure mitologiche capaci di trasformare una vite in un carro armato, al quale offrono al massimo inserimento con contratto stage.
Altre che ricercano figure capaci di essere multitasking, overbooking, understressing, avere 5 anni di esperienza,disposto a fare praticantato. Sinceramente un minino di pratica la devi pur fare per capire di che diavolo hanno bisogno prima di poter pensare di lavorare dopo tutti gli ING che hanno sfoggiato nella ricerca.
Fenomenali poi quelle che ricercano gente con esperienza di vendita. Gli aspiranti devono parlare 4 lingue, lavorare nel settore da 20 anni, ma proprio quello eh ! Cioè se l’aziende vende bulloni non va bene se hai venduto rondelle, devi provenire dal settore bulloni !!! Insomma, vieni che devo fottere portafoglio alla concorrenza. Gente che chiaramente non ha mai venduto al di fuori della loro provincia e che nel giro di 6 mesi vorrebbero fatturare come una multinazionale senza spendere un centesimo in formazione.
Per farla breve, nonostante molti dicano che si vede la luce in fondo al tunnel, io credo che alla fine nonostante tutto siamo diventati numeri e in qualità di dipendenti solo costi e non risorse. Questo è l’errore che alcuni imprenditori (sarebbe meglio dire bottegai allargati) fanno senza contare che la qualità delle risorse umane è una delle basi del successo delle imprese.
Piero Sanzo
commenta: Ripresa e mondo del lavoro. Una visione stupefacente della realtà
fonte immagine: Vignette di AGJ