Mario Draghi annuncia nuove misure di stimolo se i prossimi dati sul livello dei prezzi indicheranno il rischio deflazione.
Dall’Olanda, dove ha presenziato ad un convegno per i 200 anni dalla nascita della Banca Centrale del Paese, il Governatore Mario Draghi ha annunciato che la BCE si tiene pronta a varare nuove misure di stimolo monetario qualora le prospettive sull’inflazione dovessero peggiorare. Contro il rischio deflazione, cioè di una bassa inflazione prolungata nell’Eurozona, che frenerebbe la domanda di beni e servizi di consumatori e aziende, ha spiegato, il board interverrebbe con misure anche non convenzionali, nel caso in cui le manovre sui tassi non dovessero funzionare.
Secondo Draghi, potrebbe essere necessaria una terza asta Ltro (Long term refinancing operation o piano di rifinanziamento a lungo termine), ossia l’erogazione di prestiti a basso costo alle banche, ma stavolta mirate a sostenere il credito alle piccole e medie imprese, in modo da riattivare il mercato creditizio.
Un’altra opzione contro il rischio deflazione potrebbe consistere nell’acquisto di asset, in modo da rilasciare sui mercati liquidità, stimolando così i prezzi al rialzo. I titoli che potrebbero essere acquistati dalla BCE sarebbero gli Abs (Asset-backed security), ossia quelli che cartolarizzano i prestiti bancari alle imprese.
La presa di posizione di Draghi è stata più forte del solito, anche se non sarà facile il varo di tali misure, vista l’opposizione di parte consistente dei banchieri centrali, soprattutto della Bundesbank.
Il tasso d’inflazione in aprile dovrebbe mostrarsi più alto dello 0,5% di marzo, per via delle festività pasquali. Ciò significa che il rischio deflazione non sarà così imminente e che difficilmente la BCE dovrebbe intervenire al board di maggio, mentre è probabile che nuove misure siano annunciate nei prossimi mesi. Un sondaggio realizzato da Bloomberg ha rilevato, ad esempio, che i due terzi degli analisti intervistati si attendono un taglio dei tassi entro giugno.
E la comunità finanziaria ritiene che la BCE possa dare vita ad un cosiddetto “quantitative easing” europeo, ossia all’acquisto di asset pubblici e privati, solo dal mese di settembre in poi, successivamente alla fine degli “asset quality review” della stessa BCE, gli esami con cui Francoforte testa la qualità del patrimonio delle più grandi banche dell’Eurozona.