"Come Sire, del cioccolato nei giorni di digiuno?" "Ma certamente - aggiunse il re con gravità - la cioccolata non lo rompe". "Ma Sire, è qualcosa di molto buono, che sostenta e anche nutre." "E io vi assicuro - replicò il re emozionato e arrossendo un po' - che non rompe il digiuno, perché i gesuiti, che me l'hanno detto, ne prendono tutti i giorni di digiuno, in verità senza pane in quei giorni, mentre lo inzuppano gli altri giorni". Questo, e molti altri dialoghi, è possibile trovare nel gustosissimo elzeviro "Il Papa, Nietzche e la cioccolata", saggio di morale gastronomica, scritto da Claudio Balzaretti.
Nelle 250 pagine golosamente redatte dall'autore si scontrano morale e analisi filosofica alla luce di un precetto, quello del digiuno, che per i più abbienti era sicuramente uno status-symbol in quanto si potevano astenere dal cibo, stesi a letto e soddisfatti in tutti i loro bisogni dalla servitù, contrariamente a quello che poteva fare il popolino, il più delle volte sottoposto, più che ad un digiuno, ad una fame endemica. Anche il cioccolato, come per tutti gli alimenti che provenivano dal nuovo mondo, fu definito afrodisiaco e più di qualche severissimo teologo descrisse la cioccolata in tazza, nella versione europea diluita con il latte e profumata da miele e cannella, contrariamente a come usavano consumarla i popoli andini, come causa di un "incendio delle passioni" e di certi "scandali all'interno dei conventi dove non avrebbe mai dovuto essere introdotta".
Ingredienti (per due persone) 200 g di riso Carnaroli 1 bicchiere abbondante di Amarone 80 g di cioccolato fondente 40 g di burro brodo vegetale olio evo sale iodato pepe nero di Sarawak
Procedimento In una casseruola scaldare 2 cucchiai di olio evo, tostare il riso, sfumare con il vino e procedere alla cottura per 14’, aggiungendo di volta in volta il brodo vegetale caldo. Sciogliere a microonde (mi raccomando, mai superare i 350w di potenza) oppure a bagnomaria il cioccolato, unirlo all’ultimo mestolo di brodo e portare a termine la cottura. Lontano dal fuoco mantecare con il burro freddissimo (meglio se fosse posto in freezer all’inizio della preparazione del piatto) e servire immediatamente decorando il piatto, se lo si desidera, con un alchechengi o una foglia d’oro alimentare (la si trova nelle gastronomie più fornite) oppure con un quadrotto della parate restante della tavoletta di cioccolata tritata con il coltello. Il vino di accompagnamento sarà ovviamente quello utilizzato parzialmente per la cottura.