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Ritorna l’Ici sulla prima casa

Creato il 07 dicembre 2011 da Mutuonews

iciRitorna la tassa sulla prima casa che si chiamerà Imu.

Il Governo Berlusconi aveva abolito la tassa sulla prima casa, fu una misura che riscosse il consenso unanime della popolazione e non poche perplessità degli amministratori locali preoccupati dal come coprire le spese statali senza gli introiti dell’Ici.

Nonostante le preoccupazioni si è andati avanti per questa strada per un pò di tempo, togliere un tributo è una misura che dà consenso e poco importa se invece di pagare l’Ici, vediamo poi il giorno dopo, aumentare l’Iva o vediamo tagliati alcuni servizi pubblici, abbiamo il difetto di non collegare le cose e abbiamo anche il difetto di non pensare che se degli introiti vengono meno, ci devono essere delle fonti alternative per recuperare risorse.

Nelle strette di una crisi economica che ci stava portando dritti dritti verso la situazione sociale della Grecia, Monti ha deciso di reintrodurre l’Ici sulla prima casa, ovviamente ciò comporterà delle spese per i cittadini.

L’Ici, che nella nuova manovra finanziaria si chiama Imu, si calcola nel seguente modo: moltiplicando le rendite catastali per 160 (che è il nuovo coefficiente determinato dalla revisione delle rendite al 60%); a cui va applicata l’aliquota dello 0,4% (agevolata per la prima casa) e dello 0,76% (di base per le seconde case); a queste cifre va aggiunto che l’Imu varia a seconda della zona in cui è situato l’immobile e dell’ampiezza dello stesso; per la prima casa si applica la detrazione di 200 euro. Uno “sconto” che potrà essere in seguito ampliato dai Comuni.

Nelle grandi città come Roma e Milano si calcola che l’Imu, rispetto alla vecchia Ici, costerà il 27% in più, una vera e propria stangata

Misura impopolare che Monti ha spiegato facendo leva su due punti: le casse dello Stato sono vuote e occorre ripianare il debito pubblico e in più, l’immobile produce dei costi anche per lo Stato che fa le strade, dota le stesse di illuminazione notturna e quant’altro.

Una misura pesante da digerire, ma gli italiani, vista la condizione disperata in cui versa l’Italia sembrano accettare di buon grado questo contributo che ogni proprietario dovrà versare.


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