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Ritorno a Gisenyi

Creato il 20 luglio 2012 da Dragor

  Plage et goma

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Spiaggia a Gisenyi. Sullo sfondo Goma

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   Gisenyi è legata in modo particolare alla storia alla nostra della nostra famiglia. Nel 1957 mia suocera Marguerite abitava là con suo marito Donat, chef della città. Quando sono scoppiati i primi pogrom anti-Tutsi, le squadre razziste hanno bruciato la loro casa e aggredito Donat a colpi di machete. Poiché era un tipo gentile e anche i razzisti gli volevano bene, invece di colpirlo di taglio lo hanno colpito di piatto, spaccandogli i denti ma lasciandolo intero. In ogni caso l'avvertimento è bastato. Marguerite e Donat si sono rifugiati nella vicina Goma, in Zaire, da dove si sarebbero successivamente trasferiti a Bujumbura per non tornare in Rwanda che nell'ottobre del 1994, dopo la Liberazione. Nel frattempo avevano fatto 12 figli.

   Nel 1996 mi trovavo a Gisenyi come membro di una missione svizzero-danese che doveva fare un rapporto sugli orfani del genocidio e sulla regolarità delle elezioni. Alloggiavo in un grazioso albergo chiamato Hôtel du Nord (ai cinefili questo nome ricorderà la grande Arletty) in compagnia di Hans, un anziano professore di fisica danese, uno degli ultimi membri viventi della scuola di Copenaghen. Nell'albergo c'era anche Colette Braeckman, inviata speciale del quotidiano belga "Le Soir", che aveva la faccia gonfia perché un ufficiale zaïrois l'aveva presa a schiaffi. Infatti l’incauta aveva osato scrivere sul suo giornale che le truppe rwandesi si erano impadronite di Bukavu. Era appena scoppiata la prima guerra del Kivu. Dopo avere inutilmente pregato per 2 anni l'ONU di fare qualcosa per disarmare le squadre di genocidari Interahamwe e i militari delle ex FAR che dopo la Liberazione si erano rifugiati in Zaire e da lí terrorizzavano le popolazioni frontaliere del Rwanda con blitz sanguinosi, il presidente rwandese Paul Kagame aveva deciso di provvedere con i mezzi di bordo e inviato le truppe oltre frontiera, un'azione che si sarebbe successivamente rivelata la spallata finale al regime di Mobutu. Cosí gli Zaïrois tiravano sui Rwandesi, i Rwandesi tiravano sugli Zaïrois e la maggior parte dei colpi finiva sul nostro Hôtel du Nord che stava in mezzo.  

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Hotel musanto house

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L'Hôtel du Nord, oggi Musanto House Hotel.

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   Non avendo alternative, ci siamo attaccati alla birra. Dopo qualche decina di bottiglie, eravamo abbastanza sbronzi per fare un voto: se fossimo sopravvissuti, ci saremmo ritrovati tutti e tre a Nizza (ovviamente la mia città ha steso secche Bruxelles e Copenaghen). Poiché siamo sopravvissuti, Hans non soltanto è venuto a Nizza ma si è anche comprato una casa. Invece Colette non si è fatta vedere.

   E adesso, mentre guardo il tramonto sul Kivu in attesa di passare in Congo, mi abbandono ai ricordi. La cittadina povera e malconcia del 1996 è diventata una specie di Montreux con alberghi che Montreux nemmeno se li sogna. Alloggio ancora all'Hôtel du Nord, che è stato restaurato e adesso si chiama Musanto House Hotel. Nel giardino ci sono delle magnifiche gru. Quando spiegano le ali, mi sembrano leggiadre danzatrici. 

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Gru

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Dragor


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