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Ritratti: il Quartetto Cetra

Creato il 04 febbraio 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

RITRATTI rai3Rai3  con il suo “Ritratti” condotto da Giancarlo Governi dedica allo storico quartetto musicale un profilo domenicale rievocativo.  C’era una volta il Quartetto Cetra. Tempi molto passati, è vero, ma i Cetra hanno fatto parte della nostra storia televisiva e ci hanno lasciato una “fattoria ” piena di canzoni. Eclettici, bravissimi, uniti e grandi professionisti. Questo è , o meglio era, il Quartetto Cetra, un gruppo che ha costituito la colonna sonora della vita degli italiani dal dopoguerra fino alle soglie degli anni novanta, quando purtroppo alcuni dei suoi elementi sono venuti a mancare.

Umberto Eco ha scritto nel suo “diario minimo” una fantacronaca nella quale immaginava che dopo un’esplosione atomica, gli uomini del futuro, ricostruissero il passato, attraverso il ritrovamento di alcuni dischi di musica leggera. Ebbene se si verificasse questo malaugurato caso, bisognerebbe sperare che i dischi in questione fossero proprio quelli del Quartetto Cetra, che per oltre quarantanni è entrato nelle noste case attraverso la televisione, divertendo, satireggiando e prendendo spunto dal variare delle mode e dei costumi. Costituendo una sorta di cronaca dalla metà del secolo scorso: dall’Italia ridotta in brache di tela, dalla seconda guerra mondiale, alle invenzioni del boogie woogie, dei flipper, del jukebox, delle miss fasciate fino al nuovo codice della strada. Dai Platters ai

IL QUARTETTO CETRA_
Beatles, dalla parodia dei grandi romanzi alle canzoni di protesta sociale. Insomma un intero periodo storico musicato a partire da quel lontano 1958 quando il successo dei Cetra  ottenuto attraverso la radio, i dischi, gli spettacoli di rivista e la tv è tale da spingere anche personaggi del cinema come Marcello Mastroianni a cercare la loro complicità.

Ma per sapere come i Cetra avevano cominciato bisogna tornare indietro  nel tempo, di quindici anni. In via Asiago, la sede storica della radio italiana, meta e miraggio di tutti i giovani con aspirazioni artistiche. A quel palazzo tentano di avvicinarsi anche quattro giovani studenti, i quali sospinti dall’entusiasmo di Giovanni Giacobetti, detto Tata, studente di Belle Arti, si ritrovano per cantare le canzoni che amano, ossia i successi americani. I quattro hanno adottato una soluzione musicale innovativa, cantano in coro, armonizzando le voci. Si fanno chiamare E.I.G.E. che sono le iniziali dei nomi: Enrico De angelis, Giovanni Giacobetti, Iacopo Iacomelli e Enrico Gentile. Hanno qualche diffcioltà perché nessuno di loro è musicista. Del giro fanno parte anche i futuri Mario Riva e Agenore Incrocci detto Age che con Furio Scarpelli daranno vita alla cosidetta “commedia all’italiana”. Alle difficoltà musicali pare ovviare ad un certo punto un giovane palermitano che si chiama Virgilio Savona, studente del conservatorio di santa Cecilia che tra un Bach e un Mozart è uso fare sfoggio di jazz e parodie musicali. Arrangia le voci degli E.I.G.E e finisce per farne parte, quando uno dei quattro, Iacomelli, decide di andarsene. È in questa nuova formazione che il quartetto approda alla radio, il provino riesce ma il loro repertorio appare troppo americaneggiante per un’ Italia in guerra accanto all’alleato germanico. Anni di fascismo e  dittatura che considera il jazz, “musica indegna”. Insomma è meglio per il quattro adattarsi e andare sul genere italiano. Ma con  quale repertorio? Non certo con le canzoni di regime o quelle del ritorno alla campagna, o quelle di chiesette alpine…in soccors

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o ai quattro arriva una canzone, una cronaca divertita di un  duello del passato che comincia a rivelare quale può essere la vera caratteristica del quartetto. Fare cioè una musica moderna ma con una componente parodistica e teatrale.

Ormai il nome E.I.G.E.  è lontano e si è trasformato in Cetra, il mitico strumento a quattro corde. I componenti si sono modificati.  Arriva anche una certa Lucia Mannucci, reduce dal successo di “Ho un sassolino nelal scarpa”. Quella signora è una soluzione.  Entrò al posto di De Angelis,  affiancando gli altri tre  e sposando Virgilio. Salvo Giacobetti, il gruppo non aveva più nulla del passato, ma si stava affacciando al successo del nuovo futuro. Con Lucia le caratteristiche vocali dei Cetra subiscono una notevole svolta, poiché la sua voce chiara, conferisce all’impasto una brillantezza prima sconosciuta. Inoltre la parodia può dispiegarsi meglio. Tata fa il basso e il paroliere, Felice il tenore, Lucia il soprano e Virgilio il battitore libero, ecco i Cetra che iniziano a dar vita a scenette vere e proprie utilizzando anche le componenti dialettali, divertendosi e divertendoci. Nasconi tante canzoni  e tanti successi. Arrivano gli anni del trionfo della rivista con Totò, la Magnani e la Vandissima. Garinei e Giovannini vedono nel gruppo la soluzione ideale delle loro commedie musicali. Così i Cetra, diventando veri interpreti, danno libero sfogo alla loro grande versatilità. Imparano a calarsi nei personaggi di ogni tipo e affinano le loro qualità recitative. Sono pronti per gli schermi televisivi.

Le trasmissioni andate in onda per tanti anni,  rappresentano la grande vocazione del Quartetto Cetra a unire il canto e la recitazione con un gusto del teatro sorprendente. Parodie di grandi romanzi sceneggiati: Il conte di Montecristo, I tre moschettieri, La signora delle Camelie, l’Odissea,per citarne alcuni, tutti basati sulle canzoni del mo

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mento a cui gli autori cambiano le parole, sono il vero spirito del quartetto. Diventano un genere a cui la televisione dedica un  appuntamento settimanale. Per i telespettatori sono imperdibili. Poi arrivano gli anni settanta, in tv spira il vento di rivoluzione della riforma, il varietà spira e i Cetra emigrano nelle Tv private.

Il Quartetto si scioglie, la vita normale prende il sopravvento, ma si ritrovano tutti insieme, quando vengono richiamati come “I Cetra”,  per eseguire il loro repertorio.  Diventano un revival. Hanno i capelli bianchi. Raccontano, cantando, la loro storia, ma saranno le loro ultime apparizioni. Muore Tata, il fondatore e poi Felice e scende la malinconia. L’ultima, Lucia nel 2012. Cala il sipario o meglio si spegne il telecomando sul mitico  Quartetto che  spaziava con disinvoltura tra vari generi, dalla canzone tradizionale. Ma la tecnologia ci ha salvato; lasciandoci i Cd delle  incisioni del gruppo…per quegli uomini del futuro che vorranno ricostruire il passato…


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