Risorgo tra tosse, influenza e sessione esami che incombe (segnatevi il 7 e l’8 febbraio come date: se passo gli esami mi sentirete urlare in tutta Italia), motivi per i quali non sono molto presente sul blog. Questa sera rimedio con un post bello spesso, mettetevi gli occhiali da lettura e preparatevi al mio pistolotto!
Ho notato che la stragrande maggioranza dei blog di moda parla di vestiti e collaborazioni ma difficilmente si interessa delle personalità autorevoli che fanno parte di questo mondo. Mi spiego meglio: è molto più facile trovare informazioni sui nuovi trend primaverili o sulle ultime collaborazioni che un bel articolo su giornalisti e stilisti ( parlo di articoli che spieghino la loro carriera e il perché di determinate scelte stilistiche ovviamente.).
Per questo ho deciso di inaugurare una nuova rubrica chiamata “Ritratto di signora”, in cui vorrei presentarvi le massime autorità del mondo della moda ( viventi, per quelli defunti abbiamo “Stilisti della domenica” che prima o poi risorgerà promesso.)
In questo post parlerò di Suzy Menkes, sia perché credo che molti blogger non sappiano manco chi sia (male, molto male!!) sia perché ho appena finito di leggere una sua intervista molto interessante sulla rivista Studio ( per sapere che cos’è cliccate qui. Posso anticiparvi comunque che è molto bella e molto intellettualoide, con belle foto su carta ruvida)
Suzy Menkes nasce nel 1943 e lavora all’International Herald Tribune dal 1988. Giornalisticamente parlando possiamo dire che siamo coetanee. Da giovane vive per un certo peridio a Parigi, dove assisterà alla sua prima sfilata (Nina Ricci) e si dice sia stato quello a farla appassionare alla moda.Vive tutt’ora a Parigi e tratta l’argomento moda da molti punti di vista ugualmente interessanti (ha scritto un pezzo sulla acquisizione da parte dei grandi marchi delle case di moda e sul trattare i designer come merce, scaricandoli a un certo punto della loro vita artistica, proficua o meno).
Okay ora che vi ho dato un infarinatura su chi è e cosa fa posso cambiare registro e tornare ai miei soliti toni.
Guardando le sue foto ( credo sia il suo ciuffo alla pompadur che ha sempre avuto fin da quando ha iniziato a lavorare per il Tribune) si pensa subito alle vecchie zie di mezza età un po eccentriche (per non dire pazze) o a quelle signore inglesi che possiamo incontrare in vacanza in Costiera Amalfitana d’estate…che indossano sempre tuniche grezze di lino ( del misero costo di 100 e passa euro a tunica) e sandali francescani. Niente di più sbagliato, sotto l’aria da innocente e sotto quel ciuffo si nascondo una delle menti più acute che il mondo della moda abbia mai conosciuto, in grado di passare da analizzare i grandi marchi ai social network nel corso della stessa intervista.
Molti la definiscono troppo franco-centrica perché snobba la settimana della moda di New York e, da vera inglese, sostiene che “gli americani credono che se compri tutti i vestiti giusti sarai accettato dalla gente giusta, al di là del posto da cui provieni (…) Credo sia un ottima cosa che loro ci credano perché fa andare avanti il mondo della moda.” E come darle torto? Tommy Hilfiger è tanto bello e tanto bravo ma vogliamo paragonarlo a un Galliano a una Westwood o anche solo a un italico Armani? Non scherziamo dai.
Una delle cose che amo di più di questa donna è il suo essere inglese fino al midollo, (credo sarebbe in grado di saltare una sfilata per poter prendere un tè in tranquillità)oltre ad essere una giornalista SERIA; a differenza di Anna Wintour infatti, alle sfilate è sempre presente con il suo laptop ed è sempre tra gli ultimi ad uscire per finire il suo pezzo in diretta dalla passerella (li trovate qui se volete approfondire l’argomento.)e penso che molti blogger dovrebbero posare la macchina fotografica e iniziare ad imitarla, cosi magari il livello medio dei fashion blogger si alzerebbe decisamente.
A proposito dei bloggers, Suzy ha un opinione anche su questo: non sono da bandire in toto a suo parere (molto democratica Suzy) ma, come per ogni cosa,” bisognerebbe aver ricevuto una formazione, un qualcosa…”
Ripeto: Come non amarla? Da domattina tutte a ripetizioni di moda e storia del costume mi raccomando,
Ele.