Le violazioni dei diritti umani perpetrate dal suo regime hanno portato a sanzioni economiche internazionali, all'esclusione dello Zimbawe dal Commonwealth britannico; inoltre a Mugabe è vietato recarsi nei Paesi dell'Unione Europea e negli Stati Uniti.
Ma oggi Mugabe è a Roma, e non per essere messo sotto processo, ma per partecipare ad una festa. L'ha invitato il Vaticano per la beatificazione di Wojtyła; evidentemente, per Ratzinger le accuse di violazione dei diritti umani non sono ragioni sufficienti per definire Mugabe «persona non grata».
Robert Mugabe e consorte all'arrivo a Fiumicino: si recano a festeggiare in Piazza San Pietro
Ma la cosa che più mi indigna è il modo in cui Mugabe ha aggirato il divieto di arrivare in Italia.Poiché lo Stato della Città del Vaticano non ha un aeroporto internazionale, Mugabe è arrivato all'aeroporto di Roma, a Fiumicino, in territorio italiano. La Repubblica Italiana ha condiviso le sanzioni europee contro Mugabe, ivi incluso il divieto di entrare nel territorio della Repubblica, ma ha chiesto all'Unione di accordare una deroga temporanea per questo evento.
Fosse stata una scelta del governo Berlusconi, sarebbe stata l'ennesima prova di subalternità dello Stato italiano al Vaticano; la cosa assurda è che, volente o nolente, il governo è stato costretto a chiedere la deroga perché lo richiede la Costituzione italiana! So che sembra assurdo, ma è vero: poiché Mugabe è un invitato del Vaticano, e poiché i Patti Lateranensi obbligano l'Italia a non impedire agli ospiti vaticani di recarsi in visita oltre Tevere, e poiché, infine, i Patti Lateranensi fanno parte della Costituzione e dunque sono materiale costituzionale, l'Italia è costretta a concedere l'accesso a Mugabe!
«Mugabe elude sanzioni UE grazie ai Patti Lateranensi», AGI News, 29 aprile 2011; «Cerimoniali», Bioetica, 1° maggio 2011; «Mugabe a Roma per la beatificazione», laRepubblica.it.