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Roberto Turolla, competenza e passione in un aspirante giornalista

Creato il 11 febbraio 2015 da Sportduepuntozero

volley - Sant'Anna Tomcar - foto Diego BarbieriLa radio e le cronache dei colleghi di Radio 1 Rai sono il suo pane quotidiano o quasi, almeno quando parliamo di sport, uno dei suoi molti interessi. Se ne alimenta Roberto Turolla, 28enne casalese e torinese d’adozione che parla e scrive di volley quale dotto addetto ai lavori: “Ho assistito lo scorso anno ad un match dal vivo, in compagnia di un’amica e di un giocatore costretto in tribuna da un infortunio, ed ho stupito gli spettatori – sottolinea – che stavano intorno a noi perchè mi bastava sentire il rumore della palla per capire la qualità del servizio, della ricezione, se la stessa fosse destinata a cadere in prima o seconda linea”. L’atipicità del tutto sta nel fatto che Roberto Turolla è non vedente dalla nascita eppure scrive e racconta la pallavolo come se durante ogni cronaca fosse uno dei protagonisti attivi: “Mi sono innamorato del volley – ricorda – nel 2002 quando a casa ho cambiato stereo e iniziato ad ascoltare i racconti dei cronisti di Radio 1 Rai, un’emittente che ho imparato ad apprezzare e fa parte delle colonne sonore della mia vita. Posso affermare che le parole dei cronisti che raccontano sulle frequenze di Radio 1 Rai lo sport di permettono di vedere. Trasferiscono emozioni e ti conducono sul terreno di gioco. Come per gioco ho iniziato a scrivere le cronache dei match. La radio non offre però la diretta completa e così mi sposto su Rai Sport. Scrivo a computer le parole dei telecronisti e poi le rielaboro dando al pezzo un taglio personale. Chi le ha lette, e non lo dico per autocompiacimento, è rimasto colpito dal risultato. Grazie alla tecnologia e alle nuove applicazioni di Apple riesco a documentarmi meglio. Consulto anche siti sportivi e di settore che mi sono utili per la grafia dei nomi dei giocatori. Mi piacerebbe poter dar seguito a questa passione e predisposizione”.

Roberto Turolla conosce i nomi di tutti i cronisti di Radio 1 Rai, attuali e passati. Si rammarica per non aver potuto incontrare personalmente Alfredo Provenzali, snocciola la programmazione dell’emittente meglio di un soggetto che contribuisce a scriverne la produttiva quotidianità. Passione e risultati, rappresentano la sua. Lo testimonia il percorso di studi che lo ha portato prima al conseguimento della Laurea triennale con tesi sull’interpretazione della lingua italiana di Italo Calvino, poi alla specialistica in Letteratura e Filologia condita da un bel 110 lode e tesi sul linguaggio radiofonico con il Prof. Alberto Gozzi: “Amo leggere – sottolinea – e scrivere e anche per questo sto frequentando un corso di 20 lezioni con Massimo Tallone e la sua associazione”.

Un poliedrico, Roberto Turolla, che ricorda ancora il “Balbo”, Liceo Classico a Casale Monferrato, i suoi docenti e molti compagni, con alcuni dei quali è ancora in contatto. Le sue parole sono armoniose, quando descrive lo sport e la vita. Parole in musica e non potrebbe essere diversamente per chi, dall’ormai lontano 2000, suona la chitarra: “Prima come semplice autodidatta – spiega – poi con tanto di lezioni, oggi individuali una volta la settimana, e con alle spalle un biennio di impegno anche al Conservatorio”.  Ascolta generi musicali variegati e si definisce un cultore di settore. Non fatichiamo a credergli e lo congediamo carpendogli un insegnamento professionale. Dal silenzio delle emozioni nascono le migliori parole, dette e scritte.


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