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Roger da favola, prima Coppa Davis in Svizzera!

Creato il 23 novembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

La torta di Roger Federer, una delle più ricche e gustose della storia dello sport, ora, ha la sua ciliegina. Il 17 volte campione Slam domina il quarto incontro della finale di Coppa Davis 2014 contro un impotente Richard Gasquet e porta il punteggio complessivo e definitivo sul 3-1, assicurando alla sua Svizzera il primo trofeo a forma di insalatiera.

Oggi abbiamo senza dubbio rivisto un Federer impressionante in ogni settore del gioco: al servizio non ha concesso neanche una palla break in 13 game e solo tre volte è dovuto ricorrere ai vantaggi, comunque presto indirizzati dalla propria parte; ha vinto 55 punti su 69 alla battuta, con sette ace e altri tredici servizi vincenti; alla risposta ha conquistato sedici opportunità di break, trasformandone cinque; tra dritti, rovesci, volée, smorzate capolavoro e smash il conto si ferma a 62 vincenti, un numero mostruoso se si pensa alla durata del dominio, appena un’ora e 52 minuti. L’avversario, qualsiasi nome avesse avuto oggi tra quelli disponibili nelle fila francesi, sarebbe stato eclissato dalla prepotenza della prestazione del numero 2 del mondo. Che assume ancora maggior valore se osserviamo la superficie di gioco, quella terra battuta così ostica per Roger (dieci tornei vinti sugli ottantadue in carriera). Il punteggio è solo una conseguenza e non è equivocabile: 6-4; 6-2; 6-2.

E pensare che fino alla vigilia della tre giorni di Lille, che lo avrebbe a detta di tutti elevato al ruolo di leggenda vivente, l’esito era quantomai incerto, in accordo con le precarie condizioni della schiena del basilese. Ma la progressione dalla delusione di venerdì pomeriggio contro Monfils all’apoteosi odierna per il punto decisivo, passando per un doppio giocato in maniera impeccabile, è stata devastante ed ha confermato il pronostico che all’indomani delle semifinali di metà settembre dava sicuramente i ragazzi guidati da Severin Luthi come i grandi favoriti. La Francia, invece, si è persa insieme al suo capitano nei problemi di abbondanza che il sistema, guidato dall’ex rugbista Jean Gachassin, è riuscito a creare nell’ultimo decennio, per poi perdersi sempre sul più bello. Parliamo infatti della terza finale di Coppa Davis persa consecutivamente dal team dei galletti, dopo quella del 2002 (da campioni in carica) a Parigi contro la Russia di SafinKafelnikov Youzhny, il quale sconfisse Paul-Henri Mathieu in rimonta da 0-2 a 3-2 nel quinto e conclusivo incontro, e quella del 2010 a Belgrado contro la Serbia, composta da DjokovicTroickiTipsarevic, perdendo sei parziali su sei nei due importantissimi singolari domenicali.

Questa volta non è stato nemmeno necessario disputare l’ultimo match. FedererWawrinka si sono dimostrati una coppia troppo superiore a qualsiasi altra squadra, al netto di qualche distrazione. La galoppata è cominciata il weekend del 31 gennaio – 2 febbraio con un 3-2 alla Serbia orfana di Nole Djokovic, risultato bugiardo perché le sconfitte di Lammer Chiudinelli in singolare erano arrivate dopo il 3-0 già acquisito nelle prime due giornate. Poi le due sfide di Ginevra: il quarto di finale soffertissimo contro il Kazakistan (primo avversario dell’Italia di Barazzutti nel gruppo mondiale 2015), vinto 3-2 in rimonta dopo la sconfitta di Stan Wawrinka contro Golubev il venerdì ed il doppio perso il giorno seguente, con Kukushkin anche in grado di vincere il primo set sul 2-1 e di mettere nei guai gli elvetici. Ma, superato quell’inaspettato scoglio, è arrivata la semifinale dominata contro gli azzurri, con l’unico neo del doppio perso al quinto parziale nei confronti di Bolelli Fognini. E infine la Francia di Clement, troppo confusa ed indecisa  per poter opporsi al destino di vincere che ha sempre contraddistinto il protagonista di giornata, sempre più “divinità” sportiva per capacità tecniche, carismatiche ed umane. Adesso anche Davis-munito, e finalmente.

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