La nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si è chiusa con la comicità garbata e straripante di Ficarra e Picone, che hanno presentato il loro nuovo film Andiamo a quel paese, e con il rigore dello spy movie A Most Wanted Man, l’ultima pellicola completata da Philip Seymour Hoffman e diretta da Anton Corbijn.
Ma si è chiusa, ovviamente, anche con i premi, quest’anno decisi direttamente dal pubblico – a parte quelli per l’opera prima e per il miglior documentario italiano. Ogni sezione del Festival era competitiva e sono stati quindi assegnati cinque riconoscimenti, che vanno ad aggiungersi a quelli speciali consegnati dal direttore Marco Muller durante i dieci giorni della manifestazione.
A vincere la sezione Gala è stato Trash di Stephen Daldry, una favola ricca di azione ambientata in una città-discarica del Brasile, con tre bambini alle prese con una storia di violenza e corruzione. Una scelta prevedibile, quella del pubblico, che ha premiato un film tanto complesso quanto appassionante e popolare. Non un caso, tra l’altro, che il film abbia ricevuto anche la menzione speciale da parte della giuria di Alice nella città, sezione con la quale la pellicola era presentata in collaborazione. Il regista Daldry ha così commentato questo riconoscimento: “Sono felice ed emozionato che Trash abbia vinto questo premio. Ho sempre pensato che fosse un film per i giovani, incentrato com’è sulla straordinaria esperienza di vita dei nostri tre giovani attori. Saranno entusiasti quasi quanto me di apprendere questa notizia! Grazie, grazie, grazie”.
In Mondo Genere il film che ha riscosso il più alto gradimento del pubblico è stato l’indiano Haider di Vishal Bhardwaj, che rivisita con lo stile tipico delle produzioni di Bollywood la classica tragedia scespiriana di Amleto. Una pellicola interessante che prende ritmo nella seconda parte con canzoni e balli trascinanti. Il miglior film della sezione Cinema d’Oggi è stato Shier gongmin/12 Citizens di Xu Ang, remake cinese de La parola ai giurati. Una vittoria inaspettata, data la giuria popolare, per un film comunque assolutamente meritevole.
Prevedibile invece il verdetto in Prospettive Italia. A vincere infatti è stato Fino a qui tutto bene di Roan Johnson, una commedia giovanilista sorretta da una sceneggiatura equilibrata, una regia pimpante e da interpreti pieni di vitalità. Un film leggero ma mai banale, una ventata di freschezza per il cinema italiano. che sicuramente avrà successo anche in sala.
Per quanto riguarda la sezione autonoma, per ragazzi, Alice nella città, si è aggiudicato il primo premio The Road Within di Gren Wells, un road movie a metà tra commedia e dramma con protagonisti Zoe Kravitz, Robert Patrick e Dev Patel. La regista, alla consegna del premio, ha così commentato: “Voglio mandare un ringraziamento speciale alla giuria per il tempo che ha dedicato alla visione dei film e per le loro domande così profonde e interessanti. E’ bellissimo vedere adolescenti che fanno un lavoro così intenso e bello”.
Venendo ai riconoscimenti assegnati da giurie di professionisti, il premio DOC/IT per il miglior documentario italiano è andato a Gaetano Di Vaio e al suo toccante Largo Baracche, il racconto di cinque giovani esistenze nei Quartieri Spagnoli di Napoli; mentre il premio Taodue Camera d’oro per la migliore opera prima è stato assegnato un po’ a sorprese a Escobar: Paradise Lost di Andrea Di Stefano, interpretato da Benicio Del Toro. Un premio che forse avrebbe meritato di più la pellicola a cui è stata data la menzione speciale, Last Summer di Lorenzo Guerra Seràgnoli.
Un giudizio su questi verdetti risulta alquanto difficile dato che a sceglierli, a parte questi ultimi due, sono stati direttamente gli spettatori – e come si sa, il pubblico è sovrano. Possiamo però esprimere il nostro giudizio sul Festival nel suo complesso ed è innegabile che il ritorno ad un’anima da Festa, come in origine, abbia funzionato: le star non sono mancate (anche se i loro arrivi sono stati mal suddivisi per le dieci giornate), i grandi film ci sono stati (da Trash a Gone Girl fino a La spia – A Most Wanted Man), il cinema italiano indipendente e mainstream ha avuto la sua vetrina, commedie e film di genere sono stati centrali nel programma. Il pubblico sembra aver gradito, e questo era l’obiettivo principale della manifestazione. Chissà se l’anno prossimo, con il nuovo direttore – Muller ha dichiarato di non voler rinnovare il suo contratto -, si deciderà di proseguire per questa strada.
Di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net
Foto di Federica De Masi per Oggialcinema.net