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Roma Fiction Fest 2014: parla Gale Anne Hurd di The Walking Dead

Creato il 14 settembre 2014 da Nicola933
di Federico Vascotto Roma Fiction Fest 2014: parla Gale Anne Hurd di The Walking Dead - 14 settembre 2014 rff2014_gale_anne_hurd_01

Steve Della Casa accoglie Gale Anne Hurd in sala

Di Federico Vascotto. Il primo ospite seriale importante del Roma Fiction Fest 2014 – a parte la famiglia Simpson che gironzolava per i corridoi dell’Auditorium – é stata senza dubbio Gale Anne Hurd, la produttrice esecutiva del fenomeno mondiale The Walking Dead.

Una produttrice che arriva da una carriera cinematografica impressionante, soprattutto per il genere fantascientifico, spesso visto – erroneamente – come un genere di serie B. Eppure la Hurd è stata capostipite di molte saghe che hanno travalicato il genere e raccontato ben altro. A lei sono dovuti i fenomeni di Terminator (con James Cameron), Alien, The Abyss ma anche storie più intimiste come Vita di cristallo. Steve Della Casa, direttore artistico del Fest fino all’anno scorso, l’ha accolta facendo vedere al pubblico in sala alcune clip dalle sue pellicole più celebri e celebrando il suo essere stata pioniera di un genere, che forse è un po’ in crisi ultimamente come il cinema in generale.

Si è quindi passati alla parte più inerente il Roma Fiction Fest, ovvero lo zombie drama di AMC, di cui è stato proiettato lo speciale documentario Most Dead-icated Fans. Ecco un sunto (non letterale) di cos’ha risposto Gale Anne Hurd alle domande di fan e giornalisti presenti all’evento dedicato:

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Lei pensa ci sia un’inversione di tendenza della tv di oggi rispetto alla tecnologia, in cui si vuole tutto e subito e invece in tv ancora resiste l’episodio settimanale?

Le serie tv oggi sono molto più basate sui personaggi che sulla trama in sé, e i tanti episodi permettono agli spettatori di scoprirne man mano la psicologia. Un tempo ci si basava su serie più episodiche, come i crime e i medical drama, mentre oggi in telefilm come The Walking Dead se ci perde un episodio si perde anche il filo del discorso.

The Walking Dead è stato un rischio essendo il tema horror – e ancor di più zombie – non visto molto bene in tv?

Non ho mai avuto paura dei rischi. In fondo Alien ha ricevuto 7 nomination agli Oscar e ha cambiato tutto, quindi bisogna avere il coraggio di rischiare quando possibile. Poi sia AMC che la Fox Television ci hanno sempre dato molta libertà nel gestire le nostre storie e i nostri personaggi.

A proposito di serie tv, lei ne segue qualcuna, ha qualche telefilm preferito?

Sicuramente House of Cards, Breaking Bad e The Americans sono tra le mie preferite, soprattutto perché, come dicevo prima, sono basate sui personaggi. Una serie che mi sarebbe piaciuto produrre, dato il mio interesse anche gli show animati, è I Simpson.

Qual è il messaggio, l’argomento principale di The Walking Dead?

Sicuramente chi siamo come essere umani e soprattutto cosa diventiamo quando ci avviciniamo all’Apocalisse finale, sia fisicamente e soprattutto moralmente e psicologicamente.

La quarta stagione di The Walking Dead ha avuto se vogliamo meno scene con gruppi di zombie e ha visto piuttosto i protagonisti proseguire separati in più gruppi. E’ stata una scelta stilistica o anche relativa al budget?

Sicuramente è stata una scelta più intimistica, ma anche pratica in un certo senso, dovuta al fatto che abbiamo un cast molto numeroso ed è stato uno stratagemma per dare il dovuto spazio a tutti.

Lei come produttrice accetta alla cieca la visione del regista oppure cerca di mediare con lui e far valere le sue idee?

Non accetto alla cieca, ma collaboro con lui e la troupe. D’altronde, per essere produttori bisogna essere anche un po’ psicologi [ride].

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Steve Della Casa visibilmente emozionato mentre intervista Gale Anne Hurd prima delle domande dei presenti in sala

Che ne pensa della “fame” dei cosiddetti “Bing Watchers” [ovvero gli spettatori di prodotti a là Netflix]?

Noi abbiamo finito di girare gli episodi – almeno 13 dei 16 previsti – quando la serie arriva in onda su AMC, con la possibilità quindi di cambiare l’epilogo finale. Ma il grosso del lavoro è stato fatto, essendo una produzione via cavo. Oggi molti registi e attori di cinema sono infatti più interessati alla tv e se ne “vergognano” di meno [il tema del Fest in pratica].

Il videogioco di The Walking Dead è stata una buona promozione per i fumetti e la serie tv? [Questa domanda è stata posta dal simpatico fan più giovane presente in sala]

Il videogame non comprende tutti i protagonisti dei fumetti e del telefilm, ma è stato eletto videogioco dell’anno e sicuramente ha contribuito ad avvicinare nuovo pubblico sia al prodotto fumettistico che a quello televisivo.

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L’incontro è stato molto interessante ma dobbiamo dirlo – nonostante il tema di quest’anno sia il rapporto simbiotico odierno fra la fiction e il cinema – un po’ troppo spazio forse è stato dedicato alla parte cinematografica della Hurd, lasciando quasi una finestrella finale ai presenti per parlare di uno dei veri “protagonisti” del Fest, ovvero la serie tv The Walking Dead. L’appuntamento ora è con la quinta stagione del drama di AMC, il 12 ottobre, che arriverà come di consueto il giorno dopo su Fox Italia.


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