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Roma, i presidi dicono sì agli alunni “graffitari”

Creato il 16 gennaio 2013 da Ladyblitz @Lady_blitz
Roma, i presidi dicono sì agli alunni “graffitari”

ROMA – A Roma, alcuni presidi di scuole superiori hanno detto sì ai loro alunni graffitari. la notizia la riporta Il Messaggero in un articolo pubblicato nelle pagine romane e firmato da Lorenzo De Cicco.

Il quotidiano pubblica anche una foto scattata all’interno dell’aula autogestita del Virgilio in cui c’è un graffito ispirato a scene dell’Eneide. Sono tanti infatti i licei romani (Virgilio, Tasso, Ripetta, Caravillani, Talete e Cavour) che hanno permesso alla ”graffiti art” di entrare nelle scuole. Dove? I graffiti in questi istituti sono presenti sui portoni principali, nei cortili, nei corridoi o nelle aule autogestite. Studenti ed insegnanti sembrano insomma avere trovato il giusto compromesso, spiega ancora il quotidiano romano,per tenere insieme creatività artistica e legalità.

Scrive De Cicco:

“E pensare che un tempo li chiamavano vandali, teppisti, delinquenti. Oggi invece i graffitari si sono presi una rivincita. Dal Virgilio al Tasso, passando per Ripetta, Caravillani, Talete e Cavour, sono tante le scuole di Roma dove l’onda lunga dei writers haincontrato il consenso dei presidi. Ed è questa la novità principale. Un tempo infatti le scritte sui muri delle scuole venivano fatte di nascosto, durante le notti passate con un occhio alla bomboletta e l’altro a controllare che non passasse una volante della municipale. E poi duravano poco, subito rimosse dalle pennellate restauratrici di bidelli e muratori. Oggi invece le opere di «graffiti art» entrano nei licei dal portone principale e affrescano cortili, corridoi, aule autogestite. Studenti ed insegnanti sembrano avere trovato il giusto compromesso per tenere insieme creatività artistica e legalità”.

“In molti istituti poi i disegni dei ragazzi raccontano qualcosa della scuola dove sono stati realizzati. Non sono scritte casuali. Nella palestra del Ripetta, per esempio, è stata reinterpretata la Nike di Samotracia che è il simbolo del liceo artistico del centro. Al Caravillani di piazza Risorgimento è stato disegnato un cuore blu dedicato all’intestatario del liceo, Alessandro Caravillani, ucciso dai neofascisti del Nar negli anni Ottanta. All’Anco Marzio sono rappresentati dei giochi d’acqua, visto che al quarto re di Roma a cui è dedicato l’istituto di Ostia si deve la prima colonia romana sulla foce del Tevere. Nell’aula autogestita del Virgilio c’è posto per scene di Eneide, Georgiche e Bucoliche. Al liceo Cavour è raffigurato il pugno di Tommy Smith, perché il collettivo degli studenti dell’istituto ha preso il nome dell’atleta americano che alzò un guanto nero in cielo alle olimpiadi messicane del ‘68″.

“Negli ultimi anni c’è stata una vera e propria rivoluzione culturale nei confronti dei graffiti’, spiega il writer Paolo Colasanti, 28 anni, conosciuto nell’ambiente come Gojo, che oggi è arrivato a disegnare le quinte per il teatro Argentina e ha collaborato alle scenografie per un film di Paolo Virzì, ma che come tutti è partito dalla strada. «Ho iniziato a fare i primi disegni quando avevo dodici anni’, racconta. Al Villaggio globale, al Don Bosco, al Cinodromo occupato”.

“Poi l’incontro con le scuole, dove oggi è richiestissimo dai ragazzi. Tutto inizia nel 2007 con il progetto del Comune Roma magistra artis. «Andavamo nei licei a fare educazione civica e ad insegnare agli studenti come realizzare un graffito – racconta – Un modo per far capire ai ragazzi che per esprimere la loro creatività non devono per forza andare contro la loro città, ma possono imparare ad amarla». Secondo Gojo «oggi le scuole sembrano finalmente aver capito che l’arte non deve rimanere ad ammuffire in galleria, perché ha bisogno di stare negli spazi che le nuove generazioni vivono ogni giorno”.

“È giusto che i ragazzi si approprino degli spazi della scuola mettendo a frutto la loro creatività’, sottolinea la preside del Tasso, Maria Letizia Terrinoni, che è stata tra le prime a dare il via libera ai graffiti nel cortile del liceo. ‘I lavori sono sempre stati realizzati su pannelli rimovibili e non sul muro. In questo modo possono essere ricollocati e cambiati nel corso del tempo dai nuovi studenti’. ‘Anche al personale fa piacere vedere la scuola un po’ più colorata’, aggiunge una collaboratrice scolastica, Cinzia. ‘Vogliamo creare un punto d’incontro tra scuola e società», racconta Federico, 17 anni, rappresentante d’istituto del liceo scientifico Talete, dove la prossima settimana il cortile sarà ‘restaurato’ dai ragazzi a colpi di spray. ‘Durante l’autogestione artisti di strada e studenti lavoreranno insieme per rendere il cortile della scuola un po’ più nostro e meno decadente di come è ora”.

 


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