Prima di raccontarvi, voglio ringraziare e citare la redazione di http://www.dragolab.com , che ha reso possibile a noi di illcox di venire a conoscenza di questa notizia.
Avevo già pensato di scrivere una recensione su questo argomento, questa notizia mi ha sconvolto e quindi non si può tacere. Il 26 gennaio tramite Facebook veniamo a sapere di ”mostre” nella capitale, quindi insieme ad amici decidiamo orario e giorno di partenza per essere anche noi presenti a quel fantastico evento. Un occasione unica,irripetibile forse, esponevano nella stessa galleria molti dei nomi + piu’ importanti nella scena mondiale : JR Artist, Banksy, Mr brainwash, Space Invader ecc…
Il 28 Gennaio dopo 3 ore di viaggio e un giro infinito per le strade di Roma arriviamo puntuali all’innagurazione. Ore 18:00 aspettavo inpaziente che aprissero la porta, ci siamo, tutti dentro e un sacco di gente che faceva la fila. Riesco ad entrare armato di macchina fotografica e la prima cosa che mi viene detta con sorrisi smaglianti: “scusa, non è possibile fare foto” già li penso permettetemi il francesismo,ma che caxxo sono venuto a fare. Non vedevo l’ora di immortalare quelle opere e invece….
Questo è solo l’inizio, aspetti di entrare nel “mondo dei balocchi”e invece uno spazio di max 20 mq, con 10 opere e in 4 min avevi visitato il tutto . Non mi sembrava vero, terroristi della street art che decidono di esporre per la prima volta in Italia, in un posto del genere???
Ma pensi, a volte tutto può succedere e quindi non esprimi questa opinione e la cestini. Invece come già detto prima, grazie alla redazione di dragolab siamo venuti a conoscenza di questa notizia che riporto in sintesi :
“Un Fantasma si aggira per Roma – un fantasma che organizza mostre senza artisti. Ma non solo senza la presenza dell’artista, spesso e volentieri addirittura a sua insaputa. Puoi comprare qualche opera sul sito, alcune te le presta qualche amico collezionista, poi realizzi una limited edition di poche stampe numerate, sempre homemade, ed eccoci pronti per il vernissage. Per volare basso si può anche dire “la prima personale dell’artista a Roma” (è successo davvero), nonostante l’artista non abbia neppure mai visitato la città.
Il movimento più impenetrabile e più orgoglioso del mondo a Roma viene omaggiato con ben due mostre. Contemporaneamente. Ma gli artisti coinvolti, purtroppo o per fortuna, non sono presenti e, forse, neppure lo sanno.
Mondo Bizzarro Gallery rende omaggio alla cultura della strada con una mostra di Shepard Fairey aka Obey e il relativo catalogo realizzato da Alberto Castelvecchi Editore.
Contemporaneamente una nuova galleria, la 999Gallery, presenta una collettiva con dei nomi a dir poco altisonanti tipo Banksy, Ben Eine, Space Invader (che se lo avesse saputo avrebbe chiesto di scrivere solo Invader) JR, Ben Eine e l’immancabile Shepard. Il tutto accompagnato da un bellissimo invito fatto da uno sconosciuto collettivo inglese chiamato Borderline che copia l’immagine chiave di Nick Walker.
Ma la storia è ancora più gustosa.
Quando sulla mia pagina facebook compare il link all’evento 999Gallery, subito Nick Walker, vedendo il suo lavoro esposto come locandina, subito mi ha contattato per chiedermi spiegazioni. Così ha fatto la redazione di DragoLab che, non conoscendo la mostra e il gallerista, si è subito mossa per chiedergli un’intervista. Dunque, l’antefatto è questo: l’immagine Vandalism non proviene da Nick Walker ma da un giovane collettivo ingaggiato dal gallerista per ideare logo e “mission” della mostra. Questi ragazzi però, in puro spirito romano post-adolescenziale, per ottimizzare e non spremere troppo le loro preziosissime meningi hanno pensato bene di copiare un’immagine vista sui muri di Londra piuttosto che idearne una così, su due piedi. Ma, anche questa volta, nomen omen: si sono auto proclamati Two Many Curators (prendendo spunto anche questa volta da una delle più famose coppie di djs al momento).
E non finisce qui. Venuto a conoscenza dell’appropriazione indebita (se pur non voluta) il gallerista di 999 ha cercato di mettersi in contatto con Nick Walker, che non ha raggiunto se non nelle vesti della sua agente (fatto non troppo strano, in quanto molti artisti affermati delegano a figure professionali queste beghe che poco hanno a che vedere con il loro effettivo lavoro). Comunque, l’agente ha soprasseduto sulla locandina, che poteva anche andare bene; la cosa che le premeva è che venissero distrutte le serigrafie e non vendute. Ma no! La reazione è stata inaspettata: il gallerista ha scritto una lettera aperta sul web il cui messaggio suonava presso a poco così: “chittesencula tu sei un vandalo e io pure, quindi ti rubo l’immagine e ci faccio quello che mi pare”. Bene.
Il vernissage è andato bene, gran successo di pubblico ma non un fiato di critica. Circa una settimana dopo però sono venuto a conoscenza di un piccolo ma curioso aneddoto: la serigrafia è stata sì venduta, ma lievemente modificata. Da “ <3andalism ” a “I <3andalize”. E allora cominciamo a vandalizzare!
Traiamo le somme o osserviamo lo stato dell’arte, che poi è la stessa cosa. Roma è diventata la galleria di e-bay in saldo, e ricorda tanto e tristemente quell’atmosfera da mercato nero post bellico. Il commentario di un Nick Walker allibito sulla galleria lo riporto (per par condicio) in versione integrale e in lingua: “First this. Gallery employ plagiarists to make the poster and print release then I have to answer some last to catch on gallerist’s email or he will write a bad story about me.What a joker! That’s my statement”.
Il successo della street art è sempre più evidente. Gli artisti da terroristi sono diventati Re, come dimostrano le due ultime pubblicazioni su Banksy (made in Italy, of course).
Grandi giocatori della scena mondiale hanno cominciato ormai da tempo ad aprirsi verso questo movimento, e non sempre (come sempre) nel rispetto delle regole. Importanti gallerie mettono sotto contratto i più quotati, e le compagnie pubblicitarie più all’avanguardia, nelle quali vengono impiegati più creativi di altri che sono completamente dentro il mondo della Street. E non solo (ma anche) perché street significa strada.
Il problema a questo punto si palesa a livello qualitativo: la richiesta non soddisfa la domanda e il mondo della Street Art si sta popolando di sedicenti artisti che vengono inseriti in questo campo solo perché affiggono le loro opere sui muri. Il supporto non identifica lo stile, insegnavano una volta i vecchi baroni. Per cui gli eventi si moltiplicano su tutto il territorio e il livello qualitativo si abbassa in maniera proporzionale. Che rischia di ridursi a un fenomeno da baraccone a suon di panini con la salsiccia e bancarelle di musica boliviana. Ma mi fermo ora. Sarà la strada che si ribellerà da sé. E i colpevoli ne pagheranno le conseguenze.”
P.s. Pensare che io ne ho comprata anche una di serigrafia….!!!