Magazine Cultura
Io non sono mai stato un buon lettore per l'industria editoriale. Di best sellers ne avrò comprati si e no un pugno in tutti questi anni, letti forse due (l'altro pugno preso in biblioteca). Quindi non faccio testo e, infatti, di solito evito accuratamente di parlare di narrativa contemporanea, dato che non la leggo. Non posso permettemerlo, non tanto per il costo, quanto per il tempo (che è un costo, lo so, anche se diverso). Voglio dire: per leggere un libro come quello di cui ho scannerizzato sopra la pubblicità che compare su Repubblica di oggi, io devo, nell'ordine: a) ricevere il libro gratis a casa; b) essere pagato per leggerlo ed, eventualmente, recensirlo. Non ci sono altri modi, ve lo posso garantire, e questo vale non solo per Pierre Lemaitre, ma per tutti, o quasi tutti coloro che stampano libri di narrativa oggi. Mi dispiace, il mio personalissimo rasoio di Occam prevede questo taglio. Forse perderò capolavori, non lo escludo. È probabile, per esempio, che non avrei letto nemmeno Lolita quando uscì e divenne primo in classifica (mi è andata bene). Non dico che il mercato debba smettere di pubblicare e vendere narrativa, di qualsiasi genere. Rivendico solo il mio diritto di non leggere. Magari aspetto qualche anno, facendo appunto decantare il libro, vedo un po'. Ad esempio: Caos calmo di Sandro Veronesi lo presi in prestito in biblioteca e lo lessi un paio d'anni dopo la sua pubblicazione e poco prima la sua trascrizione cinematografica - e mi piacque. Tutto questo discorso per dire che ogni volta che leggo che le entusiastiche considerazioni di altri scrittori o di recensori a libri appena pubblicati mi viene da sorridere, profondamente. Soprattutto se, tra questi ultimi, v'è Antonio D'Orrico. È incredibile quanti capolavori gli capitino sotto mano da Faletti in poi. Sentite qua che tono perentorio: «Leggetelo se amate i noir. Ma leggetelo soprattutto se non amate i noir. Perché ALEX è il romanzo perfetto e Pierre Lemaitre è un maestro di stile». Devo essere sincero: a me quando uno comanda “leggetelo” mi viene da rispondere: “quanto mi dài?”. Lo so, sono scortese, perentorio anch'io, soprattutto da quando ho trovato la mia finestra dove sparare i miei giudizi come un Bertoncelli qualsiasi. Ma state tranquilli: con me le vostre biblioteche non saranno piene di perfetti romanzi del cazzo.
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