
E quindi il giochino della finzione-che-diventa-vera, giochino che poi è un topos canonico della letteratura occidentale, da Pigmalione in giù, è declinato nelle forme della commedia sentimentale americana, nella sua variante pseudo-indie targata Sundance. In effetti, la Faris e Dayton sono quelli di Little Miss Sunshine, e quindi – se mi passate la semplificazione storica un po’ brutale – di quella variante si possono ritenere genitori putativi. Ciò che sembra in definitiva importare ai due autori, è il rapporto che lega Calvin alla sua creatura. La ragazza dei suoi sogni ricalca ovviamente tutti gli stereotipi dell’immaginario indie: capelli e collant rossi, vestiti vintage, personalità spigliata ma sensibile, artista. Davvero, mancano solo le polaroid ai concerti. Epperò, come il fratello di Calvin gli fa notare, la Ruby-personaggio è poco più di una fantasticheria, una persona di carta che non ha nulla a che fare con le donne vere. Ed è qui che l’effetto Pigmalione interviene a complicare le carte: Ruby appare per davvero, ignara della sua origine letteraria ma tuttavia ancora soggetta all’arbitrio di Calvin, che può deciderne umore e quant’altro attraverso la propria macchina da scrivere. Vintage. Ça va sans dire.Insomma, esagero se in tutto questo ci vedo una metafora su come un certo immaginario (di per se abbastanza naif) sia diventato "realtà" grazie proprio alla mediazione di quel filone cinematografico inaugurato sei anni fa da Dayton e Faris? De nobis fabula narratur, è proprio il caso di dire. Anche nel tratteggio della relazione amorosa, il film continua a ruotare intorno ai temi della proiezione sull’altro, dell’aspettativa forzosa, insomma della difficile coabitazione tra modelli ideali e persone in carne e ossa. Viene quasi (quasi) in mente Charlie Kaufman, anche se qui abbiamo a che fare con una variante più annacquata di quelle ossessioni.Resta comunque un sorprendente, piccolo film, grazioso e perfettamente impacchettato, con un impianto drammaturgico scritto benissimo (tranne forse la presa di coscienza finale di Calvin, un filo forzata) e una regia misurata ed elegante. E con ciò, chiudo questo round di aggiornamenti, e vado da Paul a chiedergli di sposarmi.
Voto: 8.5voto redazione
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