
Nel 1976, per il centenario della fondazione della città di Zacapa, l'industria Licorera Zacapaneca (nata nel 1940 dall'unione di nobili famiglie) pensò di imbottigliare un rum speciale. I più vecchi riposavano da 23 anni e le prime, poche bottiglie uscirono completamente ricoperte di "petate", anello di foglie di palma (intrecciato a mano dalle donne di Jocotan, nella regione di Chiquimula, depositarie di un'antica tradizione artigiana) che è il segno distintivo delle bottiglie di rum Zacapa, così come la dicitura Centenario. Il numero 23 è rimasto il nome di una delle bottiglie prodotte.
A Casa Zacapa - sotto lo sguardo poco docile di decine di guardie armate - sostano gli 800mila litri dell'intera produzione annua. Un profumo inebriante di legno, resina, alcol e spezie pervade i labirintici corridoi tra grattacieli di barrique. Premessa e promessa di quel che si ritroverà nel bicchiere. Conviene, a questo punto, fare un passo indietro e un passaggio a Sud-Ovest, costa meridionale, tra le piantagioni di canna da zucchero di Retalhuleu. Dove tutto ha inizio.
Il suolo di origine vulcanica e il clima tropicale assicurano un'alta concentrazione zuccherina alle piante. La maturazione avviene naturalmente e la canna viene tagliata intorno al dodicesimo mese, per l'85% ancora a mano, perché arrivi integra a San Andres Villaseca, sede dell'Industria Licoreras de Guatemala. Il succo estratto viene purificato e chiarificato fino a ottenere il miel virgen (miele vergine), che contiene tutti gli zuccheri intatti, a differenza della melassa, estrazione di minor qualità degli zuccheri residui, utilizzata in molti dei rum presenti sul mercato. La fermentazione dura più di cinque giorni - si usa un lievito estratto dall'ananas - poi la "cotta" passa nelle imponenti colonne di distillazione, prima del viaggio conclusivo fino a Quetzaltenango, dove il rum invecchia con il metodo Solera.
Un metodo "dinamico" a piramide in cui le soleras, le barrique alla base che contengono i rum più antichi, assorbono – attraverso estrazioni e rabbocchi continui - il rum delle criaderas, le barrique in cima che contengono quello più giovane, in un'evoluzione continua. È questo un altro dei segreti della complessità aromatica dei rum Zacapa: «Noi usiamo barrique di whisky americano – spiega Lorena Vasquez, venticinque anni di esperienza, artefice della "casa sopra le nuvole" e una delle uniche tre master blender donne al mondo - poi barrique tostate per addolcire la nota alcolica, poi ancora barrique di Sherry e infine, per i rum più pregiati, quelle di Pedro Jimenez». Dopo i vari passaggi, all'interno di grandi botti si celebra il "matrimonio" con l'acqua – quella locale è particolarmente pura – per abbassare la gradazione alcolica a 40 o 43 gradi. La lenta filtrazione e l'imbottigliamento chiudono il cerchio.
Non resta che degustare, a questo punto. Lo Zacapa 15 è ideale per il bere miscelato, dove si smorzano le note di legno e alcol, altrimenti un po' aggressive. Zacapa 23 (anche in versione "etiqueta negra") è invece un rum di grande equilibrio, con piacevoli note di rosa, vaniglia, cioccolato e caramello, dal finale persistente. Ma è con XO che si esprime al meglio il nome Zacapa: grande complessità, raffinati profumi floreali e di frutti rossi, note tostate e speziate, di caffè e tabacco, di marzapane e scorza d'arancia. I passaggi in legno qui si esprimono con eleganza e armonia. Un grandissimo rum: profondo, intenso, espressivo.