Premesso che questa è una iniziativa degna di lode, trovo curiosa la risposta di Ruotolo alle centinaia di messaggi lasciati dagli spettatori di Servizio Pubblico contro l'invito in trasmissione dei politici.
Il giornalista in merito dice che Servizio Pubblico deve garantire la pluralità dell'informazione e come da ampio spazio a piccoli imprenditori, operai e quindi persone comuni, deve anche dar voce alla politica per fornire un'informazione veramente plurale.
Ok tutto bellissimo, tuttavia da questa risposta traspare una miopia che non ci si aspetterebbe da un giornalista di tale calibro: le persone non rifiutano un globale confronto di opinioni, rifiutano semplicemente di essere presi in giro. Perchè dobbiamo ospitare in questa trasmissione persone che hanno governato negli ultimi 30 anni e che sono la causa diretta della crisi odierna? Il cittadino che ha donato volentieri dieci euro al progetto di Servizio Pubblico, sente giustamente la trasmissione anche un po' sua; di conseguenza ascoltare il politico che fa campagna elettorale nel SUO programma e che parla come se al governo non ci fosse mai stato, fa francamente ribrezzo. Non si tratta quindi di confronto di opinioni, si tratta di USARE Servizio Pubblico per la propria campagna elettorale.
C'è quindi da stupirsi se lo share rispetto alla prima puntata è praticamente dimezzato? Il risultato resta comunque eclatante, sia chiaro, rimane sempre la prima trasmissione di approfondimento politico, anche perchè il fatto che dia voce alle persone comuni è indubitabile. Tuttavia c'è anche quest'altra faccia della medaglia che Santoro farebbe bene a considerare. Il pubblico resta pur sempre un suo creditore.





