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Prima decidevo i miei orari, ora li decide lui.
Prima sentivo che mancava qualcosa. Ora no, non manca niente, c'è lui, e non mi da tempo per pensare se mi manca qualcosa!
Penso a mio figlio, lo adoro, lo guardo per ore, pensando che é il bimbo piú bello che ho visto. Normale, é mio figlio, anche fosse una cozza sarebbe stupendo! Ma per fortuna é uscito bene, me lo dicono gli altri, non io. Ho fatto un buon lavoro, devo ammetterlo!
Penso a lui, al carattere che potrebbe avere. Ride sempre, sorride, forse sará un bimbo allegro, simpatico, felice. Di una cosa son sicura, e spero insegnargliela: non importa ció che lui decida essere da grande, non importa che diventi medico, avvocato, lavapiatti o disoccupato. L'importante é che sia felice. É ció che m'importa di piú.
I miei genitori hanno sempre pensato che per essere felice dovessi farmi un'educazione, studiare, trovare un buon lavoro, avere una casa di mia proprietá. Ho seguito il percorso fino alla laurea, poi ho fatto di testa mia. Son felice? Mettendo da parte il tema dei figli, parlando solo di me, delle mie scelte, son felice?
Direi che non lo sono ancora, ho diverse cose da fare per raggiungere quello stato. Son felice per molte cose, per delle persone che ho nella mia vita, ma di me, di ció che faccio, ancora no. Sono insoddisfatta. Ma lo sarei anche se avessi scelto la strada tracciata dai miei genitori. Non mi ci son mai vista con lavoro da segretaria, una macchina, un mutuo ed una casa, una settimana di ferie l'anno nei posti di moda...
Forse ho scelto la strada piú difficile, me lo dico ogni anno, ogni volta che faccio un resoconto di ció che ho vissuto e devo vivere. Mi complico la vita, ma ho anche una buona parte di sfortuna, a volte. Arrivo nel momento sbagliato nel posto giusto, o viceversa.
Come mio figlio, é stato concepito nel momento e nel posto sbagliato. Ho voluto rimettere a posto qualcosa, almeno il luogo, dove inizialmente avrebbe dovuto nascere. Almeno quello son riuscita a farlo. Il momento non si poteva cambiare, ma si va avanti, non son i soldi che danno la felicitá, anche se ti rendono la vita molto piú facile, e non é una frase fatta, é la pura veritá.
Quest'anno é volato, rapido, senza che me ne accorgessi. Quasi un anno fa rimanevo incinta, lo scoprivo poi ad ottobre, ma Gabi era in cammino. Un anno fa pensavo ad altri progetti, che ora non ho accantonato, ma proprio abbandonato, perché non potró piú realizzare. Ma poco importa, davvero, non mi crea problemi sapere che non potró continuare con la mia vita da vagabonda. Ammetto, fosse per me continuerei, ma Buddha non é propenso a far altre valige, e la famiglia si é allargata, se metto il passeggino in macchina dove metto i bagagli?
Un'altro cambiamento é che ora se m'incazzo con Buddha non posso prendere la macchina ed andarmene. Ma non a fare un giro, proprio andarmene, scappare, farmi gli affari miei, come ho giá fatto in passato. Ora ho catene che non mi permettono le fughe improvvise. Ora non posso dirgli "amore bello, vado in Italia 3 giorni, parto la prossima settimana". Ora ci si deve organizzare, per alcuni mesi, o anni, lascio l'improvvisazione nel cassetto.
Son forse piú saggia?
No, son solo piú stanca, fisicamente, perché prima di far qualcosa penso al consumo energetico, mio, e se ne vale la pena. Ecco, non é che la voglia di evadere sia sparita, né che io abbia raggiunto il nirvana, solo soppeso ogni decisione perché penso che se, come stanotte, Gabi si sveglia 3 volte per mangiare io mi alzeró, la mattina, con sonno, e che se ho la fortuna che lui si svegli solo una volta allora avró piú energie.
Una cosa l'ho imparata: la siesta pomeridiana non me la deve togliere nessuno!
Filosofia spiccia, pensieri profondi, queste sono le prioritá della vita, almeno per me, almeno ora. Fra qualche mese cambieranno, attualmente vivo cosí. Non son saggia, o forse lo sono. Di sicuro son piú svampita, ricordo meno cose di quelle che ricordavo prima, m'incasino con le lingue, mescolo parole, mi sento invecchiata.....
Alle donne che partoriscono dovrebbero, dopo alcuni mesi, regalare almeno un fine settimana in uno Spa, con tanto di cure, massaggi, dormite terapeutiche, nuotatine in piscine climatizzate, cibi preparati con arte, riposo e silenzio o musica rilassante di sottofondo.
Non importa cosa sará mio figlio da grande, spero solo che sia felice, anzi, pretendo che sia felice, e che un giorno, quando gli ripeteró per l'ennesima volta quanto sua madre abbia fatto per lui, mi ritrovi con una vacanza come regalo. Io pretendo poco!
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