POSSIAMO RESPIRARE DI SOLLIEVO. Sakineh non sarà lapidata. Il procuratore generale iraniano Gholam-Hossein Mohseni-Ejei ha annunciato che non sarà giustiziata per l’adulterio, crimine che va punito con la lapidazione, ma per complicità nell’omicidio del marito, crimine che prevale sull’adulterio e va punito con l’impiccagione. Una sentenza giusta ed equa, che puó servire di lezione a quei paesi incivili, vedi l’America, dove perfino le disabili mentali come la povera Teresa Lewis sono ammazzate con iniezioni letali. Certo, in Iran e nel resto del mondo islamico migliaia di donne vengano massacrate a colpi di pietra e altre migliaia aspettino di subire la stessa sorte, ma quelle tizie non le conosce nessuno. Non diventano un caso politico come Sakineh. Come dice il proverbio, occhio non vede,cuore non sente.
UN CONSIGLIO ALLE DONNE IRANIANE (e in generale alle donne dei paesi dove vige la legge islamica) per sfuggire agli orrori della lapidazione e andare all’altro mondo con un’onesta, umanitaria impiccagione: se fate le corna a vostro marito e il cornuto vi sorprende a letto con il moroso, abbiate cura di farlo fuori. Così sarete giudicate per l’omicidio e non per le corna, Sakineh docet, guadagnandovi il divino piacere di danzare appese a una gru invece di finire sotto una pioggia di sassi.
Dragor
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